A Torino una raccolta firme per salvare il Parco della Pellerina dal consumo di suolo
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Torino - Nei mesi scorsi vi abbiamo parlato della vicenda che interessa il parco più grande della città di Torino, ovvero il Parco della Pellerina, e di un comitato di cittadini che si sta battendo per tutelare quest’area naturale dal consumo di suolo. Sì, perché proprio in corrispondenza del parco le amministrazioni comunale e regionale hanno in programma di costruire la nuova sede del complesso ospedaliero Maria Vittoria, in sostituzione a quello già esistente che necessita di essere rimpiazzato con una struttura più moderna ed efficiente.
Sulla realizzazione del nuovo ospedale si è acceso nei mesi passati un dibattito che vede da un lato la scelta di questo sito per la realizzazione del nuovo ospedale da parte delle amministrazioni, dopo la comparazione tra alcune aree potenzialmente idonee; dall’altro i cittadini e le associazioni del territorio, che chiedono di considerare altre aree come quella occupata dalla Thyssenkrupp, che era stata precedentemente vagliata dall’amministrazione e scartata in quanto soggetta a un potenziale rischio idrogeologico e in quanto l’ingente opera di bonifica, dovuta alla precedente vocazione industriale, avrebbe allungato i tempi di realizzazione dell’ospedale.
Sulla questione, la voce delle realtà del territorio si è fatta nuovamente sentire e in particolare quella del Comitato Salviamo la Pellerina che sabato primo luglio ha organizzato un’apericena presso la Cascina Marchesa, a cui sono state invitate tutte le persone sensibili alla tematica.
Come spiegano i promotori, «in data 27 giugno 2023, con circa due mesi di anticipo sui quattro consentiti dal regolamento comunale, abbiamo depositato circa 1700 firme che accompagnano la delibera di iniziativa popolare con la richiesta dei cittadini che desiderano fortemente cambiare la destinazione d’uso dell’area Thyssen e, una volta bonificata a spese di chi ha inquinato (come prescrive la legge), asservire a parco e a servizi sanitari in modo da poter insediarvi il nuovo presidio ospedaliero di Torino nord-ovest».
La stragrande maggioranza dei cittadini durante la raccolta firme, non solo ha chiesto di rendere inedificabile la Pellerina, mantenendo l’attuale destinazione a parco pubblico, ma ha dichiarato anche che la scelta dell’area più pertinente per il nuovo nosocomio – tenuto conto della vicinanza all’attuale ospedale Maria Vittoria che, ormai vetusto, dovrà essere sostituito – corrisponde all’area Thyssen che necessiterà di essere bonificata.
«Forti della richiesta popolare, abbiamo anche costituito un comitato referendario per far sì che siano i cittadini a decidere il futuro di questa parte della Città dove tutte le amministrazioni, a 16 anni dalla tragedia che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei torinesi e non solo, non hanno voluto incidere per farla bonificare. Oltre all’incuria e all’inerzia, l’attuale amministrazione vuole cementificare una gran parte della Pellerina, un’area permeabile del più grande polmone verde della città, nonostante questa risulti essere la più inquinata d’Italia».
Il comitato dei cittadini, con il deposito delle 1700 firme, lamenta la mancanza di attenzione dell’amministrazione verso la prevenzione di questo polmone verde, nonostante le promesse elettorali parlassero di “zero consumo di suolo”. A ciò si aggiunge la mancanza di un dialogo adeguato con la cittadinanza, oltre che una maggior trasparenza del processo decisionale.
«Con questa consapevolezza è iniziata dal 5 giugno la raccolta delle firme per attivare l’unico vero strumento di democrazia diretta che vincola l’amministrazione a rispettare la volontà popolare e non, ovvero il referendum propositivo che lo Statuto della Città di Torino prevede. In tutte le circoscrizioni si potrà sottoscrivere il testo referendario, oltre che on-line su Torino Facile. Le aree verdi e molte alberate di Torino sono oggetto di devastazione e come Comitato Salviamo la Pellerina, unitamente ad altri comitati spontanei costituitisi in “Resistenza Verde” chiediamo il sostegno di tutti. Facciamo sì che siano i cittadini a salvaguardare l’ambiente, visto che gli amministratori pubblici non lo fanno».
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