Kalabria Eco Festival 2023, alla ricerca dell’equilibrio tra esseri umani e natura
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Vibo Valentia - «La permacultura ci procura una cassetta degli attrezzi per spostarci dalla cultura della paura e della scarsità a una cultura di amore e abbondanza», ha detto lo studioso Toby Hemenway. Non è facile definirla in poche parole, la permacultura. Teorizzata dal naturalista australiano Bill Mollison e dal suo allievo, l’agronomo David Holmgren, possiamo considerarla un metodo per progettare insediamenti umani sostenibili.
Cura della Terra – earth care –, cura delle persone – people care – e condivisione delle risorse – fair share –: è intorno a tutto questo che, per il terzo anno consecutivo, torna il Kalabria Eco Festival, in provincia di Vibo Valentia, nel cuore delle Serre Calabresi. Tre giorni, dal 28 al 30 luglio, nell’incantevole bosco della Gigliara di Polia per interrogarsi e discutere di come prendersi cura del territorio, di noi stessi e degli altri.
Perché puntare su un festival? Lo chiediamo a uno degli organizzatori, Samuele Di Iorgi. «Sin dalla prima edizione l’obiettivo è stato creare reti locali e connessioni sul territorio per incontrarsi dal vivo, praticare mutuo aiuto, aumentare gli spazi in cui ci si sente in sintonia e dove si condividono interessi come permacultura, biodiversità, giustizia sociale», ci ha detto. «Il festival ha permesso che si creassero le occasioni per continuare, molte persone hanno cominciato a collaborare e fare rete, sono nate relazioni professionali, lavorative e di mutuo aiuto».
Quest’anno i temi saranno sei, tanti quante le proposte dei volontari degli anni precedenti: comunità, intersezione, cura della comunità, difesa del territorio, comunicazione ecologica e – ovviamente – permacultura. «Perché la permacultura non riguarda solo la cura della terra ma anche quella della persona e l’eco-distribuzione delle risorse», spiega Samuele. «È molto umana, anche se questo è un aspetto meno conosciuto. C’è anche questo fiore ed è lì che nasce la “permacultura umana” che pratichiamo applicandone i 12 principi».
Dodici principi che riportiamo, data la loro grande utilità, invitando il lettore a soffermarsi:
- Osserva e interagisci
- Cattura e immagazzina energia
- Ottieni un raccolto
- Applica l’autoregolamentazione e accetta feedback
- Usa e valorizza energia e servizi rinnovabili
- Non produrre rifiuti
- Progetta dal sistema al dettaglio
- Integra invece di separare
- Utilizza soluzioni piccole e lente
- Usa e valorizza la diversità
- Usa i limiti e valorizza i margini
- Rispondi ai cambiamenti con creatività
Nella Calabria schiacciata dagli “eventifici”, soprattutto nella bella stagione, per qualcuno un festival non è un punto di arrivo ma di inizio. La chiamata è aperta e, nelle passate edizioni, ha raccolto un centinaio di volontari e circa 500-600 partecipanti al giorno. Il KEF è una semina ed è anche un luogo di contaminazione. «Il nostro orizzonte è creare oasi locali di relazioni dove ci si ritrova per progettare e costruire insieme, dove si coopera sulla base di principi condivisi. Spesso si pensa di essere da soli, festival come questo servono proprio affinché si incontrino persone con cui condividere principi, progetti e azioni».
È evidente che dietro questo festival c’è una riflessione collettiva. Oltre a Samuele infatti, l’intero gruppo di volontari si interroga, riflette e cerca costantemente il confronto con gli altri. Qualcuno di loro, nel resto dell’anno, progetta e lavora la propria terra, qualcun altro si occupa della cura delle persone, qualcun altro ancora di comunicazione, arte o musica.
«Siamo differenti l’uno dall’altro e ci ritroviamo con un obiettivo, un modo di vivere comune. Per noi il confronto è una priorità. Nei simposi, per esempio, invitiamo persone con valori comuni sì, ma con una visione differente proprio per confrontarci e contaminarci. Il nostro principio guida è molto semplice: il punto di partenza è dialogare. Siamo nati nel 2021, in piena pandemia, quando dialogo, comprensione e ascolto erano scomparsi tanto in presenza quanto online».
Anche se tendiamo a rimuovere l’impatto devastante che pandemia e lockdown hanno avuto nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, le conseguenze di questi anni si fanno sentire comunque. Il Kalabria Eco Festival è nato proprio come reazione a tutto questo. Un momento di incontro, anche fisico, in un’epoca in cui distanziamento e incapacità di ascolto continuano a imperare nelle nostre vite.
Il Kalabria Eco Festival è libero, gratuito e autogestito che si realizza solo con i fondi raccolti e donati dalla comunità. È possibile fare una donazione per sostenere l’organizzazione del festival. La campagna di crowdfunding è online su Produzioni dal Basso, accompagnata da un video animato che racconta lo spirito della manifestazione.
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