Marcello e la Nuova Libreria Cappelli: “Vogliamo essere un incubatore per il quartiere”
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Bolzano, Trentino Alto Adige - Ci sono luoghi in una città che non sono solo spazi fisici, ma hanno anche un significato identitario per coloro che li vivono; può trattarsi di un parco, di una strada, di un edificio, di un negozio. O di una libreria. La libreria Cappelli è stata uno di questi luoghi per gli abitanti di Bolzano, un punto di riferimento nel quartiere. Per più di ottant’anni. E se per i suoi storici proprietari l’avanzata del commercio online negli ultimi anni è stata talmente scoraggiante da indurli infine a chiudere, per Marcello Landi, 39 anni, non è altro che uno tipo di commercio a cui bisogna rispondere con una valida alternativa.
Quando arriviamo alla Nuova Libreria Cappelli, aperta da appena un mese a trenta metri dalla storica libreria Cappelli, Marcello è intento nel suo lavoro. Ci fa accomodare su uno dei piccoli divani retrò che, sparsi negli angoli della grande libreria, invitano i lettori a scoprire qualche titolo inaspettato. La storia d’amore tra Marcello e i libri comincia a Cava dei Tirreni, quando lui ha appena 16 anni e inizia a lavorare in una libreria locale. Solo quattro anni più tardi ne diventa il gestore. La vita lo porta poi a gestire prima la libreria Ubik di Gorizia e, qualche anno dopo, quella nel centro di Bolzano.
Ma in una libreria del centro, Marcello non riesce a fare il tipo di lavoro che desidera, poiché i flussi del turismo modificano il senso dell’attività: «Sono persone di passaggio – spiega –, che nella maggior parte dei casi non rivediamo più, che vogliono trovare quello che cercano in quel momento e acquistano d’impulso. Per questo motivo non è possibile costruire una relazione con questo tipo di persone».
«Le librerie che dipendono dal turismo – continua – seguono regole completamente diverse da quelle di quartiere. Le persone in vacanza hanno una maggiore propensione all’acquisto e sono meno prudenti del solito. Tendono a comprare d’impulso. Questo fenomeno è ben noto e si cerca di organizzare la libreria per trarne vantaggio in alta stagione, mentre il flusso di cassa rallenta in bassa stagione. Non mi interessa lavorare in questo modo. Mi interessa costruire rapporti di fiducia con i miei clienti, rapporti che durino nel tempo e che diano soddisfazione per un lavoro ben fatto, con costanza. E mi interessa lavorare col quartiere».
Così, quando la storica libreria Cappelli ha chiuso, Marcello ha visto l’opportunità di realizzare un sogno che aveva covato a lungo. Si è messo in ascolto e ha percepito che un quartiere era ferito perché un’ennesima attività storica e identitaria aveva chiuso i battenti. Ha capito che si era creato un vuoto. Così ha deciso di dare seguito a quella sensazione e, contro ogni consiglio, ha aperto la Nuova Libreria Cappelli.
«Aprire una libreria ti mette davanti a enormi difficoltà finanziarie. Le cambiali, eh già, le cambiali esistono ancora», sorride per un momento e poi continua: «A livello puramente razionale non aveva alcun senso aprire questa attività: i margini sono bassi, l’investimento iniziale è molto alto, in più si tratta del commercio più capillare che ci sia. Ma io questo lavoro lo so fare bene e lo voglio fare così».
Gli chiediamo di spiegarci meglio la sua idea di libreria. Risponde veloce: «Voglio che questo non sia solo un negozio dove si acquista, ma sia un luogo di incontro dove si fa cultura, dove stare bene, trascorrere del tempo e incontrare persone interessanti con cui scambiare idee. Vogliamo essere un incubatore, dare spazio alle proposte della gente del quartiere».
Marcello prosegue facendo un esempio: «Questo mese saremo aperti continuativamente dalle nove di mattina a mezza notte e ospiteremo ogni giorno una delle iniziative che ci sono state proposte da persone e associazioni della città. Ci saranno laboratori per bambini, mostre d’arte, presentazioni. Ci sarà un quiz letterario, una Pride Book Night, incontri al buio tra lettori. Noi non abbiamo fatto altro che mettere a disposizione la libreria: le idee sono arrivate da ogni angolo, incontenibili.”
Chiediamo a Marcello se non abbia paura anche lui di doversi confrontare con il commercio online. Ci risponde deciso: «Tempo fa lessi un articolo in cui si diceva che questo quartiere di Bolzano è il secondo in Italia, dopo Milano, per il successo del commercio online. Qui la gente compra molto su Amazon. Io ho aperto proprio per offrire un’alternativa. Con una proposta selezionata, con una buona offerta commerciale, con un ottimo servizio. La proposta del commercio online si basa su algoritmi che studiano gli interessi e le azioni di una persona per offrire cose sempre simili a se stesse. Ma quanto abbiamo bisogno di restare della nostra idea? La libreria fisica c’è per farti trovare quello che non cercavi».
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