14 Giu 2023

Plenaria di permacultura in Sicilia: come portare la sostenibilità in città?

Scritto da: HRYO

Si è appena conclusa la plenaria di permacultura che, per la prima volta, si è svolta in una città, Palermo, nello spazio di Terra Franca. Il filo conduttore delle tre giornate è stato il tema del rapporto tra permacultura e contesti urbani e periferici, immaginando la possibilità di riavvicinare in un prossimo futuro pratiche e rituali rurali alle città.

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Palermo - Sono stati tre giorni di magia come solo la plenaria di permacultura può essere. Stimolanti sul piano intellettuale, ricchissimi su quello relazionale. Terra Franca, a Cruillas, quartiere periferico di Palermo, è stato il luogo fisico e tematico di partenza dove ha converso chiunque in Sicilia si riconosce nel movimento della permacultura, per dare vita a una Plenaria straordinaria perché, per la prima volta, si è svolta in una città, Palermo.

L’evento si è sviluppato in due parti, ma con un unico filo conduttore, il tema della rapporto tra permacultura e contesti urbani e periferici. La marginalità è appunto la condizione che vive un sito come Terra Franca, nata nel 2019 dopo l’assegnazione ad HRYO di un terreno ridotto a discarica dopo la confisca alla mafia.

«L’idea di ospitare la plenaria di permacultura è stata proposta proprio durante un mutuo aiuto a Terra Franca», afferma Marco Farina, presidente di HRYO. «Quando il Comune di Palermo ha affidato il terreno a Human Rights Youth Organization abbiamo riflettuto a lungo su cosa volessimo realizzarvi. Terra Franca era un ambiente in cui l’urbanizzazione ha dato il peggio di sé. Abbiamo quindi cominciato a sviluppare una serie di progetti che potessero non solo riqualificare il terreno ma pure essere da stimolo a realtà simili perché margine tra mondi».

plenaria 1

E a Terra Franca in questi pochi anni la permacultura è diventata realtà. «Terra Franca risponde alla domanda sempre più frequente di aprire le etiche, i principi e la progettazione della permacultura alle città e ai grandi centri urbani, ma soprattutto alla popolazione che ci vive», dice Farina. La plenaria di permacultura è stata una riflessione importante e doverosa in un momento in cui nel mondo sono più le persone che vivono in città rispetto alla campagna. In più, negli ultimi cinque anni, più di 40.000 persone sono emigrate dalla Sicilia, l’87% delle quali è andato a ingrossare le fila dei lavoratori delle grandi città europee. 

Ogni sei mesi circa vengono organizzate delle riunioni territoriali per scambiare esperienze e idee, per approfondire i temi della progettazione in permacultura sotto la supervisione reciproca. Gli incontri, chiamati plenarie, sono aperti ai simpatizzanti. A Terra Franca l’avvio della plenaria è stato anticipato da una riflessione sugli stereotipi sul permacultore e dal consueto Cerchio.

Per definizione della stessa Accademia Italiana di Permacultura, “permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali. Allo stesso modo si applica a strategie economiche e alle strutture sociali. La Permacultura si può definire una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione”.

Riavvicinare pratiche e rituali rurali alle città, sviluppare un maggiore senso di comunità e connettere e contaminare attraverso la permacultura

All’interno del movimento permaculturale vige la sociocrazia, in cui i processi decisionali vengono decisi dall’attività del Cerchio, formato dai soci. I principi etici dei permacultori sono fondamentalmente tre: cura della terra, cura delle persone, limitazione del consumo alle necessità per condividere in maniera equa e solidale le risorse della terra.

La plenaria è proseguita per due giorni alla Piccola Casa nel Bosco, sulla strada che congiunge Palermo ad Altofonte, un progetto di educazione all’aperto, al margine tra la città di Palermo e il bosco di Pizzo Orecchiuta, gestito dall’associazione Naturalmente APS Crescere in natura. Organizzare una plenaria in città, praticamente, è stato difficile, ma l’idea è quella di accompagnare il Movimento Permacultura Sicilia sempre più verso la dimensione urbana.

Lo spiega Alessandro Marfia, di Alive Permacultura: «La proposta nasce da un sentire condiviso da alcuni di noi per il quale dall’esterno il movimento e più in generale la permacultura può essere percepita come una realtà a sé stante, un mondo sconosciuto, i cui aspetti vengono visti sotto forma di stereotipi, un mondo distante e spesso distaccato. Molto lavoro è stato fatto in questa direzione nel movimento e ci è sembrato utile e stimolante continuare questo cammino in maniera compatta e consapevole. Da qui l’idea di dedicare la plenaria all’approfondimento di domande quali: come facciamo come movimento ad arrivare alle città? Come possiamo supportare coloro in transizione? Che design possiamo co-creare in contesti urbani in cui vivono milioni di persone?».

plenaria 3

«Siamo partiti dal futuro, dal racconto di alcuni scenari possibili che ritraevano una città tipo in Sicilia nel 2033 a dieci anni di distanza. Dopo aver analizzato i rischi e le opportunità legate a questi scenari abbiamo elaborato delle risposte strategiche che il Movimento potrebbe mettere in atto in queste ipotetiche città del futuro».

«I lavori si sono conclusi la domenica mattina in un ritorno al presente con la formazione di gruppi di lavoro che si sono dati come obiettivo tra gli altri quello di riavvicinare pratiche e rituali rurali alle città, sviluppare un maggiore senso di comunità e connettere e contaminare attraverso la permacultura», conclusde Alessandro. Perché come recita il manifesto del movimento Permacultura Sicilia, “Siamo figli del XXI° secolo, abitanti della Terra che ci ospita e ci dà quel che occorre per vivere“.

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