A Caltanissetta l’Associazione Moncada valorizza il territorio tra inclusione e diversità
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Caltanissetta - Inclusione, diversità e giovani. È in questi tre ambiti che l’associazione Moncada di Caltanissetta, nata per promuovere le bellezze della città spesso sconosciute agli stessi cittadini, vuole dare il meglio di sé. Lo sottolinea più volte, durante la nostra chiacchierata, Rosita Mastrosimone, presidente dell’associazione. Insieme agli altri cinque soci fondatori condivide la passione per l’arte, la storia, la cultura e la tradizione per un città che ha più di 1000 anni di storia. Il nome stesso è un omaggio alla nobile famiglia Moncada, che per più di quattro secoli ha fatto grande la storia di Caltanissetta, trasformandola da piccolo borgo a una importante corte rinascimentale, fiorente anche da un punto di vista economico.
«Noi siamo formati come tecnici per l’accoglienza turistica, non siamo guide turistiche. Il nostro obiettivo è accogliere chi vuole scoprire le bellezze dei nostri luoghi, promuovere la città, sostenere le aziende, gli imprenditori e gli uomini illustri del passato e del presente, ma soprattutto i cittadini, puntando sempre all’inclusione e alla sostenibilità», racconta Rosita.
Per farlo hanno messo in piedi una serie di itinerari tematici che riescono a valorizzare le unicità del territorio. Ai più giovani e alle scuole propongono anche laboratori e workshop per approfondire ulteriormente e apprezzare le possibilità che la città offre. Un modo anche per porre fiducia in luoghi spesso abbandonati anche a seguito di pregiudizi e luoghi comuni che offuscano le innumerevoli potenzialità da sviluppare.
L’associazione è attiva da un anno circa, anche se legalmente è nata solo lo scorso aprile, ma nonostante il breve periodo sono tante le collaborazioni in atto, dal Fai a Legambiente, alle istituzioni locali. A breve partirà anche quella con la Via dei Tesori. Fondamentale per la nascita dell’associazione è stato il contributo della storica Rosanna Zaffuto Rovello che, oltre a fare da formatrice a Rosita e ai soci dell’associazione, ha permesso di riscoprire una parte di storia della città completamente dimenticata.
A lei si deve infatti la rinascita del palazzo Moncada e del museo dedicato all’artista Michele Tripisciano. «Prendendo spunto da pagine di storia completamente dimenticate vogliamo dare il nostro contributo accogliendo tutti coloro che hanno la nostra stessa missione, ovvero valorizzare i borghi, i territori, la storia, la bellezza e anche le criticità per correggerle e risolverle. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l’altro. Accogliere è un moto del cuore», continua Rosita.
L’accoglienza insieme all’inclusività sono infatti dei punti fermi per l’associazione Moncada. All’interno del gruppo ci sono anche interpreti LIS e l’obiettivo è offrire sempre più esperienze di questo tipo in grado di rivolgersi a gruppi davvero eterogenei. A tal proposito l’associazione ha già messo in pratica diversi percorsi, da quelli più storici, a quelli più naturalistici, e gastronomici.
Dalla chiesa di San Domenico con annessa la cripta fino a siti di interesse legati alla storia della città, a un tour tematico alle scoperte delle tradizioni culinarie locali. E poi ancora percorsi legati ai personaggi del luogo vissuti tra storia e leggenda, come la principessa Adelasia e il Castello di Pietrarossa, e i tour nei borghi nisseni, nei borghi foranei della città e delle aziende connesse.
Molti altri percorsi sono in fase di elaborazione, soprattutto quelli che coinvolgono i più giovani. Già lo scorso inverno l’associazione ha promosso il progetto “Caltanissetta in un click” con la baby giunta comunale della città. Insieme all’associazione Oikos hanno permesso ai più piccoli di conoscere l’arte e la storia della propria città anche attraverso un workshop di fotografia. L’evento infatti si è concluso con una mostra fotografica realizzata dagli stessi ragazzi.
«Far conoscere ai giovani il proprio territorio per riscoprire le proprie radici. Sicuramente saranno costretti ad allontanarsi, ma avendo contezza di quello lasciano, possono invogliarsi a ritornare e spendersi a beneficio della propria città. Rigenerazione è la nostra parola d’ordine, attraverso il nostro racconto speriamo di legare emotivamente, culturalmente e storicamente più persone, dai piccoli ai grandi, perché la nostra città è stata per troppo tempo abbandonata».
Una delle persone che, con il suo esempio, ha ispirato la nascita dell’associazione Moncada è Marcello Bellomo, tra i fondatori di Sicilia che Cambia. «Marcello è uno di noi, condivide una forte passione per ciò che riguarda la città e il suo operare. Questo suo approccio è stato per noi fondamentale. Speriamo di poter dare sempre di più e di essere anche noi un esempio positivo per gli altri» conclude Rosita.
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