27 Giu 2023

Donne Globali per la Pace, unite contro la NATO e le politiche belliche

Scritto da: Laura Tussi

Il movimento delle Donne Globali per la Pace unisce centinaia di attiviste della nonviolenza e del disarmo di tutto il mondo. Cercando di incarnare i valori della sorellanza, della solidarietà e della sostenibilità ambientale, il movimento si oppone alle politiche di molti paesi e organismi sovranazionali che, soprattutto in questo momento storico, hanno preso una decisa e preoccupante deriva bellicista.

Salva nei preferiti

A Bruxelles a luglio, in contrapposizione e in netto contrasto con il summit e vertice Nato di Vilnius, in Lituania, si terrà una importante conferenza del gruppo Donne Globali per la Pace, attiviste impegnate per la pace che provengono da tutto il mondo e hanno come comune denominatore l’amore per la madre terra, per il pianeta e la fiducia in un assetto ecosistemico planetario e universale.

Nella loro dichiarazione comune dal titolo “Donne Globali per la Pace, Unite contro la NATO” affermano: “Abbiamo a cuore i principi universali di uguaglianza giustizia e pace affermati dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani”. Questo movimento femminile per la pace a livello planetario lotta per l’affermazione dei diritti delle donne e dei popoli, delle genti e delle minoranze contro ogni forma di violenza, in tutta la sua morfogenesi e i suoi livelli e sviluppi e, in quanto di genere femminile, si professa contro ogni tipo di sfruttamento e modalità di discriminazione.

donne globali per la pace
Foto di ev su Unsplash

Le donne di pace da molti anni si impegnano contro ogni brutale manifestazione di violenza che trova la sua massima espressione nell’attività militare e nel suo tragico possibile epilogo: la guerra nucleare. Questa attiviste contrastano nettamente il capitalismo che è padre del patriarcato, della mercificazione del corpo delle donne e soprattutto del militarismo e di tutte le attività belliche e dimostrazioni guerresche che hanno come stampo il maschilismo patriarcale e il machismo. “Lottiamo per affermare una nuova sicurezza non militarizzata – dichiarano –, che garantisca la vita e la salute delle generazioni presenti e future su questo pianeta, oltre che del pianeta stesso”.

L’aspirazione alla pace di carattere femminile è oggi minacciata da una escalation della corsa al riarmo, dell’incremento delle spese militari in tutto il mondo che provocano miserie e gravi pericoli per l’umanità intera come il rischio della terza guerra mondiale e dell’apocalisse nucleare innescate “dalla riproposizione di alleanze militari contrapposte e dalla militarizzazione crescente delle relazioni internazionali”.

Le donne di pace e soprattutto a favore della pace, rifiutano la NATO e una visione del mondo di stampo militarista, patriarcale e maschilista

“Responsabili del crescente pericolo di scontro globale sono state in gran parte le decisioni assunte dalla NATO fin dal 1991, il cui ultimo approdo è il cosiddetto Nuovo Concetto Strategico concordato all’ultimo vertice dei capi di stato e di governo dei paesi NATO a Madrid nel 2022”, denunciano le Donne Globali per la Pace. Al vertice di Madrid, la NATO ha infatti approvato il più importante rafforzamento delle proprie capacità dalla fine della guerra fredda, che porterà le forze militari a oltre 300mila unità. Così afferma il segretario generale dell’alleanza atlantica Jens Stoltenberg nella conferenza stampa di presentazione del vertice di Madrid.

“Questa NATO globale, che agisce nell’interesse dei paesi ricchi dell’Occidente, ha esteso le sue attività fino al Pacifico e pretende di imporre un modello di civiltà ben oltre l’area euroatlantica del Trattato originario”, aggiunge il movimento. Al vertice di Vilnius in Lituania, verrà ribadito agli stati membri di imporre la condizione di incrementare le spese belliche e in generale gli investimenti militari oltre il 2% del Prodotto Interno Lordo, mentre le popolazioni devono affrontare crisi economiche e aumenti del costo della vita. A Vilnius è prevista anche l’istituzione di un fondo speciale di investimento per “incoraggiare esplicitamente la commistione dell’educazione scientifica e della formazione dei giovani con la ricerca militare”.

guerra ucraina nato

Le donne di pace e soprattutto a favore della pace, rifiutano la NATO e una visione del mondo di stampo militarista, patriarcale e maschilista, che inasprisce i conflitti internazionali ed è inconciliabile con il principio della tutela e salvaguardia dell’intero ecosistema planetario e di madre terra a livello globale. Lo fanno in un afflato femminile che vuole da sempre la fine della discordia del genere maschile e al contrario afferma il riproporsi del femminile come creatività per la pace, il disarmo, la nonviolenza.

Le Donne Globali per la Pace credono a “un nuovo ordine mondiale multicentrico e multipolare basato su decisioni condivise, sulla giustizia sociale e ambientale, sulla condivisione di risorse e tecnologie, sulla transizione all’azzeramento degli arsenali militari”. Questo è quanto il movimento ha sostenuto al Vertice di Madrid l’anno scorso. Vogliono promuovere il ruolo delle donne nei processi di pace tramite il rispetto delle intenzioni autentiche della risoluzione 1325 delle Nazioni Unite sulla partecipazione delle donne ai negoziati di pace.

«Abbiamo in programma di parlare di tutto questo a Bruxelles», concludono. «Organizzeremo una discussione aperta il 7 e 8 luglio 2023 e inviteremo le donne di tutto il mondo a unirsi a noi, siano esse dei paesi membri della NATO o meno. Sono benvenute e benvenuti tutte e tutti coloro che condividono con noi questi obiettivi: parlare a favore della pace, della vita e della liberazione delle donne».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Luca Casarini racconta la “contabilità della morte” nel Mediterraneo: il 20% sono bambini
Luca Casarini racconta la “contabilità della morte” nel Mediterraneo: il 20% sono bambini

Genocidio in Palestina: se il silenzio è complicità, il boicottaggio può fermarlo
Genocidio in Palestina: se il silenzio è complicità, il boicottaggio può fermarlo

Rider, in Sardegna sono troppi al lavoro e senza agevolazioni
Rider, in Sardegna sono troppi al lavoro e senza agevolazioni

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(9) "nazionale"