Salvatore Scannella: “In un mondo in cui anche i sapori tendono all’omologazione, vi racconto come produco 60 tipi di formaggi”
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Caltanissetta - “La passione è il vero talento”, mi disse uno sconosciuto molti anni fa durante un allenamento. Più passa il tempo e più trovo che questa espressione sia intrisa di una profonda verità: la passione cancella stanchezza, fatica, delusioni e qualsiasi difficoltà. Salvatore Scannella è la perfetta incarnazione di cosa vuole dire avere passione per il lavoro che si è scelto di fare. Un giovane artigiano del settore lattiero caseario che da quattro anni ha realizzato il suo sogno, diventare un caseificatore.
Salvatore ha 33 anni e per dodici anni ha vissuto a Palermo lavorando nel settore dell’edilizia. Si sentiva perso, come se gli stessero rubando del tempo, quello prezioso da passare in compagnia delle persone a cui vuole bene e da dedicare a qualcosa che potesse dare un senso alla sua vita. Così un bel giorno ha deciso di seguire il suo istinto, ma soprattutto la sua passione. Sin da piccolo amava trasformare il latte, chiedeva spesso al padre di comprare il latte dai pastori per dare vita alle sue creazioni. Il suo sogno era aprire un caseificio, un sogno che oggi si è trasformato in realtà. Si è messo in gioco, rischiando, e oggi è felice e soddisfatto.
«È come giocare ad una partita, o si vince o si perde. Dieci anni fa ho comprato una piccola casetta nel centro storico, l’ho ristrutturata pensando di realizzare un b&b e invece… è proprio lì che ho messo in piedi il mio caseificio. Sono felice, ho modo di confrontarmi con tantissime persone. Il mio è un mondo vario e vivo. Con una sola materia prima puoi realizzare una grande varietà di formaggi. Puoi consentire alle persone di spaziare in nuovi sapori e in nuovi gusti» racconta Salvatore.
Il giovane artigiano produce sessanta tipi diversi di formaggio a partire dal latte di capra, di ovini e vaccino: paste filate, molli e pressate, formaggi stagionati, semistagionati, stracchini, mozzarelle e primi sali aromatizzati con erbe cipolline, noci, mandorle, pistacchi. Per non parlare dei cannoli con la ricotta. Il suo è un prodotto artigianale e genuino che si distingue per la qualità di lavorazione e per le materie prime.
In un mondo in cui anche i sapori e i cibi tendono all’omologazione, in cui spesso non conosciamo l’origine di ciò che mangiamo, riuscire a realizzare più prodotti da una stessa materia prima è per Salvatore la vera magia. Perché l’artigianalità è sempre più avanti rispetto a processi standardizzati e industriali. Attraverso il suo lavoro si può “assaporare” la sua passione, la ricchezza delle tradizioni di una volta, ma anche il gusto dei pascoli, delle piante che la mattina l’animale ha mangiato prima di essere munto.
E questa unicità è molto apprezzata dai tanti turisti che vengono appositamente a Serradifalco, nonostante la strade disastrose, per assaggiare il formaggio di Salvatore, insieme al vino di Gianfranco Lombardo e all’olio di Arché, altri imprenditori locali che insieme a lui stanno puntando molto su una forma di turismo esperienziale ed enogastronomico. «Io lavoro molto, soprattutto da febbraio a maggio, seguo i ritmi degli animali e non posso mai staccare. Ho una vita piena ma sono contento perché faccio quello che voglio. Con l’altro lavoro avevo molto più tempo libero, ma non ero soddisfatto, mi sentivo in gabbia» continua Salvatore.
Nei mesi di grande produzione Salvatore comincia a lavorare in piena notte, alle 3, per preparare la ricotta fresca per tutti i negozi che fornisce. Alle 8.30 è già tutto pronto per essere consegnato. Fa tutto da solo, lavorazione, consegne, produzione – circa 80-90 chili al giorno di formaggio – e confezionamento, oltre a gestire la piccola bottega accanto al caseificio. Il latte fresco lo recupera direttamente da alcuni pastori di fiducia, un giorno si reca a Mussomeli, un altro giorno a Grotte. Ore e ore di strada per recuperare una materia prima genuina e preziosa e ore e ore di lavoro per trasformarlo, anche 13 al giorno.
Attraverso il suo formaggio, la passione e l’ amore per la sua terra vengono conosciute in Sicilia in Italia e all’estero. «Ho sempre cercato di valorizzare il mio paese, oggi anche attraverso il mio lavoro, sono infatti l’unico produttore di formaggi a Serradifalco».
«Anche il nome – Terramia – non l’ho scelto a caso, lasciandomi ispirare da Pino Daniele e dalla sua canzone. Sogno di realizzare un franchising con diversi punti vendita con tutti i miei prodotti. Vorrei continuare anche con i percorsi di degustazione in uno spazio più grande in cui far vedere ai turisti anche la stagionatura dei formaggi. È la passione a guidarmi, vedremo cosa riuscirò a costruire da qui a qualche anno», conclude Salvatore.
A Serradifalco incontrarlo nel suo caseificio e nella sua piccola bottega è molto semplice, basta recarsi nel centro storico. Se allungate il passo, poco più avanti troverete anche Rosa Burgio, la giovane donna che ha rivoluzionato l’arte del pane. In pochi metri farete un viaggio che vi toccherà il cuore e i sensi e rimarrete stupiti dalla forza, dalla tenacia e dall’innovazione che questi giovani ragazzi riescono a portare in lavori “tradizionali” come quello del formaggio e del pane.
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