29 Giu 2023

Colli Erei, tra funghi e cultura per un futuro all’insegna di solidarietà e cooperazione

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Nel cuore della Sicilia la Cooperativa Agricola Colli Erei produce funghi e pasta. Salvo e Agata, anche a seguito degli effetti del cambiamento climatico, hanno deciso di diversificare la loro produzione puntando sulla cultura e sull’ospitalità. 12 ettari verranno destinati alla realizzazione di un grande ecomuseo in cui verranno proposti percorsi e storie di coloro che si sono spesi per migliorare la Sicilia.

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Enna - “Chi vuol esser lieto sia, di domani non c’è certezza”, scriveva Lorenzo de’ Medici invitando a godere delle gioie della vita e della spensieratezza di cui la giovinezza è simbolo. A distanza di secoli la sua massima è sempre più attuale anche perché a rendere sempre più incerto il domani contribuiscono pure i profondi cambiamenti climatici in atto che non danno più la possibilità, soprattutto a chi vive di agricoltura, di immaginare il futuro e la direzione da imboccare. 

Salvo Scuderi, presidente della Cooperativa Agricola Colli Erei e dell’associazione culturale Macondo, insieme alla compagna Agata coltiva funghi a Catenanuova, una delle zone più desertificate della Sicilia, e porta avanti un pastificio agricolo biologico producendo pasta fresca e pasta secca con un marchio tutto suo. La sua cooperativa orbita tra la Val di Catania e la Val Dittaino, quest’ultima da sempre considerata la valle del grano. Da qui il desiderio di produrre una pasta con grano locale e contribuire a diffondere un consumo consapevole a chilometro zero anche con le tante aziende locali regionali che, a poco a poco, si stanno sempre più allineando all’idea.

La Cooperativa è attiva da circa sette anni, ma è nell’ultimo anno che sta diversificando le varie produzioni per adattarsi ai cambiamenti in corso. «I funghi sono un po’ come le api. Hanno un ciclo di vita brevissimo, in otto giorni nascono e sono già pronti per essere venduti e consumati. Fino agli anni passati avevamo circa sette raccolti all’anno, adesso riusciamo a farne solo uno. Abbiamo strutture ad alta tecnologia, serre climatizzate, fungaie riscaldate, ma le temperature dello scorso anno sono state veramente imprevedibili e i costi esagerati. Noi subiamo davvero il cambiamento climatico», racconta Salvo.

agata salvo

In effetti fino allo scorso marzo in Sicilia le temperature erano altissime, si sono abbassate notevolmente solo con le piogge arrivate a maggio. Nel periodo da dicembre e febbraio in una sola giornata lo sbalzo termico “toccava” tutte le stagioni. Durante la notte arrivava il gelo, la mattina sembrava primavera, a mezzogiorno estate piena e dal crepuscolo in poi un brusco passaggio al clima autunnale. 

«Un clima così oscillante non fa bene ai funghi. Per coltivarli infatti serve mantenere costante la temperatura. Si può fare, ma diventa molto complicato controllare lo shock termico; inoltre con la crisi energetica in atto abbiamo costi fuori gestione e fuori mercato. Per coprire le spese il nostro prodotto dovrebbe essere venduto a costi esorbitanti e il mercato non lo consente, anche per la presenza di una concorrenza spietata. Per l’anno prossimo pensiamo di lavorare seguendo non la stagione, ma la stagionalità. Probabilmente faremo un solo raccolto. È molto difficile, ma dobbiamo adattarci ai tempi», continua Salvo. 

Come me sono tante le belle realtà che sbocciano nonostante tutto e la solidarietà tra noi è molto forte

LA SCELTA DI ESSERE UNA COOPERATIVA E DI OCCUPARSI DI SOCIALE

Salvo non si è dato per vinto. In questi anni si è aperto ad altre possibilità occupandosi anche di agricoltura sociale. Sono tanti infatti i partenariati di inclusione sociale a cui aderisce. Diversi i progetti in corso, qualcuno finanziato anche da Fondazione con il Sud, da una struttura a indirizzo segreto per donne vittime di violenza a laboratori per ragazzi autistici che producono derivati alimentari della canapa, organizzati insieme alla Rete Fattorie Sociali Sicilia, in un bene confiscato alla mafia.  

«Essere cooperativa è una scelta così come realizzare progetti di agricoltura sociali. Alla base ci sono valori che vanno oltre l’idea di impresa, azienda e burocrazia. E proprio questo che ci ha aiutato durante la pandemia, un periodo difficoltoso durante il quale le aziende agricole sono state completamente soppiantate dalla grande distribuzione e dalle multinazionali, anche del biologico. Per noi è una scelta di vita, lo facciamo per passione, ma è sempre più complicato mantenere in piedi le aziende con tutti i vincoli che la burocrazia italiana ci propina, anche rispetto al resto dell’Europa. Sembra quasi che l’obiettivo sia farci chiudere e mantenere in vita solo i “grandi”», commenta Salvo.

colli erei
UN FUTURO TRA ECOMUSEO E OSPITALITÀ

Tra le attività che Salvo ipotizza per un futuro sempre più prossimo anche la promozione del territorio locale attraverso l’accoglienza rurale. Tramite la cooperativa e l’associazione infatti lavora molto con le scuole, con gli escursionisti e con chi si reca in quei luoghi per un turismo naturalistico, poco invasivo e molto meditativo. Da Monte Scalpello, una montagna con sopra un monastero, a molte Judica, ai calanchi del Cannizzola.

L’obiettivo è aprire anche un agriristoro, un mercato/spaccio dove vendere le sue produzioni. Ma Salvo ha deciso di coltivare anche altro, di coltivare cultura. In terreni stanchi, dove non cresce più nulla, dove il clima fa da padrone e diventa impossibile programmare, ha deciso di puntare alla bellezza. 

«In questi terreni argillosi, da quando i romani hanno spiantato gli alberi 2000 anni fa circa, si coltiva solo grano, il suolo è esausto, è un deserto che avanza. Se aggiungi anche i cambiamenti climatici il gioco è fatto. Saremo noi a dover migrare in un futuro non molto lontano. Oltre la fungaia abbiamo a disposizione 12 ettari che vogliamo destinare alla cultura, realizzando una grande ecomuseo al centro della Sicilia», continua Salvo. 

colli 1

Nel rispetto della natura, tra Catenanuova e Castel di Judica, verranno costruiti percorsi e storie, ci sarà anche il “Viale dei Giusti”, un chilometro in cui verranno ricordati tutti quei siciliani che si sono spesi per migliorare questa terra. La sua è una storia di trasformazione e adattamento ai tempi, nonostante le tante difficoltà. Una continua scommessa. Fare impresa, del resto, significa soprattutto questo.

«È importante puntare sulla diversificazione. Se fai un certo tipo di scelte è perché pensi di dare un valore in più alla tua vita. Il Covid, la guerra… non mancano di certo occasioni per essere danneggiati, ma ci sono scelte che non hanno prezzo e sono i valori su cui decidi di puntare a spingerti. Noi ci stiamo adattando, come fa Madre Natura, e faremo di tutto per non lasciare questa terra. Come me sono tante le belle realtà che sbocciano nonostante tutto e la solidarietà tra noi è molto forte. Nei momenti di difficoltà, quando ti chiedi se ne vale davvero la pena, ci sentiamo per sostenerci a vicenda. Io lo chiamo “il telefono del matrix”», conclude Salvo. 

E in effetti, in questo mondo spesso arrivista e senza scrupoli, sono valori come la solidarietà e la cooperazione che possono portarci lontano. Complimenti a Salvo e a tutti coloro che, nonostante tutto, si svegliano ogni giorno per rendere la Sicilia, e non solo, un posto migliore.

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