Patch: da vecchio complesso scolastico a parco urbano che combatte il consumo di suolo
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Torino - Azzerare il consumo di suolo entro il 2050: è questo l’obiettivo europeo che l’Italia deve perseguire, perché la transizione ecologica non può che passare attraverso quei progetti che diminuiscono il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo. Un esempio virtuoso che arriva dal Piemonte è quello del Patch, il PArco Tessile Chierese: un progetto e simbolo di cosa può fare la riqualificazione urbana.
Il nuovo Parco Tessile Chierese è oggi in fase di ultimazione e vede collaborare il Comune di Chieri, l’Università e il Politecnico di Torino, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e altre associazioni locali: nasce dalla riqualificazione di un’area comunale dove sorgeva un complesso scolastico abbandonato da oltre quindici anni, l’ex scuola elementare e media Angelo Mosso di Via Tana.
Fino a non molto tempo fa il Piano Regolatore prevedeva per questa zona la trasformazione in area residenziale, con la costruzione di circa 40 alloggi, oltre a nuovi uffici e negozi, ma l’amministrazione comunale ha deciso invece di ricoprire quest’area non con nuovo cemento, ma con alberi, piante e arbusti con l’obiettivo di restituire anche nuovi spazi verdi e di socialità.
PORTARE IL VERDE IN CITTÀ
Il cambio della destinazione d’uso di quest’area ha portato all’aumento della permeabilità del suolo e della superficie verde urbana, ma anche alla restituzione di un bene comune ai cittadini. Legambiente ha scelto il PATCH – Parco Tessile Chierese come quarta tappa della sua campagna nazionale itinerante I cantieri della transizione ecologica. Verso il XII congresso nazionale di Legambiente.
La campagna – raccontata anche sul sito cantieridellatransizione.legambiente.it – è un viaggio lungo la Penisola per far conoscere e dar voce a quei cantieri, progetti ed esperienze che vanno nella direzione della transizione ecologica e che meritano di essere replicati. La tappa a Chieri è stata anche l’occasione per Legambiente per lanciare un messaggio al Governo Meloni chiedendo di approvare una legge nazionale contro il consumo di suolo che ancora manca all’appello.
UN ESEMPIO VIRTUOSO
Il progetto prevede una nuova area verde di circa 6000 metri quadri con 50 specie arboree, 131 specie arbustive, 205 metri quadri di specie erbacee perenni – privilegiando specie autoctone e con fabbisogno d’acqua contenuto – e si collega con quella già esistente del parco Caselli per un totale di 11mila metri quadri.
Il progetto del Patch è stato presentato in questi giorni al nuovo Parco Tessile Chierese, in via di ultimazione, da Legambiente e dall’Amministrazione comunale di Chieri. «Non si può più rimandare la tutela del nostro territorio. La nuova cementificazione – dichiarano Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente e Giorgio Prino, Presidente Legambiente Piemonte – Valle D’Aosta – va diminuita fino ad arrivare a zero entro il 2050 e bisogna invece sostenere tutti quei progetti che arrivano dai territori, come il Patch, che aumentano la superficie permeabile dei terreni, indispensabile per assorbire il più possibile le precipitazioni».
«Ci auguriamo che l’esempio virtuoso messo in campo dalla città di Chieri possa essere da stimolo per molte altre amministrazioni piemontesi e della Penisola. Le aree verdi in città offrono anche importanti servizi ecosistemici, essenziali per contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e per arginare il costante declino della biodiversità. A livello nazionale, chiediamo al Governo un’assunzione di responsabilità affinché si approvi una legge nazionale sullo stop al consumo di suolo che il Paese attende da ben undici anni».
LA NASCITA DEL PROGETTO
Il progetto è stato redatto dall’architetta paesaggista chierese Cristina Cassavia e dall’architetto Marco Maccagno. L’investimento per la realizzazione del parco è stato di 850mila euro: 530mila è stato il contributo del Comune di Chieri e 320mila quello della Fondazione Compagnia di San Paolo. Nel 2020 il progetto del Patch si è aggiudicato il bando Restauro Ambientale Sostenibile, dedicato a soluzioni che coniughino il recupero e la restituzione di un bene comune con la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturale.
Il primo passo per la rigenerazione dell’area è stata la demolizione di oltre 16000 metri cubi dell’edificio scolastico in stato di abbandono. Con la creazione del PATCH si è ottenuta una integrazione di circa 6000 metri quadri della limitrofa area verde, realizzando un parco di quasi 11000 metri quadri lungo il torrente Tepice nel centro della città.
Lo stesso nome del parco Patch – ovvero “pezza” in inglese – rimanda al fatto che costituirà un rammendo e una continuità con una zona verde urbana, ma anche un legame con la tradizione tessile chierese. Grazie alla produzione del fustagno e alla coltivazione del Gualdo (Isactis tinctoria L.), pianta tintoria dalle cui radici si ricava il blu, il tessile ha costituito per Chieri fonte di prosperità e lo ha reso uno dei distretti industriali del Centro-Nord Italia.
Il Parco Tessile Chierese rievoca la memoria storica del luogo tramite il disegno del progetto che vuole ricordare la trama di un tessuto: un viale principale taglia l’area diagonalmente e a partire da questo vengono generati dei percorsi perpendicolari che collegano tutte le zone del parco.
RESTITUIRE AI CITTADINI NUOVI SPAZI VERDI
L’idea alla base del piano di riqualificazione è stata quella di restituire ai cittadini nuovi spazi verdi per la socialità, il gioco e lo sport, con un nuovo campo da basket. È previsto anche un polo per l’educazione ambientale, un Eco-Point, luogo di aggregazione vicino al centro giovanile Arca per incontrarsi e proporre nuove idee sulla sensibilizzazione ambientale.
«Il Patch è un vero e proprio cantiere di transizione ecologica. Siamo orgogliosi del fatto che Legambiente abbia scelto Chieri come tappa della loro Campagna verso il Congresso nazionale e il Patch – Parco Tessile Chierese come esempio virtuoso di rigenerazione urbana», ha commentato il Sindaco Alessandro Sicchiero. «Tutti i progetti che stiamo realizzando a Chieri anche grazie ai fondi del PNRR hanno come filo rosso quello di rendere la città più sostenibile e più a misura d’uomo, senza ulteriore consumo di suolo, consegnando alle future generazioni una Chieri più inclusiva e più vivace».
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