Cà del Buio: l’imprenditore Paolo Bassetti apre le porte al primo b&b CasaClima ligure
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Savona - Esistono imprenditori e prenditori: è ciò che ci spiegò la meravigliosa Daniela Ducato durante un’intervista molti anni fa. La differenza? Mentre i primi immettono competenze e risorse per produrre beni e servizi utili, i secondi prendono, assorbono, si appropriano di tempo, denaro e risorse non loro per non restituire nulla. Mi ritorna in mente questa spiegazione a fine della mia intervista a Paolo Bassetti: chiacchierata intensa quanto naturale, in cui mi racconta la sua vita, i suoi successi professionali e personali, i suoi dispiaceri, attraversando riflessioni che spaziano dalla filosofia, all’ecologia, passando per bioedilizia ed economia.
Paolo infatti, dopo aver fondato e gestito per diversi anni insieme al cugino il marchio di cosmesi naturale e bio I Provenzali, da circa un anno si è trasferito nel finalese dove ha recuperato un antico casale rurale e sta per aprire – insieme alla compagna Rosa Barone – Cà del Buio, la prima struttura ricettiva della Liguria con la certificazione energetica e ambientale CasaClima Welcome.
LA STORIA FORTUNATA DI PAOLO
Paolo è nato e cresciuto a Genova e lì si è delineata, oltre alla sua vita personale, anche quella professionale: «Erano gli anni ‘90 e facevo l’agente di commercio per un’agenzia creata dalla mia famiglia. Mi occupavo di diversi settori in maniera trasversale e di tutto il territorio ligure». Con il cugino Luca Barbato si interrogano a lungo su cosa vogliono fare del loro futuro lavorativo: le idee sono molte, ma l’incontro con un chimico che stampa saponette a pedali a Genova li aiuta a progettare – insieme a lui – un’innovativa azienda destinata a un nuovo mercato. I prodotti erboristici e biologici del marchio I Provenzali infatti furono i primi a entrare nella GDO, proponendo cosmetica biologica laddove non era ancora mai arrivata.
L’azienda è un successo e il percorso professionale di Paolo in costante crescita: «Abbiamo imparato moltissimo, non arrivavamo da famiglie imprenditrici. Eravamo tutti senza capitali iniziali e per avviare l’attività ci siamo impegnati le case. Ognuno di noi ha dovuto studiare e imparare molto. Marketing, organizzazione e gestione aziendale, strategie economiche e finanziarie, gestione del personale: tutte competenze che nessuno fino a quel momento ci aveva insegnato e che abbiamo dovuto apprendere».
Nel 2017 Paolo e Luca decidono di lasciare la proprietà dell’azienda. Nel parlarmene le emozioni di chi ha preso una decisione complessa, lasciando ciò che ha creato, riaffiorano in modo forte: «Era diventata più grande di noi – mi confida Paolo – e il mercato stava cambiando». L’azienda viene così ceduta a una ditta italiana, che continua la sua produzione all’interno del territorio genovese.
LA RICERCA DI UN NUOVO MODO DI FARE IMPRESA
La volontà di Paolo di sviluppare un’azienda che sia sostenibile da più punti di vista trova alleati: «Insieme ad altri imprenditori abbiamo fondato EticLab, un’associazione di aziende ligure che dal 2009 si occupa di responsabilità e sostenibilità sociale d’impresa. Ed è così che le domande che ci ponevamo dentro a I Provenzali in merito alla continua richiesta di crescita del mercato e ai bisogni indotti, trovano nuovi spazi per essere condivise. Come i temi che ruotano intorno all’approvvigionamento delle materie prime, alla territorialità e alle difficoltà che ciò comporta».
L’esperienza associativa fornisce a Paolo la possibilità di ampliare le sue domande per poterle condividere con più imprenditori che, come lui, cercano di creare modelli nuovi di imprese con impatti sociali e ambientali sostenibili. E tale ricerca continua anche successivamente alla cessione dell’azienda: «In questi anni ho compreso che l’unica risposta in grado di essere davvero sostenibili sia uno stile di vita basato sulla sobrietà, che per quanto mi riguarda non vuole dire infelicità, anzi, credo che limitare molto i nostri bisogni indotti, ci permetta di vivere una vita più piena».
Ma non sempre è facile: «Ho una bambina di 5 anni ed è un percorso ancor più complesso crescere figli con questo obiettivo nel nostro attuale mondo: se ho un’ansia, una preoccupazione ad oggi è quella del riscaldamento terrestre e ciò mi aiuta a interrogarmi sulle conseguenze delle mie azioni quotidiane per cercare di limitare il mio impatto e quello della mia famiglia».
UNA NUOVA CASA PER TUTTI
Ed è da queste domande e volontà che nasce Cà de Buio: Paolo, insieme alla compagna Rosa dopo una ricerca attenta degli immobili già esistenti, identificano nelle colline finalesi il luogo in cui volere vivere e creare un’attività ricettiva. In particolare in un antico casale rurale del ‘400 di circa 250 metri quadri: un luogo di grande valore paesaggistico e culturale immerso in un contesto naturale, ma a soli 7 chilometri dalla costa e 5 da Finalborgo. La ristrutturazione è lunga e complessa: dopo un anno di progettazione e tre di lavori e attraverso un recupero con attenti interventi conservativi e tecniche ecosostenibili, oggi il casale assume le forme di un’abitazione accogliente, affiancata da un moderno bed & breakfast.
A colpire è l’attenzione a ogni dettaglio che rende il risultato finale della ristrutturazione un’opera unica nel suo genere in Liguria, tanto da aver ottenuto la certificazione energetica e ambientale CasaClima Welcome, ovvero il protocollo che mira a valutare e garantire la sostenibilità complessiva durante la costruzione e la gestione di strutture turistiche, a partire dalla progettazione. E tutto ciò non snaturando il luogo: «Questo posto è molto conosciuto, soprattutto per la grotta del buio che abbiamo qui accanto. Il mio intento era essenzialmente quello di trasmettere, anche a coloro che già conoscevano il luogo, la continuità delle sue forme e della sua essenza».
LA RISTRUTTURAZIONE
Ad avere il grande onere e onore è stato lo Studio Associato Rossi e Poggi, insieme all’architetto Paolo Lanfranconi, il cui mandato è stato proprio quello di garantire un impatto minimo sull’ambiente. Il progetto di ristrutturazione di Cà del Buio si è concentrato sull’utilizzo di tecniche ecosostenibili, tra cui il recupero e riutilizzo di materiali esistenti oppure l’uso di materiali naturali e di prossimità, come l’isolamento termico con coibente a base di calce e fibre naturali e l’impiego di serramenti in legno a taglio termico per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio.
Per ridurre i consumi sono state installate soluzioni per l’illuminazione a bassissimo consumo, sensori crepuscolari e un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia. Inoltre, grazie alla collaborazione con il fornitore énostra, Cà del Buio è in grado di utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili anche per la porzione residua. Per un utilizzo sostenibile delle risorse idriche invece sono stati previsti riduttori di flusso e sistemi di recupero delle acque meteoriche e un impianto di fitodepurazione.
CA’ DEL BUIO OGGI
Cà del Buio da un anno è diventata la tanto sognata casa di Paolo, Rosa e della loro figlia. Qui insieme stanno costruendo una nuova vita, provando a mettere in pratica un modello di vita sostenibile, supportati dalla bellezza che questo luogo dona loro ad ogni risveglio. Per questioni burocratiche invece la parte ricettiva aprirà le sue porte nelle prossime settimane a famiglie e turisti sportivi in cerca di un luogo che unisca il contatto con la natura all’attenzione per la sostenibilità.
Per realizzare un’accoglienza ecologica e offrire un’esperienza di vacanza responsabile, la struttura ha adottato buone pratiche quotidiane, come l’impiego di prodotti del territorio, acqua in brocca depurata nelle camere, raccolta differenziata e compostaggio, eliminazione di prodotti usa e getta e monouso. La speranza nel conoscere Cà del buio e Paolo, è che come avvenne per I Provenzali, anche questo luogo possa aprire un nuovo mercato nel settore del turismo in Liguria, ponendo le basi per un nuovo modello più sostenibile e attento ai bisogni reali delle persone, in armonia con l’ambiente.
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