4 Mag 2023

Ecco Takelocal, la comunità di food delivery etico e sostenibile

Scritto da: Benedetta Torsello

Takelocal è una realtà innovativa che combina le comodità della consegna a domicilio alle esigenze di ristoranti e piccoli negozi di quartiere. È una food community in continua espansione, nata a Milano per valorizzare gli acquisti di prossimità, lavorare in modo sostenibile e rendersi indipendenti dalle multinazionali del settore.

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Milano, Lombardia - È di sole poche settimane fa la discutibile decisione di Just Eat – una delle maggiori aziende del food delivery mondiale – di voler tagliare quasi 1900 posti di lavoro nel Regno Unito, di cui ben 1700 sono rider assunti regolarmente. Caso strano, era stata la stessa azienda, alla fine del 2020, ad annunciare con Scoober, una positiva inversione di rotta nel mondo della gig economy

Presentato infatti come “la cosa giusta da fare” in grado di restituire dignità e diritti fondamentali a migliaia di lavoratori su due ruote, il modello di impiego Scoober sembrava garantire finalmente l’inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti, con una paga minima oraria, retribuzione dei giorni di malattia, ferie e contributi per la pensione. Tuttavia le ultime decisioni della compagnia danese segnano un brusco passo indietro. 

take local
Serena Bonetti, fondatrice e CEO di Takelocal
UN SISTEMA DI DELIVERY PIÙ VICINO AI QUARTIERI

E se invece un nuovo modello di delivery, più vicino alle esigenze di clienti e lavoratori, fosse davvero possibile? È quanto ha sperimentato Takelocal, una vivace community di ristoranti e piccoli negozi nata nei quartieri milanesi di Isola, Nolo e Porta Venezia. Da quando ha mosso i primi passi nel 2021, questa realtà ha continuato a crescere esponenzialmente, come ci racconta Serena Bonetti, esperta di business, founder e CEO di Takelocal. 

«Dopo aver lavorato per diverse aziende e multinazionali, sentivo il bisogno di sviluppare qualcosa di nuovo e più umano. Insomma qualcosa di più vicino alle esigenze delle persone», sintetizza in poche battute l’ideatrice di Takelocal, la cui community si è estesa a quasi tutta la città di Milano e ai suoi quartieri, vivaci ecosistemi urbani. 

Takelocal nasce come un progetto spontaneo, dall’iniziativa di un gruppo di ristoratori che non trovavano soddisfazione nei modelli attuali di delivery

Takelocal nasce come un progetto spontaneo grazie all’iniziativa di un gruppo di ristoratori che non trovavano soddisfazione nei modelli attuali di delivery. Principalmente perché le grandi piattaforme erodono tutti i guadagni, non permettono il controllo nella gestione degli ordini e accrescono notevolmente la distanza con i clienti. «Per quanto riguarda invece i siti o le app dedicate al singolo ristorante, spesso sono poco funzionali – commenta Serena – oltre a presentare diverse difficoltà logistiche e di comunicazione legate proprio a una gestione autonoma di un e-commerce».

«Takelocal invece ha tutti i vantaggi dell’e-commerce per quanto riguarda costi e autonomia di gestione – prosegue l’ideatrice del progetto – e allo stesso tempo ogni ristoratore può beneficiare di fatto dell’appartenenza alla community, sia per quanto riguarda la comunicazione che la gestione logistica del servizio».

COME FUNZIONA? 

Il portale è accattivante e intuitivo: gli utenti non devono fare altro che ordinare direttamente dalle pagine social e dal sito di Takelocal, che rimandano subito alla pagina da cui effettuare l’ordine. Attraverso un sistema di ricerca è possibile scegliere uno dei quartieri già presenti nella community oppure inserire il proprio indirizzo per trovare i ristoranti più vicini a casa propria. E se si ha l’imbarazzo della scelta, con la food roulette sul sito di Takelocal è possibile giocare e scegliere cosa mangiare.

takelocal2

Da vero servizio di quartiere, le consegne degli ordini ricevuti tramite Takelocal vengono effettuate direttamente dai ristoranti oppure da una flotta di quartiere messa a disposizione da partner accuratamente selezionati che condividono gli stessi principi etici del progetto per quanto riguarda la mobilità sostenibile e il trattamento corretto di tutte le risorse umane, rider compresi.

«Dall’esperienza di Takelocal – conclude Serena – mi sono resa conto di quanto queste iniziative aiutino a tenere vivi i quartieri, ma anche a sviluppare la creatività individuale, a sostenere i piccoli imprenditori e rendere digitale qualcosa di locale, senza per questo snaturarlo, anzi sviluppandone il potenziale e il valore più autentico».  

Per saperne di più su progetti etici e innovativi nel mondo del food delivery leggi anche gli articoli su Robin Food e Social Delivery.

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