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Chi segue Italia che Cambia lo sa bene. A noi celebrare piace un sacco! Lo abbiamo fatto per quasi un mese interno lo scorso anno per i dieci anni del nostro progetto con un viaggio che ha attraversato l’intero stivale, da nord a sud. Poi a giugno dello scorso anno fondavamo la nostra cooperativa e impresa sociale a Catania (in quel caso ci siamo limitati a festeggiare con una diretta) e qualche mese fa abbiamo ricordato tre anni dal primo incontro che ha dato il via a Sicilia che Cambia.
Oggi quindi non potevamo far passare inosservata la prima candelina della redazione siciliana, che in dodici mesi ha percorso tutte le province per conoscere e raccontare progetti nuovi, alcuni ancora troppo poco noti. Un anno intenso in cui abbiamo conosciuto le storie, tante, di chi ha trasformato la propria vita lasciando un lavoro ben retribuito al nord per tornare in Sicilia e portare nuove competenze, di chi ha ripreso il progetto dei nonni o aperto nuove start-up.
Abbiamo spostato le nostre videocamere per chilometri e chilometri, posandole su sindaci virtuosi e coraggiosi che parlano ancora con il linguaggio del cuore, di mastri birrai che di fronte a un fallimento si rimboccano le maniche e fondano una cooperativa, di monasteri rivalutati che nascondono storie misteriose, di sarte che da uno scarto creano abiti per cerimonie. E ancora contadine, insegnati, agricoltori eroici, imprenditori, un corollario di persone che sono la Sicilia che Cambia e ci incoraggiano ogni giorno a continuare questo lavoro.
Certo, in questo lungo anno non abbiamo raccontato solo progetti virtuosi. Ormai da tempo abbiamo preso le distanze da quell’immagine che ci stava un po’ stretta di chi racconta solo belle storie. Anche per questo è nata una rassegna commentata da Andrea Degl’Innocenti che tra guerre, pandemie, crisi climatiche e conflitti internazionali, di motivi per preoccuparci ce ne dà parecchi. Ma come si fanno a cambiare i territori se non si conoscono a fondo i suoi problemi?
Ecco perché è stato necessario raccontarvi dei numerosi incendi nell’estate del 2022 hanno devastato la nostra isola, distruggendo interni habitat, riserve naturali e in alcuni casi portato alla morte di animali. O denunciare con forza l’inattivismo del nostro governo di fronte agli effetti sempre più evidenti della crisi climatica. Lo stesso governo che ha appena approvato con un decreto la costruzione del Ponte sullo Stretto, per molti esperti “un’opera fallimentare che ha degli elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali, economici e finanziari”.
Non possiamo certo girare le spalle di fronte ai cumuli di immondizia ai bordi delle strade, ai nostri mari sofferenti, alla cementificazione incontrollata delle città, ai bacini che si stanno prosciugando. Eventi che ci appaiono come catastrofici, ma che ci portano all’urgenza di agire ora e subito. Questo lavoro è possibile solo grazie a una redazione di giornaliste appassionate e una rete di persone, partner, volontari che come sentinelle sui territori segnalano e raccontano quanto sta succedendo. Per questo ho voluto condividere con voi alcuni brevi pensieri di quello che ha significato per loro questo primo anno.
Così Elisa Cutuli, giornalista di Sicilia che cambia: «Un anno fa la redazione di Sicilia in Cambia si lanciava sui palcoscenici del web per raccontare una Sicilia diversa dagli stereotipi più comuni e noti. Un viaggio tra e per le provincie di questa terra martoriata e tanto decantata, ma soprattutto un viaggio di ritorno, del mio ritorno dopo quasi vent’anni vissuti fuori. Raccontare la Sicilia guardarla con occhi diversi, andare alla ricerca di storie di cambiamento e innovazione mi ha permesso di rimuovere quel filtro di pregiudizi che anche io – lo ammetto! – ho sempre avuto nei confronti di certi luoghi e persone. Ed è stato come rinascere».
«Non sto a dirvi della bellezza di molte delle esperienze, incontri e momenti vissuti in questo anno in giro per l’isola, potete farlo voi sfogliando le pagine del nostro sito. In-contrare, raccontare e scrivere per un pubblico di lettori, piccolo o grande che sia, è un grande privilegio, soprattutto quando si diffondono speranza, fiducia e ottimismo. Ne abbiamo bisogno tutti. Grazie quindi a chi ho incontrato e a chi incontrerò per avermi aiutato a crescere, grazie alle mie colleghe/colleghi e soprattutto a Selena Meli per la passione e il cuore che mette nel tessere le fila di questa Sicilia che Cambia», continua Elisa.
Maria Enza Giannetto, giornalista di Sicilia che Cambia, commenta: «Seguo Italia che Cambia da tanti anni, ho conosciuto Daniel, Emanuela e Marcello a Catania durante uno dei loro viaggi alla scoperta di storie virtuose da raccontare e sono stata catturata dal loro approccio che non era quello del “semplice” informare, ma quello di chi vuole far conoscere come è possibile fare la differenza».
«Ho seguito a lungo il progetto – continua – e quando ho visto il post della nascita della redazione siciliana non ho resistito e mi sono proposta per collaborare. Entrare nella squadra di Sicilia che cambia è stato grandioso perché ogni giorno continua a offrirmi l’opportunità di scovare, scoprire raccontare le storie di quei pionieri e di quelle pioniere del cambiamento che la mia terra è capace di innescare nonostante i tanti pregiudizi che la avvolgono».
«In questo anno ho conosciuto piccoli imprenditori coraggiosi che salvaguardano la tradizione attraverso l’innovazione (Villarè, Agrirape…), comitati di giovani intraprendenti promotori di progetti di riqualificazione urbana e sociale (Parcologico, Badia Lost&Found), associazioni di volontariato che mettono il loro tempo al servizio del bene comune (Gammazita, Handala) e tanto, tanto altro. La loro energia è un’iniezione di positività e di fiducia e può essere d’ispirazione per chi ha un progetto ma cerca l’input giusto per provarci», conclude Maria Enza.
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