Mondobosco: “Qui i bambini crescono imparando la bellezza delle cose semplici”
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Asti - C’è una piccola casetta, ha il tetto in mattoni e i muri colorati. Trovarla non è semplice, perché è immersa in un bosco e ci si può arrivare soltanto a piedi. È un piccolo mondo dove succedono cose speciali: qui una vecchia vasca da bagno può trasformarsi in una nave dei pirati, dei nastri colorati possono creare un labirinto e dei fogli di carta diventano un fuoco intorno al quale ritrovarsi a danzare. Insomma, questo luogo magico dove farsi accompagnare dal fruscio delle piante e dai suoni della natura ci insegna che non si è mai troppo grandi per tornare bambini. Questo posto incredibile si chiama Mondobosco.
IMPARARE A CONTATTO CON LA NATURA
Mondobosco è soprattutto un progetto educativo che nasce a Mondonio, in provincia di Asti. Ispirandosi alla pedagogia degli asili nel bosco, qui i bambini crescono e trascorrono del tempo di qualità a contatto con la natura. A dare vita a questo spazio è stata ed è oggi Cristina Caneva, insegnante e mente aperta creativa.
La sua esperienza nella scuola pubblica l’ha portata a insegnare lingua inglese in una scuola superiore di Castelnuovo Don Bosco: già in quell’occasione aveva avuto modo di mettere in pratica la sua passione per l’outdoor education, coinvolgendo i suoi studenti in attività che rispecchiavano le sue passioni come la creazione di un orto sinergico o approfondendo la conoscenza della food forest. Come ci racconta, «lavorare anche in scuole parentali mi ha allargato la visuale sull’educazione e mi ha regalato nuovi spunti che porto tuttora nella scuola pubblica».
LA NASCITA DEL PROGETTO
L’idea di dare vita a un progetto tutto suo è nata nel momento in cui si è trasferta in campagna: «Avevo il sogno di acquistare un pezzo di terra per crearci un asilo nel bosco». Poi un giorno ha fatto una scoperta inaspettata: ha trovato una casetta, ormai abbandonata e ricoperta di edera, immersa in un bosco. Cristina ha capito subito che quello era il posto giusto dove costruire le fondamenta del suo progetto educativo.
«L’abbiamo rimessa a nuovo – ricorda –, abbiamo fatto una pulizia del terreno e nel tempo abbiamo recuperato tavoli, sedie e giochi di seconda mano. Poi mia figlia Rebecca, che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, si è occupata di pitturarne i muri, dando finalmente un’anima a questo spazio».
Ed è stato proprio grazie a un annuncio pubblicato da Cristina sulla bacheca di Italia che Cambia che è nato il primo gruppo informale di Mondobosco, composto da genitori e insegnanti interessati a far parte del progetto. «Siamo partiti con il primo centro estivo nell’estate del 2022 e, nonostante la nostra fosse una prima sperimentazione, siamo riusciti a coinvolgere fino a 25 bambini». A quell’esperimento, riuscito con successo, ha seguito un secondo centro estivo l’anno successivo, mentre durante l’anno tutti i sabati Mondobosco ospita attività per i bambini e le bambine.
REGOLE FISSE? NO GRAZIE!
«A Mondobosco non ci sono regole fisse: la sola regola che ci diamo è il rispetto per la natura e per noi stessi. Le attività che svolgiamo arrivano quasi sempre dalle proposte di bambino o da quelle di una mamma. Possiamo dire che il progetto sia poco “strutturato” per essere molto aperto alle proposte che nascono ogni giorno». Proprio come la volta in cui un papà ha fatto sentire ai bambini i suoni degli uccelli registrati o ha posto una videocamera nel bosco per mostrare gli animali notturni. Oppure come quel giorno in cui una mamma ha proposto di utilizzare il telaio per avvicinare ai più piccoli alla scoperta di un’occupazione manuale che nel tempo si è persa.
Le attività da svolgere in natura sono infinite e i bambini a Mondobosco hanno sempre l’occasione di imparare qualcosa di nuovo dalla natura: dedicarsi al riciclo creativo cucendo o lavorando la lana, fare passeggiate esplorative per trovare i piccoli tesori della natura, condividere un pranzo al sacco, esaminare l’esoscheletro delle cicale per capire come sono fatte o costruire una compost toilet.
QUANDO LA CONDIVISIONE È TUTTO
«I bambini hanno dai 3 ai 14 anni, ciascuno con le sue capacità e talenti. Ogni volta che ci troviamo, in base ai bambini presenti, si crea un’atmosfera diversa, ognuno porta quello che ha. Per me imparare a stare nella natura significa non aver paura di sporcarsi. Significa sperimentare libertà e la creatività. Inoltre, a Mondobosco lavoriamo molto sulle emozioni e sulle capacità di esprimerle, così come sulla gestione dei conflitti. Il nostro primo elemento è il bosco, un’aula a cielo aperto».
Il punto forte del progetto è poi la condivisione: «Qui cerchiamo il più possibile la condivisione con i genitori che aiutano e partecipano con impegno». Sono una ventina gli adulti che danno il loro contributo. Non ci sono ruoli specifici ma ognuno fa la sua parte, costruendo un pezzo del futuro di Mondobosco.
Cristina condivide con noi l’emozione nel vedere la felicità nei bambini quando giocano e immagina un giorno in cui realizzare a tutti gli effetti un asilo nel bosco dove fare didattica. «Non c’è gioia più grande che vedere i bambini che si divertono in modo semplice, senza le cose aggiunte che ci mette davanti la società. Questo è ciò che conta davvero».
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