Papà in azione: lavorare su di sé per una nuova consapevolezza
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Savona - “Love is here. Residenziale Papà in azione”. La scritta blu spicca sullo striscione bianco appeso lungo la strada e cattura la mia attenzione. È fine giugno e il caldo è già arrivato a bussare le porte. Rileggo per essere sicura di aver compreso: mi trovo nell’entroterra albenganese e non è solito trovare gruppi che lavorano su temi come la paternità.
Decido quindi di cercare informazioni e approfondire di cosa si tratta: è così che conosco per la prima volta il lavoro di Angelo Cattaneo, formatore, motivatore, counselor, ma soprattutto un “joy trainer”. Angelo si propone infatti, con modalità, strumenti e forme differenti, come accompagnatore di persone decise a lavorare su di loro per trovare la loro felicità, passando attraverso la conoscenza del proprio sé consapevole.
PAPÀ IN AZIONE
Tra i diversi percorsi che ha attivato in questi anni c’è quello di Papà in azione: si tratta di un gruppo di uomini che settimanalmente si incontrano online da sei anni, e attraverso tecniche, strumenti di condivisione lavorano su di loro per migliorare la relazione con sé stessi e il loro contesto familiare e lavorativo. «Il percorso è nato dall’intuizione di mettere in contatto i papà biologici, ma ho compreso che non era necessario essere padre da un punto di vista biologico».
«E così poco dopo ho deciso di aprire l’esperienza a tutto il genere maschile in tutta Italia, indipendentemente dalla loro situazione familiare e professionale: dai single ai divorziati, padri e adolescenti, manager e pensionati, giocatori professionisti e studenti. Un gruppo di condivisione dunque, che unisce grazie alla sua eterogeneità persone di genere maschile che sono mosse dalla volontà di vivere la loro vita ad un livello di consapevolezza maggiore».
UN GRUPPO DI NON TUTTI
Il percorso è quindi aperto a chiunque senta di voler smuovere la propria vita, facendo un lavoro su di sé in un contesto protetto e alla pari. Ma negli anni Angelo ha deciso di esserne custode della soglia: «Il gruppo è di tutti, ma non faccio partecipare tutti: persone che arrivano e sono eccessivamente interessate alla sfida personale e collettiva».
Nel caso di coloro che partono dal presupposto che qualcuno da fuori debba risolvere i loro problemi o che per diversi motivi non sono disposti a fare il proprio pezzo per evolvere, «prima di entrare a farne parte sono invitati e, se vogliono, accompagnati a compiere prima un percorso più personale, evitando di risucchiare troppe energie e tempo a chi è già all’interno e di chi vuole entrare a farne parte».
Angelo dunque svolge, prima di iniziare, un breve colloquio e un incontro individuale per comprendere il punto di partenza della persona interessata al percorso. «In questi anni ho cambiato le mie regole interne e di conseguenza anche quelle del gruppo: sono passato da invitare ad accedere solo persone che avevano già fatto un percorso con me ad un incontro personale di una giornata pre iscrizione, passando poi a mezza giornata all’attuale situazione: un colloquio breve per conoscere la persona interessata e uno scambio di informazioni pratiche su ciò che il lavoro di gruppo prevede per la sua forma».
Al colloquio segue la condivisione di contatti diretti di due o tre persone che già fanno parte del percorso, che sono affini ma arrivano da vissuti differenti, per poter avere un primo momento condiviso di racconto di loro, della storia pregressa che si portano dietro, ma anche le aspettative, i bisogni percepiti e le ferite ancora aperte. Successivamente si può partecipare a un primo incontro collettivo per avere un assaggio di come sono strutturati gli incontri collettivi e potersi ascoltare per comprendere se ciò risuona dentro a ognuno o no. Un percorso dunque di diversi step in cui man mano si acquisisce maggior consapevolezza e chiarezza sul voler iniziare un percorso insieme o no.
IL RESIDENZIALE
Oltre agli incontri online settimanali, Angelo organizza residenziali annuali per far incontrare di persona i partecipanti del gruppo e permettere loro di vivere un’esperienza in natura intensiva, i cui obiettivi sono evoluzione personale, costruzione di relazioni autentiche senza sovrastrutture e giudizio, il vivere a pieno in modo armonioso la propria vita e risvegliare interiormente la capacità di amare.
L’ultimo incontro è avvenuto proprio poche settimane fa a Vesallo, frazione di Castelbianco (SV), in val Pennavaire: in questa occasione una quindicina di uomini provenienti da tutta Italia hanno avuto la possibilità di vivere per quattro giorni in una situazione naturale che li ha sostenuti nel loro percorso intenso di maggior consapevolezza.
«La dinamica di cercare ricompense esterne nei diversi contesti che viviamo appartiene a molti e molte: tutti noi abbiamo vissuto in passato esperienze in cui abbiamo cercato da persone e contesti conferme di essere amati. Si tratta di un viaggio, un percorso personale e soggettivo, ma che se supportato da un gruppo di persone che sono nello stesso cammino, il tutto assume ancora maggior forza».
Il luogo non è stato scelto a caso: da circa un anno Angelo e la compagna Silvia hanno scelto Castelbianco come loro casa, trasferendosi da Lodi e trovando così un luogo silenzioso e naturale che li accolga e si prenda cura di loro a ogni rientro dai frequenti spostamenti di lavoro che entrambi vivono periodicamente. «Stiamo immaginando di organizzare sempre più attività qui, ci piacerebbe infatti portare parte di ciò che facciamo per vivere a pieno questi luoghi e farli conoscere da più persone».
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