15 Giu 2023

Kalabria Eco Festival 2023, alla ricerca dell’equilibrio tra esseri umani e natura

Scritto da: Tiziana Barillà

Comunità, intersezione, cura della comunità, difesa del territorio, comunicazione ecologica e permacultura. Sono questi i sei pilastri su cui si poggia Kalabria Eco Festival, un momento che all'incontro con la natura unisce la volontà di creare un terreno su cui progettare insieme nuovi percorsi di sostenibilità e solidarietà in Calabria.

Salva nei preferiti

Vibo Valentia - «La permacultura ci procura una cassetta degli attrezzi per spostarci dalla cultura della paura e della scarsità a una cultura di amore e abbondanza», ha detto lo studioso Toby Hemenway. Non è facile definirla in poche parole, la permacultura. Teorizzata dal naturalista australiano Bill Mollison e dal suo allievo, l’agronomo David Holmgren, possiamo considerarla un metodo per progettare insediamenti umani sostenibili. 

Cura della Terra – earth care –, cura delle persone – people care – e condivisione delle risorse – fair share –: è intorno a tutto questo che, per il terzo anno consecutivo, torna il Kalabria Eco Festival, in provincia di Vibo Valentia, nel cuore delle Serre Calabresi. Tre giorni, dal 28 al 30 luglio, nell’incantevole bosco della Gigliara di Polia per interrogarsi e discutere di come prendersi cura del territorio, di noi stessi e degli altri. 

kalabria eco festival

Perché puntare su un festival? Lo chiediamo a uno degli organizzatori, Samuele Di Iorgi. «Sin dalla prima edizione l’obiettivo è stato creare reti locali e connessioni sul territorio per incontrarsi dal vivo, praticare mutuo aiuto, aumentare gli spazi in cui ci si sente in sintonia e dove si condividono interessi come permacultura, biodiversità, giustizia sociale», ci ha detto. «Il festival ha permesso che si creassero le occasioni per continuare, molte persone hanno cominciato a collaborare e fare rete, sono nate relazioni professionali, lavorative e di mutuo aiuto».

Quest’anno i temi saranno sei, tanti quante le proposte dei volontari degli anni precedenti: comunità, intersezione, cura della comunità, difesa del territorio, comunicazione ecologica e – ovviamente – permacultura. «Perché la permacultura non riguarda solo la cura della terra ma anche quella della persona e l’eco-distribuzione delle risorse», spiega Samuele. «È molto umana, anche se questo è un aspetto meno conosciuto. C’è anche questo fiore ed è lì che nasce la “permacultura umana” che pratichiamo applicandone i 12 principi».

Dodici principi che riportiamo, data la loro grande utilità, invitando il lettore a soffermarsi:

  1. Osserva e interagisci 
  2. Cattura e immagazzina energia 
  3. Ottieni un raccolto 
  4. Applica l’autoregolamentazione e accetta feedback 
  5. Usa e valorizza energia e servizi rinnovabili
  6. Non produrre rifiuti
  7. Progetta dal sistema al dettaglio
  8. Integra invece di separare
  9. Utilizza soluzioni piccole e lente
  10. Usa e valorizza la diversità
  11. Usa i limiti e valorizza i margini
  12. Rispondi ai cambiamenti con creatività

Nella Calabria schiacciata dagli “eventifici”, soprattutto nella bella stagione, per qualcuno un festival non è un punto di arrivo ma di inizio. La chiamata è aperta e, nelle passate edizioni, ha raccolto un centinaio di volontari e circa 500-600 partecipanti al giorno. Il KEF è una semina ed è anche un luogo di contaminazione. «Il nostro orizzonte è creare oasi locali di relazioni dove ci si ritrova per progettare e costruire insieme, dove si coopera sulla base di principi condivisi. Spesso si pensa di essere da soli, festival come questo servono proprio affinché si incontrino persone con cui condividere principi, progetti e azioni».

È evidente che dietro questo festival c’è una riflessione collettiva. Oltre a Samuele infatti, l’intero gruppo di volontari si interroga, riflette e cerca costantemente il confronto con gli altri. Qualcuno di loro, nel resto dell’anno, progetta e lavora la propria terra, qualcun altro si occupa della cura delle persone, qualcun altro ancora di comunicazione, arte o musica.

«Siamo differenti l’uno dall’altro e ci ritroviamo con un obiettivo, un modo di vivere comune. Per noi il confronto è una priorità. Nei simposi, per esempio, invitiamo persone con valori comuni sì, ma con una visione differente proprio per confrontarci e contaminarci. Il nostro principio guida è molto semplice: il punto di partenza è dialogare. Siamo nati nel 2021, in piena pandemia, quando dialogo, comprensione e ascolto erano scomparsi tanto in presenza quanto online». 

Il festival ha permesso che si creassero le occasioni per incontrarsi, molte persone hanno cominciato a collaborare e fare rete, sono nate relazioni professionali, lavorative e di mutuo aiuto

Anche se tendiamo a rimuovere l’impatto devastante che pandemia e lockdown hanno avuto nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, le conseguenze di questi anni si fanno sentire comunque. Il Kalabria Eco Festival è nato proprio come reazione a tutto questo. Un momento di incontro, anche fisico, in un’epoca in cui distanziamento e incapacità di ascolto continuano a imperare nelle nostre vite.  

Il Kalabria Eco Festival è libero, gratuito e autogestito che si realizza solo con i fondi raccolti e donati dalla comunità. È possibile fare una donazione per sostenere l’organizzazione del festival. La campagna di crowdfunding è online su Produzioni dal Basso, accompagnata da un video animato che racconta lo spirito della manifestazione.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Oltre il mito della longevità, la Blue Zone è un modello da preservare
Oltre il mito della longevità, la Blue Zone è un modello da preservare

Back to The Roots: la nuova edizione di Smart Walking è un viaggio a ritroso
Back to The Roots: la nuova edizione di Smart Walking è un viaggio a ritroso

Riverberi, a Milano il festival della sostenibilità per diffondere il cambiamento
Riverberi, a Milano il festival della sostenibilità per diffondere il cambiamento

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(8) "calabria"