A Scampia nasce l’Ecomuseo Urbano diffuso per rilanciare la periferia attraverso la comunità
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Campania - «Il concetto di base è cercare persone e comunità interessate a un progetto e portarlo avanti insieme per realizzare iniziative che altrimenti, da soli, sarebbero insostenibili», mi aveva detto qualche mese fa Martina Pignataro del GRIDAS raccontandomi “come si fanno le cose” a Scampia, quali sono le modalità di attivazione del territorio e di coinvolgimento delle comunità che lo abitano.
Questa strategia fondata sulla condivisione, sulla co-progettazione, sulla valorizzazione dei talenti e sulla creatività è il filo rosso che dipinge anche un’altra importante iniziativa che sta nascendo proprio in questi giorni nella periferia napoletana, ovvero la creazione dell’Ecomuseo Urbano diffuso, di cui parliamo con Barbara Pierro, un’altra delle anime che da anni sta contribuendo a coltivare bellezza a Scampia.
L’ECOMUSEO
Barbara tiene a sottolineare il principio che sta alla base degli ecomusei, anche perché è emblematico rispetto alle motivazioni per ci si è voluti affidare a questo tipo di esperienza: «Gli ecomusei nascono negli anni ’70 in Francia e ancora oggi non esiste una definizione univoca; è piuttosto un processo dinamico e anche quello in atto a Scampia – che ha portato all’Ecomuseo Urbano diffuso – è un percorso di partecipazione che coinvolge bambini e studenti delle scuole, ma anche singoli cittadini, provando a creare connessioni dentro e fuori il territorio».
L’ecomuseo è un concetto non fisso e né monolitico; è piuttosto un soggetto che prova a dare valore alle storie creando un sistema per raccontarle, trasmetterle e renderle un patrimonio fruibile a tutti. Al tempo stesso consolida il senso di identità e coesione. «Quando parliamo di Ecomuseo Urbano diffuso non ci riferiamo solo allo spazio fisico – che oggi è la sede di chikù – ma di un processo che conivolge attori diversi: scuole, enti locali, associazionismo, aziende», spiega Barbara.
«L’Ecomuseo Urbano diffuso di Scampia – prosegue – nasce da una sorta di petizione popolare e prevede un percorso di crescita delle comunità locali in chiave inclusiva e artistica. Insieme alle storie che raccontiamo promuoviamo un territorio; abbiamo lavorato a un workshop di mappatura in cui abbiamo provato a disegnare una mappa del quartiere a metà fra la percezione emotiva e la realtà, rappresentando anche come vorremo che diventasse il luogo in cui viviamo».
COM’È NATO L’ECOMUSEO URBANO DIFFUSO
Il percorso di costruzione dell’Ecomuseo Urbano diffuso si è sviluppato con workshop aperti e pubblici condotti da guide e tutor: «Abbiamo fatto un lavoro di cartografia territoriale, abbiamo intervistato persone, raccolto suoni e immagini, ridisegnato una mappa che costituisce uno degli allestimenti del quartiere e tanto altro. Alla costruzione dei contenuti hanno partecipato oltre 200 studenti e studentesse, ognuno in base ai propri talenti».
Un altro workshop è stato sull’identità visiva: «Abbiamo costruito una serie di segni che potessero raccontare il territorio, come una colonia di farfalle che vive qui, i suoni del mercato, le voci dei bambini che giocano al parco. E ancora, abbiamo organizzato un laboratorio sulla narrazione esplorando gli strumenti da utilizzare per raccontare le storie: le parole – che diventano podcast –, gli scritti – la foresta delle storie – e gli oggetti. Tutto questo sarà presente nell’ecomuseo».
La narrazione sarà il giusto mix di realtà e nuovi immaginari: «Non raccontiamo solo le parti belle di Scampia, ma anche le storie di sofferenza, sempre declinandole con la parola chiave della trasformazione, che è lo sfondo integratore del nostro ecomuseo, nato in un contesto urbano non a misura di cittadino e inserito in un territorio in continua evoluzione. Il nostro obiettivo è coinvolgere la comunità nel processo di trasformazione, in modo che ne diventi protagonista e non lo subisca passivamente».
IL RICAMBIO GENERAZIONALE
Gli ecomusei hanno senso se si riescono a radicare nei territori quindi tutto parte dalla storia di Scampia e dall’assunto che questo è un quartiere giovane dove la prima generazione ha meno di trent’anni: «Una quarantina di anni fa si sono insediate le prime comunità – spiega Barbara – e c’è stata una generazione che ha vissuto qua subendo una politica assente. Ma una parte di comunità si è rimboccata le maniche e ha provato a ridisegnare i contorni di una periferia che potesse essere a misura degli abitanti, innescando processi culturali, artistici e sociali».
Questa generazione si trova ora in un momento di passaggio di consegne e c’è la necessità di guardare al futuro: «Lavorando su questo assunto abbiamo pensato fosse necessario mettere a sistema e valorizzare le esperienze che hanno reso Scampia un posto in cui si sono consolidate tante buone pratiche in grado di generare bellezza». L’Ecomuseo Urbano diffuso si può quindi definire come realtà in corso di evoluzione che nasce da chi vive Scampia ed è un tentativo di leggere i dati e provare a crea un sistema che mette a sistema le risorse disponibili.
L’INAUGURAZIONE
Domani, giovedì 25 maggio, a partire dalle ore 11.00, presso il centro Chikù Cibo e Cultura in Largo della cittadinanza attiva si terrà la presentazione della prima edizione di Festival delle storie, un evento che si punta a replicare ogni anno e che tagliera di fatto il nastro dell’Ecomuseo Urbano diffuso di Scampia. Si terranno laboratori, visite guidate, proiezioni e dibattiti alla scoperta del territorio, anche se le attività del progetto hanno preso il via sin dal gennaio 2022 e sono proseguite fino ad oggi traducendosi nella costruzione di una rete che ha dato vita a laboratori, incontri e iniziative.
La presentazione sarà l’occasione per partecipare in prima persona alle attività previste dall’ecomuseo attraverso un ricco programma di visite guidate, proiezioni e momenti collettivi. L’introduzione sarà a cura dell’equipe progettuale: Emma Ferulano; Claudia Scarpitti; Barbara Pierro e Daniele De Stefano, con Chiara Marciani assessore alle Politiche giovanili e al Lavoro, Laura Lieto vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Nicola Nardella presidente 8° Municipalità e Valeria Ciarambino vicepresidente del Consiglio regionale della Campania.
È previsto un ricco programma di eventi che si snoderà da giovedì 25 a domenica 28 maggio, clicca qui per consultarlo.
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