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Il camper su cui ho iniziato 11 anni fa il mio primo viaggio nell’Italia che Cambia si chiama Alba. Alba era una cagnolina che ha vissuto 12 anni con me e mi ha salvato dalla depressione, insegnandomi che la felicità era possibile, alla portata e “naturale”. Sono cresciuto con Zed, un lupetto che chiamavo fratello, e poi con alcuni gatti, Mio e Sally tra tutti. Ho vissuto con una gatta con un occhio solo per alcuni anni – Forti! – e ora ho il privilegio di accompagnare le mie giornate con una meticcia di nome Lilli.
Insomma gli animali – o meglio gli altri animali, perché lo siamo anche noi, non dimentichiamolo – mi hanno sempre accompagnato. Da lì è partita la mia ricerca di essere umano e di giornalista. Gli altri animali, la cosiddetta Natura, le piante, i mari. Cosa posso fare per “salvarli”?
Questa era la domanda che mi muoveva da “giovane”. Poi ho capito – grazie al professor Giuseppe Barbiero – che più che “salvare il mondo” dovevamo lavorare per salvare noi stessi, perché il mondo se la sarebbe cavata tranquillamente senza di noi. E poi ancora ho capito che economia, ambiente, società, salute, tutto era collegato e che era impossibile parlare di animali e ambiente senza approfondire il tema degli stili di vita, dell’impatto delle nostre azioni, dei modelli di economia alternativa, della responsabilità personale. E così è nato Italia che Cambia, un progetto che racconta, mappa e mette in rete chi si attiva concretamente per cambiare – in meglio – le cose.
E gli animali? Gli animali, gli altri animali, sono sempre rimasti all’interno del radar delle nostre ricerche, ma in effetti – mi rendo oggi conto – un po’ troppo ai margini. Nel mio cercare e mostrare che tutto è interconnesso e che per “aiutare” gli animali dovevamo cambiare in primis noi stessi ho finito per trascurare un po’ una serie di problematiche che ogni giorno affliggono miliardi di esseri viventi.
E se è vero che di allevamenti intensivi parliamo spesso, in correlazione col cambiamento climatico, è anche vero che del dolore di questi animali e delle loro condizioni terribili parliamo troppo raramente e troppo raramente proponiamo denunce e alternative concrete. E così vale per il tema dei farmaci sperimentati sugli animali, dei cani tenuti alla catena, delle balene cacciate e uccise, della pesca a strascico, dei pulcini triturati vivi eccetera eccetera eccetera.
Allo stesso modo, non abbiamo parlato abbastanza di chi queste cose le “combatte”, producendo campagne, vincendo fondamentali battaglie, cambiando le leggi, salvando qua singoli animali, là intere specie. E allora ho deciso di rifocalizzare i nostri radar e riportare una parte importante del mio sguardo e del nostro lavoro là, dove tutto era iniziato, dalla parte degli altri animali. Quelli che vivono con noi o quelli che vivono lontano da noi. Quelli che amiamo e quelli che “odiamo”, schifiamo, schiacciamo o combattiamo.
Come si può cambiare il mondo mentre nessuno interviene quando genitori e figli ridendo prendono con un retino decine di meduse e le buttano sulla spiaggia? Come si può cambiare il mondo mentre tutto il dibattito sui granchi blu che sta attraversando il nostro Paese da mesi non si interroga nemmeno per un attimo sul fatto che loro malgrado i granchi blu sono esseri viventi?
Come si può amare cani e gatti e mai chiedersi da dove provenga quella carne, quei pezzi di animali morto che stiamo dando all’animale vivo che tanto amiamo? Non sto dicendo – ovviamente – che da oggi ci metteremo a giudicare disprezzare ogni azione non perfettamente coerente. Ma credo sia venuto il momento di tornare a parlare in modo approfondito di questi temi anche sulle nostre pagine.
Dalla prossima settimana quindi pubblicheremo articoli, video e inchieste sulle tematiche legate al mondo animale. Lo faremo anche grazie al contributo di Lush che – con mia grande gioia – ha deciso di sostenerci in questo nuovo percorso. Alla fine pubblicheremo anche una guida che racchiude tutto questo lavoro.
Dagli studi sulle emozioni nel mondo animale alle scelte alimentari consapevoli che non sfruttano gli animali; dalla pet therapy ai santuari per specie salvate da macelli e situazioni di sofferenza; dall’eutanasia per i nostri amici non umani alle zoonosi. I temi sul piatto saranno veramente tanti e li sviscereremo ogni settimana con ospiti ed esperti diversi. Se vi interessa compiere questo viaggio insieme a noi – e auspico che sia così! – allora seguiteci. Restiamo umani, restiamo anima-li. Restiamo connessi.
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