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La Spezia - È domenica mattina: immaginate di preparare lo zaino, riempire la borraccia e di mettervi in cammino su un sentiero alla ricerca di aria pulita e silenzio per ricaricarvi di bellezza. Ora pensate a quante volte vi fermate a contemplare i paesaggi verdazzurri tipici della riviera ligure, esplorando quei luoghi incantevoli a strapiombo sul mare, e trovate ai lati del sentiero, oltre agli aromatici cespugli di macchia mediterranea, cacca e pipì di escursionisti passati poco prima?
Sì, avete letto bene: resti di bisogni fisiologici accompagnati dagli immancabili fazzoletti di carta appallottolati, con odori correlati. A tutti sarà capitato almeno una volta. Proprio passeggiando lungo la Costa degli Etruschi, nelle profumate pinete che abbracciano la spiaggia – purtroppo anche lì vige questa triste usanza – resto colpita da un post di Marta Mingucci, guida ambientale e naturalistattrice, indignata per lo stesso motivo.
“La natura ora va di moda, – scrive – ma bisogna anche saperla vivere. La norma sta diventando portarsi via un selfie con il paesaggio e lasciarsi indietro montagne di rifiuti, cacca, pipì e fazzolettini di carta ovunque. Quindi, per essere coerenti: o vi fate il selfie con le vostre montagne di escrementi oppure fate così”. E allega lo scatto di un poster appeso in una pineta su un tratto di costa lungo la riviera di levante, realizzato da lei, con una serie di regole illustrate, semplici quanto intuitive. Ho deciso di fare due chiacchiere con Marta per farmi raccontare di questa sua iniziativa che vorrebbe estendere ad altri luoghi liguri, ma anche ad altre località d’Italia.
Marta, raccontaci del tuo poster: com’è nata l’idea?
Sono quasi sempre in giro per sentieri o, in generale, in luoghi naturali, per lavoro e per passione e non ne posso davvero più di vedere l’accumularsi di spazzatura, in particolare di escrementi con relativi fazzolettini e salviette di chi fa i propri bisogni durante i trekking. Credo che la tendenza di fare attività all’aperto sia aumentata negli ultimi anni, ma affinché non sia solo una vuota moda, bisogna anche sapere come vivere i luoghi naturali.
Ci sono posti dove torno spesso e vederli trasformati in una latrina a cielo aperto – con odori non piacevoli e “alberi di Natale” ornati da fazzoletti – mi fa male al cuore. Così mi è venuta l’idea di realizzare e appendere questo cartello. Mi pareva il minimo. Ovviamente chiunque può copiare o prendere spunto per rifarlo, perché possa essere di aiuto in molti luoghi d’Italia.
Le norme che hai elencato e illustrato sono semplici, all’occhio di una persona già attenta quasi troppo. In che modo pensi vada educato “l’escursionista medio”?
Ciò che c’è scritto può sembrare scontato, è vero, eppure continuo a vedere persone di ogni genere lasciarsi dietro un seminato di fazzolettini – sui sentieri stessi, appena giri gli angoli, sopra e sotto i cespugli, accanto a monumenti storici ed archeologici, attorno a luoghi di culto, in mezzo ai prati… – come se fosse normale. Dover spiegare queste cose è triste, ma è la realtà.
Che reazioni ha suscitato il tuo cartello?
Ad alcune persone, fortunatamente, ha suscitato curiosità e attenzione. Chi è abituato a fare escursioni e sa come comportarsi si è trovato molto d’accordo.
Credi sia opportuno che le istituzioni si prendano carico di questo genere di rifiuti?
Non credo che siano le istituzioni a doversi fare carico di questi rifiuti, basta non lasciarli in giro: è buon senso! In altri Paesi del mondo esiste un senso civico comune e un’educazione vera e propria relativa a come comportarsi in natura. Quindi quello che le istituzioni – comuni, scuole, parchi naturali, enti e associazioni – dovrebbero fare, secondo me, è un po’ di semplice educazione di base. Io, nel mio piccolo lo faccio e credo che, comunque, non bisogna mai smettere di educarci a vicenda, gli uni con gli altri, persona per persona.
Pensa a un decalogo di regole utili a chi va in montagna o, più in generale, in luoghi in natura: quali sono secondo te le norme più importanti?
Innanzitutto, lasciare i luoghi come se noi non fossimo passati, nel massimo rispetto del luogo che ci accoglie. Per quanto riguarda i resti dei pasti – carte, involucri, bottigliette – : se li hai portati pieni, li puoi riportare a casa vuoti. Invece per i propri bisogni fisiologici forse non tutti sanno che le salviette sono sintetiche e i fazzoletti da naso hanno al loro interno dei collanti, per cui non si decompongono facilmente.
Stessa cosa per i bisogni dei cani: se si raccolgono in un sacchetto, poi si deve portare a valle il tutto e non abbandonare “il malloppo” dove capita, cosa che avviene inspiegabilmente sempre più spesso. Attenzione poi ai mozziconi di sigaretta: l’ideale sarebbe cercare di non fumare, altrimenti quando si spegne il mozzicone è importante portare a casa anche quello. Il rischio di incendi è molto alto in certi momenti dell’anno e non è uno scherzo!
Ci sono poi molte altre norme da seguire in merito ai fuochi, al rispetto degli animali e delle piante selvatiche: certo, può apparire noioso o difficile, in realtà è tutto molto semplice e intuitivo. Vivendo la natura con ascolto, sentendosi non “i soli e unici” ma “una parte”, la nostra esperienza sarà ancora più sorprendente, avventurosa e profonda. D’altronde, noi siamo ospiti.
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