Alab, a Palermo un incubatore di arti e mestieri che riqualifica il centro storico
Seguici su:
Palermo - Un incubatore di mestieri che conta oggi circa 300 soci tra artigiani, artisti, hobbisti, architetti, designer, fotografi, attivisti e inventori. Si chiama Alab – Associazione Liberi Artisti Artigiani Balarm ed è l’associazione nata nel 2010 da un progetto del palermitano Pietro Muratore, che in questi anni ha praticamente riqualificato il Centro Storico di Palermo, aumentando e arricchendo l’offerta culturale della città troppo spesso concentrata solo sul food & beverage.
L’associazione Alab è nata – e finora è davvero riuscita nello scopo – con l’intento di creare uno spazio di iniziativa culturale in grado di produrre sviluppo di conoscenza, difesa e incentivazione dell’arte e artigianato. I principi su cui l’Associazione fonda la propria costituzione sono la partecipazione attiva dei soci nella consapevolezza delle caratteristiche che distinguono l’opera artistica e artigianale dalla produzione industriale.
L’INTUIZIONE DI ALAB
Artefice di tutto, nel 2010, è stato Pietro Muratore, classe 1950 ed entusiasmo contagioso. Il signor Pietro a 18 anni vinse un concorso in Toscana e per tanti anni ha lavorato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per poi rientrare nella sua Palermo. Già durante i suoi anni da impiegato però non si è mai tirato indietro rispetto a iniziative di connessione tra le persone riuscendo a fare da propulsore per associazioni, gruppi di acquisto solidali, mercati di artigianato e progetti di solidarietà.
Alab però è davvero un’intuizione originale. «L’artigianato artistico – spiega il signor Pietro – rappresenta una risorsa economica e produttiva fondamentale; forte di questa consapevolezza l’associazione Alab ha avviato un percorso di rinascita all’interno del centro storico di Palermo, proprio come testimoniato dal nostro logo». In questi 13 anni, Alab ha creato una rete diffusa di micro economia che da una parte crea sviluppo e dall’altra svolge funzione di presidio in un territorio che rischia l’abbandono.
I TOUR DI ALAB ALLA SCOPERTA DELLE BOTTEGHE ARTIGIANALI
«Alab – continua Muratore – è una vera e propria galassia di cui fanno parte a oggi circa ottanta laboratori e trecento soci e si propone così come motore propulsivo per la città svolgendo anche un compito sociale e culturale attraverso varie iniziative. Un itinerario per i cittadini e per i turisti alla scoperta di ciò che c’è di autentico in questa città». Non a caso Alab offre anche visite guidate tra vecchie e nuove generazioni di artigiani che popolano il centro collaborando anche con altre realtà come Palma Nana.
«Proponiamo – spiega – la visita dei laboratori, l’incontro con i nostri artigiani, alla scoperta dei tradizionali metodi di produzione e mostriamo anche i laboratori di designer creativi, che collegano la tradizione con tecniche innovative. Si tratta di un vero e proprio tour tra antico e nuovo artigianato e arte, ma anche attraverso curiosità, storia e bellezza monumentale di Palermo. Diffondiamo l’artigianato creativo come innovazione economica e culturale nelle piazze, nelle scuole, formando sia i più giovani, sia chi ricerca nel fare un’alternativa concreta».
LA RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO PASSA DALL’APERTURA DI ATTIVITÀ ARTIGIANALI
Condizione assolutamente necessaria per far parte di Alab è la creazione di prodotti sempre unici, mai seriali né di tipo industriale. Inoltre, l’associazione sottolinea l’aspetto “deontologico” che si focalizza in alcuni principi importanti come correttezza, impegno e consapevolezza nel concetto di sostenibilità. Oltre a riqualificare e rivitalizzare il centro storico della città, Alab ha dato a realtà appena nate la possibilità di lanciarsi sul mercato senza assumersi subito il rischio e peso dell’apertura di una partita Iva.
Forti di questo sostegno, in molti, dopo un primo periodo in associazione, hanno avuto il coraggio di lanciarsi verso l’avventura dell’attività in proprio. Un’attività dal doppio valore, visto che oltre a diventare lavoro per molti, queste botteghe ripopolano un quartiere di Palermo che sembrava abbandonato al suo destino, perché di fatto più saracinesche alzate significano maggiore decoro.
E in questi anni di saracinesche nel perimetro compreso tra via Divisi, via Paternostro, Piazza Aragona, via Cartari, corso V. Emanuele, via Alloro e via Ponticello ne sono nate. Tra laboratori per la lavorazione della pelle, sartorie, riuso della ceramica e ricamo – dell’associazione fa parte anche la ricamatrice Maria Mercante tra le protagoniste di La notte di Sant’Anna a Castelbuono – gli artigiani-artisti di Alab continuano a crescere.
ALAB SOSTIENE I GIOVANI NEL TROVARE UN’ALTERNATIVA ALL’EMIGRAZIONE
«In questi anni – spiega Pietro Muratore – abbiamo dimostrato che a Palermo c’è tanta creatività e che tanti trentenni, invece di andare via da Palermo, hanno intravisto un’alternativa e si sono potuti creare un futuro nelle loro città. Non solo a Palermo: oggi ci sono attività artistico/artigianali a noi legate anche in provincia e nel trapanese e qualcuna persino fuori dalla Sicilia. Attività che creano lavoro e stimolano indotto».
Allo scopo iniziale dell’associazione – riunire artisti, studenti e appassionati creando uno spazio di iniziativa culturale in grado di produrre crescita della conoscenza di questa antica arte – negli anni si è agganciata la promozione di iniziative di scambio e di incontro per contribuire alla tutela e all’incentivazione dell’artigianato. In questi anni Alab ha anche tessuto relazioni e stipulato convezioni con istituzioni per promuovere istruzione, formazione, aggiornamento, divulgazione, incontri, convegni e seminari.
Come incubatore di mestieri, Alab in questi ultimi anni ha stretto un’alleanza con la Confederazione Nazionale Artigianato e piccola e media impresa per mettere a disposizione dei soci tutti i saperi, i servizi, la rete dei professionisti. «Si tratta di un’iniziativa molto importante – conclude Pietro Muratore – e siamo lieti di questo percorso che abbiamo intrapreso al fianco della Cna, siamo certi che porterà crescita sociale ed economica a tutti i nostri associati».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento