In Sicilia è record di nidi di tartaruga Caretta Caretta, un traguardo raggiunto grazie ai volontari
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In Sicilia questa estate sono stati individuati e messi in sicurezza dai volontari del WWF oltre 100 nidi di tartarughe Caretta Caretta, un dato rilevante considerando che la stagione non è finita. Si contano, infatti, ben 114 nidificazioni fra l’isola maggiore e le sue isole minori, superando di gran lunga il record dell’estate 2020. I primi nidi depositati a fine maggio si sono schiusi – la Sicilia da quattro anni si conferma essere l’unica regione italiana ad aver registrato nidificazioni già durante questo mese – e oltre 136 tartarughine hanno già raggiunto il mare lungo i litorali di Siracusa, Ragusa, Agrigento, Trapani, Catania e Messina.
«Sono numeri da record che testimoniano l’importanza delle spiagge siciliane per il futuro della Caretta Caretta, ma confermano anche l’importanza di una gestione sostenibile degli arenili, dove per favorire le deposizioni è importante sensibilizzare gestori balneari e turisti, evitare il passaggio di mezzi pesanti sulla spiaggia e il disturbo antropico nelle ore notturne (falò, fuochi pirotecnici). I nostri volontari continueranno le attività di monitoraggio e sorveglianza, un impegno davvero eccezionale visto il numero dei nidi presenti sull’isola» ha dichiarato il Presidente del WWF Italia, Luciano Di Tizio.
I nidi segnalati anche in Sardegna, Toscana e lungo il litorale laziale testimoniano un ampliamento delle aree di deposizione nei litorali del centro-nord Italia a seguito dell’aumento delle temperature. Non è una sorpresa, anzi, i dati lo confermano sempre di più: il cambiamento climatico e il surriscaldamento delle acque stanno spostando sempre di più l’areale delle tartarughe marine verso il Mediterraneo Occidentale, rendendo adatti alla deposizione ambienti che solo qualche anno fa erano troppo freddi per questi rettili.
La Caretta Caretta – il cui nome potrebbe derivare da una trasposizione errata del vocabolo karet, termine che nelle ex colonie francesi in terra africana veniva utilizzato col significato di “guscio di tartaruga” o affondare le origini del nome nei Caraibi, dove indicherebbe la Tartaruga embricata – è l’unica specie di tartaruga marina a nidificare lungo le coste italiane e la sua presenza nei nostri mari fornisce informazioni importanti circa i loro habitat, il riscaldamento globale e le varie forme di inquinamento acustico, chimico e luminoso. L’attività antropica, diretta e indiretta, la rende particolarmente vulnerabile.
Ad esempio, il riscaldamento globale causa squilibri nella popolazione dei nascituri andando ad alterare le temperature e quindi il sesso dei diversi membri. Secondo il rapporto “Climate change and interconnected risks to sustainable development in the Mediterranean”, pubblicato su Nature Climate Change, il Mediterraneo è tra i bacini che si stanno scaldando più velocemente sul pianeta. Basti pensare che tra giugno e agosto 2022 le temperature superficiali medie sono state più alte anche di 4,6 °C rispetto a quelle registrate tra il 1991 e il 2020.
La Caretta Caretta è una specie a rischio estinzione e per questo è protetta da normative internazionali e da svariate convenzioni che prevedono misure di protezione e conservazione, vietandone l’uccisione, il commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione e svernamento e altri periodi in cui questi animali sono già sottoposti a stress di tipo fisiologico.
La specie, oltre al riscaldamento globale, è minacciata da svariati fattori: inquinamento marino, in special modo di plastica; riduzione degli habitat dove poter nidificare; disturbo da parte dei turisti nelle aree di riproduzione; collisioni con imbarcazioni; incidenti provocati dalle reti a strascico e da altri sistemi di pesca. Ecco che una così grande presenza in Sicilia assume un valore indicativo delle buone pratiche messe in atto in questi anni dai volontari, nonostante la presenza sull’isola sia un fenomeno abbastanza recente.
La Caretta Caretta comincia a sentirsi “al sicuro” nelle coste siciliane grazie ai tanti interventi periodici che i volontari mettono in atto: dal ripulire le spiagge dalla plastica e altri rifiuti, evitando l’impiego di mezzi meccanici che distruggerebbero l’ecosistema litoraneo, all’identificazione dei siti di nidificazione fino ai campi di sorveglianza. L’uomo, nel bene e nel male, è coinvolto nella distruzione o nella conservazione del nostro prezioso ma delicatissimo patrimonio naturalistico.
Ogni anno muoiono 40mila tartarughe marine che nuotano nei mari del mondo da 150 milioni di anni. Sono sopravvissute alle più gravi calamità che hanno colpito il nostro pianeta eppure oggi rischiano di scomparire a causa dell’uomo che rende la vita delle tartarughe un percorso a ostacoli sia in mare che in terra.
In Sicilia è possibile segnalare la presenza di tracce sulla spiaggia alla mail monitoraggiotartarughe@gmail.com. È possibile anche sostenere la campagna del WWF Generazione Mare in difesa dei nidi – consentendo ai cuccioli di arrivare in mare sani e salvi – e per il recupero delle tartarughe marine ferite o in difficoltà raccolte dai pescatori, all’interno dei centri di recupero sparsi sul territorio italiano.
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