Terre pulite, il comitato cittadino di Vittoria che si batte contro le “fumarole”
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Ragusa - Lettere aperte, denunce, campagne di sensibilizzazione. Il comitato Terre Pulite di Vittoria non si ferma e da dieci anni continua incessantemente a promuovere azioni a tutela e salvaguardia del territorio. E continua, soprattutto, la battaglia senza sosta contro le fumarole, vera piaga della cosiddetta fascia trasformata – insediamento di coltivazioni in serra estese su una striscia di terra lunga circa 80 chilometri che interessa i territori di Vittoria, Scoglitti e Acate – dove la questione rifiuti speciali, derivanti dalle tante serre che qui costituiscono la fonte primaria di reddito, è davvero spinosa.
Una questione, anzi una piaga, che affligge territorio, ambiente, persone, animali e vegetali. Perché se discariche abusive e rifiuti che bruciano sono già di per sé un problema enorme ovunque ciò accada, tutto si ingigantisce e si trasforma ancor di più una questione di salute pubblica quando a bruciare sono i materiali di rifiuto delle serre tra plastica, teloni, pesticidi, diserbanti e tanto, tanto altro.
TERRE PULITE, TRA SENSIBILIZZAZIONE E DENUNCE
«La situazione nel nostro territorio è sempre più grave», spiegano Riccardo Zingaro e Isabella Terranova, due dei cinque – gli altri sono Eliana Giudice, Antonio Cassarino, Andrea Di Priolo – veterani del comitato cittadino Terre pulite. «Ogni giorno, centinaia di fumarole vengono accese per bruciare residui agricoli misti a plastiche nonché rifiuti di tutti i tipi. Come più volte denunciato, il pericolo per la salute pubblica è altissimo perché le fumarole producono diossina che resta nell’aria da respirare, si deposita sul terreno e si infiltra nelle falde acquifere».
«L’obiettivo principale del nostro comitato – spiega Isabella – è sempre stata la sensibilizzazione della comunità locale sull’importanza della tutela e della pulizia del territorio, attraverso la promozione di azioni volte alla salvaguardia dell’ambiente e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione». Per questo, oltre a organizzare eventi e campagne che riguardano la gestione della differenziata, Terre pulite collabora con le autorità locali e altre organizzazioni per promuovere buone pratiche ambientali, di quelle che permettono alla Sicilia di viaggiare verso i rifiuti zero.
LE FUMAROLE, UNA MINACCIA ALLA SALUTE
Il vero gigante contro cui si scontra il comitato, come accennato, è la realtà delle discariche abusive e delle fumarole dei rifiuti che hanno, di fatto, un risvolto anche criminale. Le fumarole, infatti, si generano dall’ignizione dei rifiuti depositati e «sono un pericolo per l’ambiente circostante a causa delle potenziali emissioni di sostanze tossiche e inquinanti».
Una questione su cui il comitato Terre pulite sollecita da tempo l’intervento di ammistrazioni, istituzioni e Stato. Tra le ultime lettere aperte, ad esempio, si legge: “Sua Eccellenza il Prefetto potrebbe, in questo caso, inoltrare richiesta formale al ministro dell’Interno per l’istituzione di una specifica task force, anche temporanea, finalizzata a combattere e debellare il fenomeno delle fumarole”.
«Non possiamo attendere un minuto di più – sottolineano – perché ogni giorno che passa i nostri concittadini vengono avvelenati e in maniera sempre più grave. Ovviamente servono misure strutturali a sostegno degli agricoltori, che non sono mai stati messi in condizione di smaltire correttamente i rifiuti agricoli e le plastiche meno pregiate, dai teloni ai manicotti fino ai fili per legare le piante, e questo va fatto al più presto, perché l’incremento delle produzioni agricole, che sono ormai a ciclo continuo, rende il problema sempre più grave».
LA FASCIA TRASFORMATA, TERRA DI ECCELLENZE AGROALIMENTARI
«La fascia trasformata – spiegano i membri di Terre pulite – è una grande fabbrica di primizie che tutti ci invidiano, il duro lavoro dei nostri agricoltori ha portato la città di Vittoria alla ribalta perché in essa vi è uno dei migliori e dei più grandi mercati d’Europa. L’agricoltura del nostro territorio è pilastro portante che regge una filiera svariata di imprese anche se non direttamente interessate alla produzione degli stessi ortaggi. La dedizione che gli agricoltori impiegano nel produrre i frutti della propria terra viene meno quando si parla di smaltimento dei rifiuti di produzione».
Il risultato? Purtroppo inquinamento su tutti i fronti. «Eppure noi pensiamo che esista una possibilità e si chiama prevenzione, basata su una corretta separazione dei rifiuti agricoli, sull’agevole raccolta di tali rifiuti e smaltimento a norma di legge di ogni tipo di rifiuto. La ricchezza che qui generano le serre è innegabile. Ma le persone devono essere messe nella condizione di smaltire adeguatamente i rifiuti speciali e di conoscere i danni che derivano dal mancato rispetto delle regole». Danni che, ricordiamo, non sono solo di ordine estetico, ma di vera e propria minaccia alla salute.
TRA LE PROPOSTE DI TERRE PULITE: UN’APP DI GEOLOCALIZZAZIONE
Non solo denunce, segnalazioni e solleciti. Il comitato Terre Pulite è molto attivo sul fronte delle proposte. Proposte che, in particolare, Riccardo Zingaro fa partire da constatazioni reali e dalla conoscenza delle leggi. In Italia, infatti, le discariche abusive sono regolate dalla legge e sono considerate un reato grave. L’articolo 256 del Codice Penale italiano infatti disciplina il reato di abbandono e smaltimento illecito di rifiuti: chiunque abbandona, deposita o smaltisce rifiuti in luoghi non autorizzati può essere punito con la reclusione e con una multa.
Inoltre, l’Italia ha introdotto una serie di norme specifiche per la gestione dei rifiuti e la prevenzione delle discariche abusive. La principale legge in materia è il Decreto legislativo 152\/2006, noto come Testo Unico Ambientale (TUA) che stabilisce le disposizioni in materia di rifiuti, compresa la gestione, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nonché le sanzioni per coloro che violano le norme. Le autorità competenti, come le forze dell’ordine, le autorità ambientali e i servizi di gestione dei rifiuti, sono responsabili di individuare e contrastare le discariche abusive.
«Tutto questo – sottolinea Riccardo – significa che le istituzioni sono tenute a effettuare controlli sul territorio e coloro che vengono trovati in violazione delle norme possono essere sottoposti a sanzioni penali e amministrative». A partire da questa constatazione, il comitato propone da tempo alcune soluzioni tecnologiche specifiche come, ad esempio, l’utilizzo della tecnologia attraverso un’applicazione di geo-localizzazione dei siti a rischio fumarole con l’ausilio di volontari specifici nonché l’utilizzo di droni a visione notturna e diurna per la localizzazione dei fuochi che consentirebbe l’individuazione dei colpevoli in flagranza.
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