Poy Art: in Abruzzo un borgo quasi abbandonato diventa una galleria a cielo aperto
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L'Aquila, Abruzzo - Ci sono certi luoghi in grado di abitarci e con cui entriamo in una profonda e intima sintonia. L’artista campano Antonio Lavorgna ha provato qualcosa di simile la prima volta che è passato da Poggetello, una piccola frazione del Comune di Tagliacozzo in Abruzzo. Un paese abitato da pochissime anime, come molti delle nostre aree interne. «Poco più di duecento nei mesi di villeggiatura e una sessantina tra ottobre e aprile», mi racconta.
A Poggetello ci finisce un po’ per caso circa un anno fa per incontrare degli amici e ne rimane immediatamente colpito. «Ho provato subito la sensazione di potermi abbandonare a questo luogo – mi racconta –, come se potessi staccare completamente dalla realtà». Lì nel borgo, nonostante vi siano pochissimi abitanti, Antonio incontra Mario Gualandri, artista poliedrico che da oltre cinque anni si è trasferito nel borgo per gestire un b&b sui generis, in cui non si è solo ospiti ma parte integrante di una grande opera d’arte.
«Abbiamo messo insieme idee, spunti e da qui è nato Poy Art», prosegue Antonio. Concepito come un festival aperto a svariate forme ed espressioni artistiche, Poy Art è approdato a Poggetello lo scorso agosto ricamando un racconto del territorio che intrecciasse le tradizioni quasi del tutto dimenticate, le bellezze del paesaggio abruzzese e le idee e opere d’arte di oltre venti artisti di fama internazionale.
DA BORGO ABBANDONATO A GALLERIA A CIELO APERTO
Selezionato per essere raccontato durante l’evento “Radio Utopia/Notizie Dal Mondo” al Padiglione Francia della XVIII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia 2023, il festival Poy Art è stato concepito attraverso un intenso dialogo tra l’associazione Borgo Poggetello, alcuni dei suoi soci e Antonio Lavorgna, grazie al patrocinio del Comune di Sante Marie.
Poy Art, prima ancora di un festival artistico, è una dichiarazione d’amore per un territorio e le sue antiche tradizioni e vocazioni. «Qui intorno vi erano numerose cave d’argilla ormai dismesse e fornaci abbandonate dove si producevano tegole e mattoni», racconta Antonio. «Quando abbiamo ideato Poy Art, mi sono immaginato come lo spazio urbano potesse diventare luogo di espressione: una galleria d’arte a cielo aperto dove le opere non sono confinate in uno spazio chiuso destinato a un pubblico d’élite ma raggiungono tutti i cittadini, guidandoli in un percorso artistico tutto nuovo, in cui la strada stessa diventa museo».
Poy Art è riuscito in qualche modo ad alimentare un processo di rivitalizzazione del borgo di Poggetello già innescato da associazioni locali e singoli cittadini. «Mario, ad esempio, oltre a gestire un b&b, vorrebbe aprire un ristorante», aggiunge Antonio. Piccoli ma significativi germogli di rinascita in un borgo che sembravo destinato a spopolarsi per sempre.
Nel corso del festival, sono state diverse le opere realizzate: dalla poesia alla performance, dalla ceramica alla pittura astratta, ai mattoni artistici, fino all’installazione realizzata dal direttore artistico e dedicata all’intelligenza artificiale. «Ho iniziato il mio percorso lavorando il ferro – mi racconta Antonio –, diciamo che mi piace sperimentare con la materia, i colori, la digital art e l’AI».
IL CAMMINO DELLE FORNACI
Nel corso di Poy Art, grazie al Sindaco di Sante Marie, Lorenzo Berardinetti, è stato inaugurato il Sentiero delle Fornaci: un itinerario di dodici chilometri che tra borghi e paesaggi mozzafiato, collega antiche fornaci in stato di abbandono, ma importante testimonianza del passato del territorio. Il Sentiero delle Fornaci è parte integrante del Cammino della Brigantessa, parzialmente ricollegato al Cammino dei Briganti, che attraversa Borgo Poggetello fino al comune di Sante Marie.
«Un mio sogno sarebbe quello di far rivivere queste fornaci, recuperarle quasi integralmente per organizzarvi dei laboratori – conclude Antonio –, è stato emozionante vedere la partecipazione degli abitanti del borgo, prima diffidenti e poi molto collaborativi. Anche dei pellegrini si sono fermati a Poggetello per partecipare a concerti ed eventi. Qualcosa sta nascendo anche in questo borgo abbandonato. E Poy Art ne è stata una dimostrazione».
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