Salento Km0 porta a tavola forchette e forconi per scoprire le storie di contadini e vignaioli resistenti
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Lecce, Puglia - Immaginate una calda sera d’estate, del cibo preparato con cura, un po’ di buon vino, il tutto accompagnato dal racconto di chi quel cibo l’ha prodotto con le proprie mani. Storie di ordinaria resistenza accompagneranno la degustazione. Il cibo sarà in qualche modo il vero filo conduttore di questi racconti, che hanno per protagonisti giovani contadini, piccoli produttori, custodi di aree desolate e vignaioli di terre in abbandono.
Dopo l’edizione dello scorso anno, torna Forchette e Forconi, un ciclo di “cene parlanti” ideato dall’associazione Salento Km0. Protagonista sarà il cibo – interamente plant based – preparato dalla chef Emanuela Vincenti e condito dalle storie di contadini e vignaioli resistenti guidati dalla voce e dalle letture di Gianluca Palma, presidente dell’associazione La scatola di latta.
«Abbiamo deciso di replicare l’iniziativa perché crediamo che non ci sia mezzo migliore del cibo per comunicare i valori dell’agroecologia. È un’idea semplice ma rivoluzionaria, perché permette di dare voce proprio ai piccoli produttori di cibo, che spesso restano nell’ombra», ha commentato Francesca Casaluci, presidente di Salento Km0.
OLTRE LE NOSTRE TAVOLE
Nell’ottica di promuovere i valori dell’agroecologia e il lavoro di decine di piccoli produttori, l’associazione salentina cura da anni decine di progetti di educazione, formazione e animazione territoriale. Collabora con enti nello sviluppo di attività innovative, come quello della prima Mensa Bio-etica a Km zero, che coinvolge la Scuola d’Infanzia di Melpignano e permette di portare cibo sano e locale a più di trenta bambini. Dal 2021, Salento Km0 gestisce il Laboratorio Urbano To Kalò Fai di Zollino (LE), uno spazio multifunzionale che ospita eventi e attività come la rassegna “Forchette e Forconi”.
«La maggior parte delle persone non sa nulla del cibo che finisce ogni giorno nel proprio piatto: da dove viene, chi lo ha prodotto e come. Per non parlare del fatto che è proprio il settore agroalimentare ad essere responsabile di un enorme impatto ambientale», ha aggiunto la presidente di Salento Km0. Forchette e Forconi sarà l’occasione giusta per scoprire i meccanismi di filiere corte e virtuose. I produttori stessi potranno raccontarsi in modo informale, rispondere alle curiosità degli altri commensali, spiegare le difficoltà riscontrate ogni giorno.
AGRICOLTURA E FALSI IMMAGINARI
È fondamentale infatti rafforzare l’alleanza tra piccoli produttori e consumatori per favorire le filiere locali e per tutelare il territorio. E quale modo migliore per farlo se non seduti alla stessa tavola, ascoltando l’eroica quotidianità di produttori che in prima linea si impegnano a preservare la biodiversità con scelte produttive consapevoli.
«Non vogliamo però cadere nel facile errore di raccontare un mondo idilliaco – ha precisato Francesca – ma vogliamo dipingere queste esperienze nella loro realtà, fatta di valori a tratti eroici, ma anche estremamente fragili, continuamente minacciati da una realtà fatta di burocrazia, regole di mercato, costi sempre al rialzo e ovviamente un clima che sta cambiando. Ancora una volta serve un’alleanza, una presa di coscienza forte per sostenere queste realtà che, a pochi chilometri da casa nostra, creano economia e custodiscono l’ecosistema rurale».
STORIE DI RIVOLUZIONARIA SEMPLICITÀ
Protagonisti della prima serata, il 14 luglio, saranno i vignaioli Piccoli Piccoli, un’azienda vitivinicola molto giovane che recupera vigneti abbandonati producendo un vino 100% naturale nell’area della provincia di Taranto e più precisamente a Carosino. Insieme a loro ci sarà l’associazione Ombre Rosse, impegnata nella produzione di varietà orticole quasi perdute e grani antichi poi fatti macinare dal mulino di comunità di Castiglione. Il loro intento è di farsi custodi del territorio, recuperando quei terreni sovrasfruttati da regimi agricoli estensivi e convenzionali.
«Abbiamo l’opportunità di scegliere un cibo buono per noi ma anche per l’ambiente e non un ambiente astratto ma per quello più prossimo a noi, fatto di paesi in spopolamento, campagne in abbandono, sfigurate dal disseccamento, da incendi e discariche abusive», ha concluso la presidente di Salento Km0. È solo così il cibo acquisisce un valore profondo, sociale, identitario, di resistenza, ben oltre le filiere produttive e le logiche di mercato.
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