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Campania - Tempo fa un gruppo di professioniste provenienti da storie e da mondi lavorativi diversi – biologhe, avvocate, assistenti sociali, pediatre e educatrici – decise di unirsi per fare della passione di ciascuna di loro un lavoro. Nasce così l’Orsa Maggiore, una cooperativa sociale che ha visto la luce il 7 giugno del 1995 grazie all’unione di un gruppo di donne già da tempo impegnate in attività di volontariato nel quartiere Rione Traiano di Napoli.
IL CENTRO DI EDUCATIVA TERRITORIALE DELL’ORSA MAGGIORE
A partire dal 1995 iniziarono a creare progetti per le donne e per i bambini del Rione Traiano, un quartiere con grandi problematicità e nel 1998 nacque il Centro di educativa territoriale in convenzione con il Comune di Napoli. Il Centro è ancora attivo e ad oggi offre un servizio quotidiano e stabile per bambini e ragazzi dai sei ai sedici anni, grazie all’impegno di sette educatori e di un coordinatore di minori. Le attività proposte mirano alla crescita personale e alla promozione della lotta contro il disagio.
Mantenendo uno sguardo sulle donne, l’Orsa Maggiore si impegna in progetti pensati specificamente per le madri, creando diverse occasioni di supporto, inserimento lavorativo e soprattutto di sostegno genitoriale. Lavorano in convenzione con Save The Children per un progetto di sostegno alla genitorialità chiamato “Spazio mamme”, pensato per supportare le donne con bambini piccoli.
LO SPAZIO NEUTRO E GLI INTERVENTI DOMICILIARI
Nella sede di via Epomeo, è attivo anche il polo territoriale per le famiglie, un servizio rivolto a famiglie in difficoltà al quale si arriva sia per accesso spontaneo, ma soprattutto su segnalazione dei servizi sociali. Al polo si svolgono diverse attività per promuovere il benessere dell’intero nucleo familiare. Lo spazio neutro permette incontri protetti con i genitori, vengono organizzati gruppi di incontro per i genitori e anche interventi di educativa domiciliare, mirati a rinforzare la relazione tra i genitori e i figli dentro casa.
«Negli anni abbiamo sviluppato l’idea che prima avviene il sostegno alla genitorialità più possibilità ci sono che la nostra azione sia positiva. Per questo, la nostra linea metodologia si basa principalmente sulla prevenzione. Cerchiamo quindi di agire già nei primi mesi dalla nascita, addirittura prima della nascita. Incontriamo tantissime difficoltà, perché lavoriamo con famiglie fragili e spesso ci sono resistenze nel far entrare gli operatori in casa. Però, una volta dentro, di solito riusciamo a tracciare una strada verso il cambiamento, che avviene anche rispetto ai figli più grandi che già sono nel nucleo familiare», ha spiegato Francesca D’Onofrio, la presidente della cooperativa.
L’IMPORTANZA DI UNA RETE DI SUPPORTO
L’Orsa Maggiore lavora in collaborazione con le scuole, offrendo servizi di contrasto alla dispersione scolastica e di prevenzione all’abuso e al maltrattamento, organizzando diversi laboratori. Gli educatori, affiancando gli insegnanti nelle classi, lavorano con una metodologia diversa da quella tipica della scuola, esercitando la gestione delle emozioni e aiutando a migliorare le relazioni tra pari e con gli insegnanti.
«Crediamo che la dispersione scolastica vada prevenuta e affrontata nel momento in cui si notano i primi segnali deboli. Quando un ragazzo si assenta sempre lo stesso giorno, arriva tardi a scuola, oppure ha delle difficoltà o non svolge i compiti, se si interviene in tempo si può contrastare quella che probabilmente diventerà una bocciatura, una mancanza di impegno e un probabile abbandono scolastico».
L’Orsa Maggiore crede fortemente nell’importanza della costruzione di una rete di supporto. «Nelle attività di sostegno, è importante guardare sé stessi, ma anche il contesto in cui vivono le persone che vogliamo aiutare. Uno dei nostri più grandi lavori è proprio quello di provare a creare una rete, perché vogliamo essere transitori, non assistenzialisti. Vogliamo che le famiglie che incontriamo diventino autonome, per cui ci impegniamo nel creare attorno a loro una rete che dia punti di riferimento in caso di necessità, ma sapendo che nel frattempo hanno imparato a guidarsi da sole».
GLI INCONTRI DI GRUPPO
La metodologia utilizzata da L’Orsa Maggiore nelle attività di supporto si basta tanto sul lavoro in gruppo. «Dal confronto con gli altri pensiamo che possano nascere le esperienze migliori. Stare in cerchio e mettersi tutti allo stesso livello fa sentire le persone meno sole nei loro problemi. Ogni bambino, ogni adulto, ogni genitore può pensare che quel problema sia solo suo, mentre invece condividendo e lavorando sulle emozioni che proviamo, ci scopriamo simili, possiamo ottenere spunti, consigli o anche solo un conforto».
Lo scopo è trovare all’interno delle persone le risorse che hanno già, ma che non si riconoscono. In un certo senso, l’educatore è soltanto un facilitatore. Gli operatori di Orsa Maggiore non si mettono mai in una posizione di superiorità verso le famiglie e durante le attività di gruppo siedono in cerchio accanto ai genitori, lasciando a loro lo spazio.
LA NASCIA DI CASA GLO
Dopo tanti anni di attività nel Rione Traiano, nel 2010 il Comune di Napoli ha deciso di affidare all’Orsa Maggiore un nuovo spazio: Villa La Gloriette, un bene confiscato alla camorra, ex villa di Michele Zaza. Una villa in un parco privato, che affaccia sul golfo di Napoli, un posto completamente diverso da quella che era la culla della cooperativa.
Da tempo l’Orsa Maggiore desiderava creare uno spazio di socializzazione per ragazzi con fragilità e ha scelto di destinare a questo scopo la villa, che è diventata Casa Glo. «Teniamo aperta questa possibilità della vulnerabilità, perché non accogliamo solo ragazzi con disabilità certificata, ma anche quelli che da piccoli hanno subito forti traumi che hanno inficiato sul loro livello cognitivo, ma che non hanno mai ottenuto una certificazione di disabilità».
Casa Glo è stata eletta così a simbolo della lotta di Orsa Maggiore alla camorra e alle mafie e il luogo di socializzazione per ragazzi con fragilità che, fuoriusciti dal contesto scolastico, erano tornati nell’isolamento. «Lavoriamo molto sulle autonomie personali. Cerchiamo di guardare la disabilità al rovescio, non soffermandoci sui limiti, ma individuando le abilità diverse che ognuno dei ragazzi possiede».
All’interno di casa Glo si svolgono diverse attività. I ragazzi, guidati dagli operatori, gestiscono la casa, fanno le pulizie e si occupano della spesa e del pranzo per potenziare la loro autonomia. Alcuni laboratori sono mirati alla ripresa di alcune competenze, come lettura, scrittura e calcoli. E ancora, a Casa Glo si svolgono laboratori volti allo sviluppo della manualità, laboratori di teatro, yoga e musica. Volontà dell’Orsa Maggiore è anche quella di restituire il bene all’intera comunità, aprendolo verso l’esterno e ospitando giovani con il servizio civile, scuole e chiunque voglia organizzare un evento o visitarla.
L’ORSA MAGGIORE DIVENTA COOPERATIVA MISTA
Dal 2010 ad oggi, Casa Glo ha accolto tantissimi ragazzi. Alcuni di loro avevano una spinta all’autonomia maggiore di altri e sentivano la necessità di lavorare. «Nonostante le misure di sostegno per i ragazzi con disabilità, vogliono sentirsi autonomi e padroni della loro vita attraverso il lavoro. Così, alcuni ragazzi sono stati inseriti in aziende esterne. Tuttavia, ci siamo resi conto che la cosa non funzionava. In un’azienda grande non riuscivano a stare al passo con la produzione e avevano difficoltà a interagire con i colleghi», ha raccontato ancora Francesca D’Onofrio.
Questo però non ha scoraggiato L’Orsa Maggiore nel cercare di andare incontro alle loro esigenze, ma al contrario ha fatto nascere un nuovo sogno. Nel 2022 L’Orsa Maggiore è diventata una cooperativa mista, per impegnarsi anche nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Hanno ottenuto in affidamento un capannone all’interno del Parco San Laise di Bagnoli e, in quello che un tempo era la lavanderia e lo smistamento posta della NATO, hanno iniziato dei lavori di ristrutturazione per trasformarlo in un bar bistrot aperto al pubblico e gestito dai ragazzi con vulnerabilità.
«Questo perché abbiamo notato che anche i ragazzi che non riescono a lavorare all’esterno, riescono invece a impegnarsi in attività produttive all’interno e in questo modo si sentono gratificati. È già attiva una stamperia, dove i ragazzi creano, con l’aiuto di un grafico, magliette con stampe digitali. Inoltre, una piccola parte sarà dedicata all’attività di sartoria e vi saranno impiegate alcune donne del quartiere di Soccavo», ha spiegato la Presidente. «Questi progetti riuniscono dopo tanti anni le due anime della cooperativa: quella attenta alle donne e alle madri e quella attiva nell’area dell’inclusione, della vulnerabilità e della disabilità».
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