22 Mag 2023

Ettore Campana: “Scalo sogni e vette per far sorridere i bambini dell’Ospedale Civile di Brescia”

Scritto da: Benedetta Torsello

Una coraggiosa impresa in solitaria: scalare le vette alpine in sella a una bicicletta. Protagonista dell’avventura, è il trentenne bresciano Ettore Campana, che dedicherà il suo “Scalo Sogni” ai bambini in cura presso il reparto di oncoematologia pediatrica di Brescia, che grazie alla tecnologia lo "accompagnano" pedalata dopo pedalata in questa sua avventura.

Salva nei preferiti

Brescia, Lombardia - Si chiama Scalo Sogni il viaggio in solitaria di Ettore Campana, partito a metà aprile dalla sua città, Brescia, per affrontare in bicicletta le Alpi e portare fino in cima i sogni dei piccoli pazienti ricoverati al reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civile di Brescia. Non per niente, il trentenne bresciano ama definirsi «uno spirito selvatico e curioso».

Lo avevamo infatti lasciato qualche tempo fa, alla fine di un altro incredibile viaggio in bicicletta che da Brescia lo aveva portato in Marocco, passando per la Francia e la Spagna, per un totale di 3850 chilometri. Questa volta Ettore ha in mente di viaggiare per 1500 chilometri, con un dislivello in salita di oltre 4000 metri, con l’obiettivo di salire almeno una cima per ciascuno dei principali gruppi montuosi delle Alpi: dalle Alpi Orientali a quelle Occidentali, spostandosi tra l’Italia, la Svizzera e la Francia.

La passione per i viaggi e soprattutto la montagna, accompagnano Ettore sin da piccolo. A vent’anni inizia a girare per il mondo, spostandosi in lungo e in largo: i numeri che raccontano le sue avventure sono da non credere. Ad oggi infatti il giovane bresciano ha già visitato trentanove paesi, scalato cinque montagne di 6000 metri, dieci di 5000 metri e diciotto di 4000 metri, dalle Alpi alle Ande, fino alle cime dell’Himalaya e del Nord America.

scalo sogni cover

Soltanto lo scorso ottobre era partito per il progetto Cycling for Trees, grazie al quale era riuscito con una campagna di crowdfunding a finanziare la piantumazione di una nuova foresta alle Torbiere del Sebino. Scalo Sogni invece lo vedrà protagonista fino alla fine di maggio, sempre in sella alla bicicletta equipaggiata di tutto il necessario per pernottare in tenda, rifugi o bivacchi.

«All’inizio l’idea era di scalare almeno cinque vette – ha dichiarato Ettore –, ma ad oggi sono già sedici le cime conquistate, tra cui due di 4000m». Sostenuto dalla LILT (Lega Italiana per lotta contro i tumori) di Brescia, da ASST Spedali Civili, dall’Ospedale dei Bambini, dal Comune di Brescia e da alcune aziende tra cui Gialdini, State of Bike e Bandiere.it, Scalo Sogni non è un semplice viaggio: è un’esperienza condivisa con i bambini e le bambine del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Brescia.

Il mio desiderio – ha commentano il trentenne bresciano – è che questi bambini si sentano vicini a me in questo viaggio

Prima di partire Ettore ha incontrato questi piccoli pazienti che gli hanno affidato delle bandierine con il loro nome che il giovane bresciano ha portato sulle diverse cime raggiunte. L’obiettivo è renderli partecipi dell’impresa, anche grazie ai collegamenti giornalieri in una chat creata appositamente per comunicare quotidianamente tra loro e con Ettore.

«Il mio desiderio – ha commentano il trentenne bresciano – è che questi bambini si sentano vicini a me in questo viaggio. Cerco di rispondere a tutte le loro domande e condividere le foto dei luoghi che scopro giorno dopo giorno lungo il mio viaggio. Insomma, vorrei regalare loro dei momenti di spensieratezza, malgrado i difficili percorsi terapeutici che stanno affrontando».

scalo sogni1

Nonostante la sua lunga esperienza di viaggiatore, non ci si può mai improvvisare in questi casi, anche perché, nonostante si pianifichi ogni dettaglio, ogni avventura è sempre piena di colpi di scena: «Mi ci sono voluti tre mesi di preparazione. Per me era solo un sogno, un grande sogno e ora sta diventando realtà», ha dichiarato Ettore prima di partire.

Neve e maltempo hanno di tanto in tanto rallentato il suo viaggio, ma mai scoraggiato il giovane bresciano: «Lungo la strada, quando le condizioni metereologiche non erano favorevoli – ha aggiunto Ettore –, per fortuna ho sempre potuto usufruire dell’ospitalità di conoscenti e della solidarietà di chi ho incrociato sul cammino».

Il suo viaggio tra avventura, paesaggi mozzafiato e condizioni estreme, non si è ancora concluso e grazie a un localizzatore satellitare è possibile seguirlo in tempo reale, pedalata dopo pedalata. Mentre sul suo profilo instagram, Ettore condivide costantemente immagini e racconti, così da mantenersi costantemente in contatto con lui. «I bambini dell’Ospedale di Brescia sono un po’ i miei compagni di viaggio», ha concluso Ettore. «È a loro e ai sogni che desiderano di realizzare che dedico ogni chilometro della mia avventura».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”
Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi
Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(9) "nazionale"