15 Set 2023

Graniti, il paese dipinto della Valle dell’Alcantara

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

A Graniti, un paesino immerso nella Valle dell’Alcantara, dal 2017 artisti da tutto il mondo realizzano murales sulle facciate degli edifici locali e per le vie del borgo. Un’idea di Salvatore Romano e Karin Maier per creare cultura, dare nuova vita a Graniti attraverso nuovi circuiti turistici e incoraggiare uno scambio culturale tra la comunità locale e gli artisti.

Salva nei preferiti

Messina - Sono tante le e-mail che quotidianamente riceviamo come stimolo a raccontare storie di cambiamento sparse in tutta Italia. Vengo colpita dell’enfasi e dall’entusiasmo di quelle di Elisabetta Brunetto, che mi parla di un’iniziativa artistica a Graniti, un paesino della Valle dell’Alcantara a pochi chilometri da Taormina. Questo nome richiama alla mia memoria le numerose volte che, da piccola, l’ho attraversato in macchina con i miei genitori per andare a scoprire angoli nascosti e sperduti di quella zona famosa soprattutto per le Gole dell’Alcantara.

Con Elisa ci conosciamo in una serata di agosto proprio a Graniti, un borgo dell’entroterra siculo che conta poco meno di 1500 abitanti all’inizio dei monti Peloritani. Mi accompagna per le vie del paese che, dal 2017 a oggi, si è abbellito di oltre 37 murales realizzati da artisti provenienti da ogni parte del mondo e che stanno trasformando Graniti in un “museo a cielo aperto”.

L’idea è partita dall’imprenditore granitese-svizzero Salvatore Romano e da sua moglie, Karin Maier, con l’intento di creare cultura e dare nuova vita alla cittadina attraverso nuovi circuiti turistici. È nata così l’associazione culturale Art Project Graniti per promuovere il paese attraverso l’arte, la creatività e i murales, ma anche ispirare, educare e stimolare la gente della valle dell’Alcantara, non solo Graniti. Tutto sotto la direzione artistica dell’artista hawaiano Richard Ralya.

graniti 1

Proprio a Graniti infatti diversi stranieri hanno trovato casa: svizzeri, danesi, argentini, tedeschi, americani. Tra questi Richard Ralya, 52 anni, artista, fotografo, ora artigiano del cuoio che, dopo aver vissuto in America e in Turchia, ha deciso di fermarsi in Sicilia, in totale controtendenza con i giovani e meno giovani che lasciano il Sud Italia in generale e l’Isola in particolare, per cercare fortuna altrove.

La Sicilia l’ha scelta come sua nuova patria e ci sta benone, ha imparato a parlare anche il siciliano. Nel paese è stato adottato dalla comunità locale e il suo sogno è far crescere la sua piccola attività, Relje International, con cui disegna e realizza a mano, utilizzando tecniche artigianali tradizionali tramandate nel tempo, borse e accessori. Vorrebbe condividere la sua arte con i ragazzi del posto per insegnare loro questo lavoro. 

Il ritorno economico è importante, ma lo è di più l’ispirazione per i giovani, orgogliosi della loro comunità. È questo il vero investimento di Richard, Salvatore e Karin

Ogni anno, all’inizio dell’estate, vengono invitati artisti internazionali a creare un’opera d’arte pubblica site specific nel paese. È Richard a selezionare gli artisti e i muri degli edifici da decorare. Quest’anno per il Murales Arts Festival sono state ospitate quattro artiste – tra queste anche una serba e un’americana – e realizzati quattro murales inaugurati lo scorso 22 luglio. L’esperienza di Graniti Murales è diversa dalla maggior parte dei festival di murales.

La residenza è progettata per incoraggiare uno scambio culturale tra la comunità e gli artisti che portano il loro talento, la loro visione e una prospettiva esterna, mentre la comunità offre un assaggio della vita di una piccola città siciliana immersa in un paesaggio montano pittoresco, attraverso il cibo, la cultura e l’ospitalità.

graniti

«La cittadinanza partecipa molto accogliendo e adottando questi artisti che vanno a mangiare a casa dei vari concittadini. Spesso si crea un legame speciale tra il proprietario dell’edificio che viene dipinto e l’artista, si crea comunità. Per ripartire, ora più che mai, bisogna andare alle piccole realtà spesso dimenticate a vantaggio delle grandi città. Dal Covid in poi sono in tanti a farlo, puntando ad una nuova maniera di vivere il territorio», racconta Elisa.

Succede anche a lei. Trade marketing specialist – ma anche naturopata, riflessologa, amante dell’arte –, il suo sogno è vivere, almeno per un periodo dell’anno, da queste parti. Nata a Milano, risiede da sempre nella città meneghina, ma sente il bisogno di tornare almeno una volta all’anno a Graniti, che considera casa e dove custodisce tanti ricordi della sua infanzia, oltre alle bellezza dei territori. Un ulteriore motivo, nonostante la distanza, per prendersene cura.

«È un po’ tipico della mentalità siciliana pensare che dietro un atteggiamento di interesse ci sia sempre un fine ultimo. Spesso mi chiedono perché faccio così tanto per la comunità di Graniti, anche le iniziative più banali. In realtà non ho alcun interesse personale, mi piace sperare e pensare che questo paese non muoia, che possa diventare un fiore all’occhiello grazie al movimento artistico che negli ultimi anni sta crescendo sempre di più».

graniti 5

L’esperienza della pandemia ha segnato molti di noi, anche in positivo, trovando il coraggio di fare scelte radicali che in altri casi non avremmo mai fatto o che, per pigrizia, avremmo posticipato all’infinito. Secondo Elisa – e non solo lei – serve ripartire proprio dai piccoli luoghi per comprendere meglio la forza dell’essere una comunità. L’esperienza di Graniti inoltre, mostra anche una maniera diversa di poter vivere in Sicilia, a due passi dai centri più grandi e turistici, e trovare possibilità per far ripartire l’economia di un territorio. 

Graniti non è invasa dai turisti, ma ormai è consuetudine vedere gruppi di persone che si aggirano per le strade del paese a scoprire i vari murales. Il ritorno economico è importante, ma lo è di più l’ispirazione per i giovani, orgogliosi della loro comunità. È questo il vero investimento di Richard, Salvatore e Karin. Il piccolo “paese dipinto”, tra aria frizzante, buon cibo, montagna e verde, incastonato nel paesaggio solcato dal fiume Alcantara, tra stretti paesaggi e pareti altissime nate da una colata lavica dell’Etna, è la dimostrazione di come sia possibile creare cultura e dare nuova vita alla cittadinanza attraverso l’arte, il turismo e soprattutto il cuore.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
SiciliAmbiente Film Festival, a San Vito Lo Capo il festival che coniuga ambiente e diritti umani
SiciliAmbiente Film Festival, a San Vito Lo Capo il festival che coniuga ambiente e diritti umani

Diritti umani e ambientali: dal Festival Life After Oil cinque preziose pellicole a tema da vedere
Diritti umani e ambientali: dal Festival Life After Oil cinque preziose pellicole a tema da vedere

L’arte di Francesco Spatara: strappi di vita e cultura in Sardegna
L’arte di Francesco Spatara: strappi di vita e cultura in Sardegna

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Attentato a Trump: cosa sappiamo e cosa cambia adesso – #966

|

I numeri del disastro ambientale nel Sulcis tra PFAS, cadmio e mancate bonifiche

|

Festival delle Cose Belle 2024: “asimmetrie” per ridefinire i paradigmi di perfezione

|

Metodo TRE®, come imparare a rilasciare lo stress postraumatico fisico e psicologico

|

GUFI: “Le foreste non hanno bisogno di essere gestite dall’essere umano”

|

Nasce un nuovo impianto fotovoltaico collettivo: servirà 75 famiglie

|

La pesca nello Stretto di Messina, tradizionale e sostenibile, diventa presidio Slow Food

|

Discarica di Lentini, tra chiusure e riaperture emerge la gestione dei rifiuti fallimentare in Sicilia

string(7) "sicilia"