Giorgia Butera: “La potenza della parola al servizio dei diritti umani”
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Palermo - «L’aver realizzato cosa desiderassi essere già da bambina è la mia vittoria più grande. Aiutare chi è vulnerabile, trovare soluzioni possibili, contribuire al cambiamento socio-culturale mi emoziona. E mi emoziona, soprattutto, aver affermato la parola e la sua potenza. Sono soddisfatta, ho il mio spazio nel mondo». Non nasconde l’orgoglio per ogni piccola grande vittoria la sociologa Giorgia Butera che ha fatto dell’uso della parola lo strumento di attivismo per i diritti dei fragili.
Sociologa della Comunicazione, scrittrice e advocacy, Giorgia Butera, palermitana classe 1976, è da sempre al servizio dei diritti di chi resta indietro e si batte per la dignità dei bambini e delle bambine, di portatori di patologie, dei migranti e dei richiedenti asilo e di tanti, tanti altri ancora. Un uragano di donna che porta avanti tante idee e che tante ne ha realizzate in questi anni soprattutto con l’associazione Mete Onlus – Multiculturalism, Earth, Territory, Education – nata con l’obiettivo di tutelare e salvaguardare la dignità umana in ogni parte del Mondo – e con Oidur, Osservatorio Internazionale Diritti Umani e Ricerca.
GIORGIA BUTERA E IL LIBRO SU SEXTING E REVENGE PORN
Ultima iniziativa, in ordine di tempo, è quella contro il Sexting e il Revenge Porn da cui è scaturito il libro Dal Sexting al Revenge Porn – Consapevolezza, Educazione e Crimine Digitale edito da Castelvecchi Editore. «Oggi il sexting è una pratica molto diffusa. Complice una tecnologia alla portata di tutti, ci si scambiano messaggi ammiccanti, foto o video allusivi, via via più espliciti. Il passaggio dal sexting al reato di revenge porn è fin troppo facile e frequente e quando viene meno il consenso il brivido del proibito si trasforma in un incubo di vergogna con conseguenze anche drammatiche», spiega Giorgia che dal 2022 dirige anche l’Osservatorio Sociale per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il libro è nato con l’obiettivo di fornire sostegno ed è uno strumento agile di prevenzione e aiuto per giovani e adulti. Si tratta di un vero e proprio vademecum con indicazioni pratiche per le vittime, o potenziali tali, i loro familiari, amici, educatori, insegnanti. D’altra parte, la pubblicazione è nata soprattutto dopo un’esperienza con Mete onlus all’interno delle scuole per parlare di sexting. «Durante i nostri incontri nelle scuole abbiamo notato una totale disinformazione del fenomeno. Spesso i ragazzi non rilevano il pericolo che si cela dietro certi atteggiamenti, ma noi adulti non possiamo lasciare il libero arbitrio ai ragazzini».
“SONO BAMBINA, NON UNA SPOSA”, LA CAMPAGNA CONTRO I MATRIMONI PRECOCI
Quello della consapevolezza contro il sexting e revenge porn è, però, solo una delle battaglie intraprese da Giorgia Butera come professionista e con le sue associazioni. Nel 2014, infatti, è stata ideatrice di Sono Bambina, Non Una Sposa, campagna contro i matrimoni forzati e precoci diventata virale, che le ha anche spalancato le porte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Una campagna di sensibilizzazione, partita dalla Sicilia, poi trasformatasi in Comunità Internazionale, con una piena riconoscibilità sia nazionale sia internazionale.
Una delle campagne che si susseguono e sempre dalla parte dei più deboli, nella convinzione che avere qualcuno che ti appoggi voglia anche dire avere una chanche per il futuro. Quello verso le bambine e le ragazze è sicuramente un impegno centrale nelle iniziative di Mete. «Dall’aborto selettivo, le spose bambine, le bambine kamikaze, la schiavitù domestica e sessuale infantile, le mutilazioni genitali femminili. A queste bambine è negata l’istruzione che da donna le renderà libera. Il nostro impegno sostiene l’istruzione e l’alfabetizzazione sociale nel mondo».
L’ATTIVITÀ DI METE ONLUS PER LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI
Campagne su campagne, progetti e iniziative che hanno meritato alla sociologa, nel 2016, la medaglia per l’impegno a tutela dei diritti umani internazionali dal Presidente della Repubblica nonché il Premio Donna Siciliana 2017 proprio per il suo diversificato impegno nel mondo del volontariato e della comunicazione sociale. «Ciascuno di noi – spiega – sceglie come collocarsi nel mondo del lavoro. Per me, il lavoro, è avere l’idea visionaria che apre nuovi scenari. Ed è avere la consapevolezza che ogni successo sia frutto di disciplina e competenza. Che non esiste una casualità nell’ottenere risultati ma si possono cogliere stimoli, in ogni parte dell’universo. Ho realizzato e prodotto tantissimi lavori, so di aver dato (e dare) un contributo significativo al sistema socio-culturale, e ne vado fiera».
L’attività di Giorgia Butera e di Mete Onlus verte su questioni di estrema criticità e centralità quali il rispetto dei diritti umani, l’integrazione, la convivenza civile. Tutte attività che la sociologa palermitana ha continuato a portare avanti anche durante la dura lotta personale contro un tumore che le è stato diagnosticato 4 anni fa. «La malattia mi ha un po’ rallentato all’inizio ma non mia ha fermato e mi ha fatto contiuare ad agire dalla parte di chi soffre la condizione del disagio economico e sociale, dell’essere vittima dell’odio razziale e culturale».
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