Ibridazione: una call to action per disegnare nuove strategie di rigenerazione culturale dei luoghi
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Per Emmanuele Curti, manager culturale e co-fondatore della rete Lo Stato dei Luoghi, la cultura non va relegata a degli spazi preposti, al contrario è «uno strumento di iniezione di nuovi significati dei luoghi». La rete a cui lavora, nata ormai tre anni fa, raccoglie circa centotrenta realtà: tutti ex-luoghi, destinati nel secolo scorso alle funzioni più diverse – stazioni, fabbriche, tipografie – e oggi riplasmati da una narrazione diversa.
Di rigenerazione culturale e rinascita di spazi abbandonati avevamo già parlato in una precedente intervista. Spazi morti, spesso periferici, sottratti all’abbandono e destinati a una nuova vita. «Si tratta quasi di infilarsi nelle crepe dei luoghi, costruire una visione nuova che dialoga con l’identità storica di quel posto. Il risultato è spesso un cortocircuito tra quello che erano e quello che sono diventati», ha commentato Emmanuele Curti.
IBRIDAZIONE E RIGENERAZIONE CULTURALE
Solo così la cultura diventa incontro tra mondi diversi, strumento di rigenerazione e tra gli elementi fondanti di una comunità. Di fronte al proliferare di progetti di rigenerazione culturale dei luoghi, ciò che molto spesso manca è una direzione comune a livello nazionale. Per tracciare quindi lo stato dell’arte di esperienze di rigenerazione sparse in tutte le regioni italiane e prospettare nuovi scenari futuri, la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con il Master U-Rise dell’Università IUAV di Venezia e Lo Stato dei Luoghi hanno promosso una call to action dal titolo Ibridazione. Nuove politiche per la rigenerazione culturale dei luoghi.
Partendo da “Spaziale”, tema del padiglione Italia alla Biennale di Venezia, l’idea è di lavorare sui processi di rigenerazione intesi come spazi di azione e interazione con i territori e le comunità locali, ma anche come incubatori di nuove relazioni fra attori pubblici e privati. Il programma è rivolto principalmente a organizzazioni no profit e imprese sociali di comunità che vogliono contribuire al dibattito pubblico sulla rigenerazione culturale dei luoghi.
UN APPROCCIO PARTECIPATIVO
Sono cinque le linee di ricerca individuate in cui si cimenteranno i diversi tavoli di lavoro. Si va dalla rigenerazione urbana e delle aree interne come processo multidisciplinare e partecipato, agli strumenti e modelli di gestione e sostenibilità economica fino agli impatti del welfare culturale. «Si procederà con un approccio partecipativo – ha aggiunto Curti – e la nostra rete aiuterà, insieme alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e alla IUAV, a coordinare i lavori dei cinque gruppi».
Nel corso dei lavori si avanzeranno e svilupperanno proposte legate alla sostenibilità economica a medio e lungo termine, alla governance dei progetti in tutte le fasi processuali, alle normative di riferimento vigenti e di possibile riformulazione, ai modelli di valutazione degli impatti e delle ricadute sociali e occupazionali. «È fondamentale uscire dalla frammentazione normativa, costruire un glossario comune a riguardo e fare un punto sullo stato delle cose che aiuti i vari protagonisti – pubblici e privati – a muoversi più facilmente», ha commentato Emmanuele Curti.
In quest’ottica a settembre ci saranno tre incontri con le realtà che hanno risposto alla call e a novembre si tireranno le fila a Venezia con tutti gli stakeholder pubblici e privati. L’obiettivo sarà proprio tracciare un bilancio del lavoro fatto nei mesi precedenti e raccordare le politiche comunali, regionali e nazionali in materia di rigenerazione culturale. Non a caso si è scelto di porre l’accento sul concetto dell’ibridazione, in quanto contaminazione tra ambiti diversi. La cultura si fa così vettore di interdisciplinarietà e commistione tra sfera sociale, economica e politica.
Non si tratta infatti di costruire un dialogo esclusivo con le istituzioni che si occupano prettamente di cultura: «È fondamentale interfacciarsi con i vari ministeri. Per noi la cura delle comunità e dei territori si costruisce anche attraverso la cultura», conclude Curti. «Quando si parla di welfare e salute non si può escludere il discorso legato alla cultura: ecco perché è fondamentale parlare di ibridazione e di incontro di realtà e mondi diversi».
La deadline per partecipare al programma “Ibridazione. Nuove politiche per la rigenerazione culturale dei luoghi” è fissata per il 23 agosto alle ore 16:00.
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