Arci Comitato Territoriale Catania: tanti progetti per una presidenza condivisa
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Catania - Una donna e un uomo. Due attivisti da sempre, impegnati nel sociale su vari fronti, dall’integrazione alla cooperazione internazionale la prima, dalla cittadinanza attiva e all’impegno politico l’altro. Due attivisti e membri dell’Arci Comitato Territoriale Catania che ora hanno accettato la sfida della co-presidenza. Loro sono Nancy D’Arrigo, esperta in migrazione e sviluppo, e Matteo Iannitti, giornalista.
La nuova co-presidenza, un fatto praticamente ancora unico sul territorio nazionale, nasce con tante nuove prospettive ma sempre sull’onda della continuità. Anche se una presidenza condivisa è sicuramente una scelta originale non è per nulla una casualità. «Non è stata una scelta puramente ideologica – dicono Nancy e Matteo – ma ci sono stati tanti fattori che hanno portato a questa decisione. Il primo è banalmente che l’Arci comitato territoriale di Catania è tante cose diverse tra loro, per cui una sola persona non può andare a riempire tutti i vari settori».
L’ELEZIONE DI DUE PRESIDENTI NEL SEGNO DELLA “PARCELLIZZAZIONE DEL POTERE”
Ma c’è di più, come spiega Iannitti. «C’è una citazione della serie L’uomo ragno che dice: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Io, anche se concordo, penso sia vero anche che da grandi responsabilità derivano tanti poteri. Anche nell’associazionismo capita che si possano accentrare i poteri, accumulando varie responsabilità e si propongono problemi che in fondo si dovrebbero affrontare. Ecco, condividere la responsabilità della presidenza è anche un modo per dire che vogliamo parcellizzare il potere».
«È una grande responsabilità, sarà una straordinaria avventura. L’Arci è lo strumento che abbiamo scelto per cambiare il mondo, per rendere più felici le nostre vite, per costruire insieme bellezza e solidarietà», sottolinea Matteo. «Sono felice di questa nomina. Per continuare a dare il mio umile ma energico contributo a un mondo e una Catania migliori. Perché ce lo meritiamo e perché l’Arci può aiutare a farlo», gli fa eco Nancy.
Con queste premesse, Nancy e Matteo stanno rimettendo in moto la macchina della collaborazione tra i vari circoli territoriali della provincia di Catania. «La primissima cosa che vogliamo fare – spiega Nancy – è proprio riagganciare i vari circoli della provincia. Hanno sempre lavorato bene ma la pandemia è fatto saltare tanti momenti di connessione. C’è molta energia in circolo e peraltro quest’anno la dirigenza catanese è presente anche in quella nazionale e questo ci dà ancora più spinta a operare bene».
I PROGETTI E LE ATTIVITÀ DI ARCI CATANIA
Una spinta a continuare quello che l’Arci – associazione culturale e di promozione sociale nata nel 1957 – fa da anni sul territorio tra collaborazioni con altri associazioni e presidio sociale cittadino e provinciale. «In questi anni – spiegano – abbiamo lavorato molto sull’inclusione sociale con tante attività con e per i minori, i migranti e nell’ambito dei beni confiscati alla mafia. I progetti da portare avanti, ultimare e i nuovi da avviare sono tanti».
«Innazitutto – racconta Matteo –, con i Siciliani Giovani e Arci Sicilia, portiamo avanti il progetto delle “Scarpe dell’antimafia”, la carovana tra i beni confiscati della Sicilia per chiedere l’utilizzo sociale dei soldi dei mafiosi. Inoltre a breve ci dovrebbe essere la consegna delle ville sequestrate della famiglia Zuccaro. Si tratta di edifici che ci siamo aggiudicati in partenariato con altre associazioni e che saranno sede di un villaggio solidale, centro di aggregazione e di ospitalità per i vari percorsi di mobilità». D’altra parte nel campo della mobilità internazionale, con progetti europei e ospitalità di giovani che vengono a collaborare con le attività territoriali, l’Arci continua a essere un modello di riferimento.
E mentre nella sede catanese continuano le esperienze di web radio, webzine, è sempre attivo il lavoro con i migranti, grazie ad esempio alla collaborazione con Trame di Quartiere, e con lo sportello migranti della Cgil. Inoltre, insieme con i giovani di Friday for future, è stato avviato il progetto Teach the teacher con cui i ragazzi – che spesso hanno una consapevolezza più marcata di tanti insegnanti rispetto a situazioni che riguardano l’ambiente o il bullismo – “insegnano” ai docenti quello che sanno fornendo un vocabolario materiale ed emotivo in più per identificare certe problematiche.
ARCI CATANIA CAPOFILA DEL PROGETTO T.R.A.P
«Siamo anche nel pieno del progetto triennale T.R.A.P., che sembra prendere il nome dalla musica di moda tra i giovani, ma che è l’acronimo di Tutt* Rivendichiamo Altre Prospettive», dice Nancy. «Il progetto, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, vede l’Arci come ente capofila e il Ministero della Giustizia, Ufficio Servizio Sociale per i minorenni di Catania, come partner progettuale. L’esperienza vede coinvolti minori e giovani adulti di area penale».
Il progetto triennale intende sviluppare un modello di reinserimento sociale, educativo e professionale dei minori segnalati dall’Autorità giudiziaria in sei province siciliane. Oltre a laboratori di giustizia riparativa e percorsi di accompagnamento al lavoro, il progetto mette in campo esperienze di cammino e navigazione, campi residenziali, web radio a livello inter-provinciale.
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