L’Ecopsicologia per promuovere una vita consapevole e in connessione con la natura
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Cos’hanno in comune Ecologia e Psicologia lo sappiamo già. Lo abbiamo scoperto qualche anno fa grazie a Marcella Danon, psicologa, formatrice e direttrice della Scuola di Ecopsicologia Ecopsiché, che promuove arricchimento personale e professionale con attività orientate verso una maggiore attenzione e sensibilità all’ecosistema esterno – eco – natura, e a quello interno – psico – ovvero alla conoscenza di sé.
«Non possiamo stare veramente attenti a cosa accade nel mondo esterno se non partiamo dal coinvolgimento, dal senso di appartenenza che si risveglia dentro di noi. Ecco perché, a un certo punto, studiosi di educazione ambientale ed ecologia si sono resi conto di avere bisogno di una formazione anche psicologica per capire come arrivare a coinvolgere ed attivare le persone visto che ‘catastrofismo’ e ‘senso di colpa’ non si sono rivelati efficaci», ha raccontato Marcella a Daniel Tarozzi durante il loro ultimo incontro.
Da allora molte cose sono cambiate e sempre più persone si sentono ben predisposte a questa chiamata. Al Centro di Formazione in Brianza infatti si sono aggiunte altre due sedi, in Sicilia e in Sardegna, e sparsi per Italia e Svizzera italiana si contano 5 Fari, ovvero referenti Ecopsiché che hanno terminato la formazione in Ecotuning e in Ecoformazione e che hanno seguito un training apposito per poter condurre il seminario introduttivo Da Ego a Eco e Io-Tu nella loro Regione di residenza. Al momento i territori interessati sono Lazio, Ticino, Valle D’Aosta, Piemonte, Campania e in arrivo anche Abruzzo, Puglia e Molise.
«Psicologi, guide escursionistiche ambientali, naturopati, educatori… cresce sempre di più il numero di professionisti che vogliono arricchire la loro offerta lavorativa o che hanno scelto di trasferirsi nel verde, perché hanno comprato o ereditato casa e terreno, e vogliono prepararsi a offrire anche attività di tipo formativo e ricreativo ispirandosi all’ecopsicologia e alla sua metodologia formativa (eco-operative learning)», commenta Marcella.
Negli anni sono maturate anche nuove collaborazioni. Tanti i percorsi virtuosi, ad esempio quello con la cooperativa Sineresi, in provincia di Lecco, menzionata anche nel documento dell’ONU Harmony with nature 2020 che ha raccolto molte esperienze in giro per il mondo caratterizzate dal lavoro in accordo alla natura. Sineresi ha adottato nella gestione degli asili nido un approccio ecopsicologico.
Sono sempre più diffuse, per fortuna, le esperienze educative che possono porre basi solide per una riconnessione con il senso di appartenenza al mondo di cui siamo parte e la consapevolezza dell’interdipendenza che ci lega alla Natura. Portare i bambini nel verde sin da piccoli previene quella che oggi viene chiamata “sindrome da deficit di Natura”, uno dei disagi della modernità che porta a difficoltà di attenzione, di socializzazione, di coordinamento motorio, a obesità e depressione.
Nel documento dell’ONU viene anche citata l’esperienza della Libera Università del Bosco della Cooperativa Sociale Liberi Sogni Onlus, che insieme a Ecopsiché ha realizzato un percorso di ecopsicologia e green mindfulness – Sentierio Clorofillati – per riconnettere la parte più profonda di noi con gli elementi naturali e imparare a godere pienamente del potere straordinario dello stare in Natura.
A queste attività si aggiungono momenti di formazione nell’ambito di scuole di counseling – Crea Italia a Milano, Sibig a Milano e Padova – e di Festival. Dal 2017 Ecopsiché è presente al Festival di musica e cultura in Val Veny, quest’anno un intero team della scuola presenterà diverse proposte, e per il 2023 sta curando la nona edizione del convegno dell’International Ecopsychology Society (IES) che si terrà a settembre in Sardegna.
In questa occasione professionisti dell’Ecopsicologia, della Psicologia e dell’Ecologia, provenienti da 24 diverse nazioni, si incontreranno per condividere il loro impegno, ricerca e attività nel promuovere una visione più ampia dell’essere umano come parte del processo della vita in evoluzione e per facilitare il passaggio da una visione antropocentrica a una econcentrica, in cui le leggi della vita diventano guida nell’arte del vivere bene insieme.
Dal 2018 l’Ecopsicologia è insegnata anche all’Università. Un’iniziativa all’avanguardia realizzata all’Università della Valle d’Aosta con la co-docenza di Giuseppe Barbiero, ecologo, e di Marcella Danon, entrambi esploratori nel campo delle scienze di frontiera. «All’interno di questo corso è emerso un nuovo orizzonte per la figura professionale dello psicologo, che può diventare portavoce e consulente, in diversi ambiti professionali, di una nuova visione unitaria dell’essere umano e del mondo di cui è parte», spiega Marcella.
«L’ecopsicologo opera per una riconnessione sul piano dell’identità personale risvegliando consapevolezza, coscienza di sé, pensiero critico e creativo e, allo stesso tempo, per un consolidarsi dell’identità terrestre, il quarto sapere necessario per l’educazione del futuro secondo Edgar Morin, che permetterà una riorganizzazione intelligente delle nostre presenze sul pianeta in ottica sostenibile». Da quest’anno, la docenza è insieme a Stefania Pinna, biologa marina formatasi in Ecopsicologia proprio a Ecopsiché, nel Centro di Sardegna.
Nel 2020 l’Ecopsicologia è stata presentata anche all’Università di Catania presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione, è stato tema di un evento formativo rivolto a docenti universitari per l’Università Salesiana di Venezia nel 2021 e, sempre nelle stesso anno, tema di un webinar di Unitre Roma nell’ambito del progetto dell’Unione Europea Europe Direct.
Il mondo ha bisogno di intelligenza ecologica, di partecipazione attiva alla vita sociale e di senso di appartenenza al Pianeta. Le sfide della contemporaneità non si giocano solo sul fare ma anche sull’essere, a partire da atteggiamenti di maggior consapevolezza e responsabilità, personale e di specie, nei confronti di ciò che sta avvenendo nel mondo. Siamo una specie ad alto impatto ambientale, se non prendiamo in considerazione le conseguenze del nostro agire, miniamo il nostro stesso habitat. Risvegliare coscienza ecologica non è più una faccenda di cuore sensibile, animo poetico e gusto estetico, è una questione di sopravvivenza.
L’incontro con l’Ecopsicologia sul piano personale allarga orizzonti interni ed esterni, rende più aperti, autentici e comunicativi. Sul piano professionale invece potenzia le capacità relazionali, creative e motivazionali, prepara all’azione. Ecopsiché è per tutti e tutte coloro che si sentono in cammino verso una visione più ampia di sé e della vita, per “terrestri consapevoli” che vogliono lasciare un segno e sentirsi utili mettendo in gioco le proprie capacità in attività rivolte ad altri.
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