Giulia: “A 25 anni ho preso in gestione il rifugio in Val Pennavaire e sono felice” – Io Faccio Così #384
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Cuneo - Si trova a circa 1500 metri di altitudine e dalla sua posizione privilegiata guarda dall’alto l’intera Val Pennavaire, fino a scorgere a fondo valle la striscia blu del mar Ligure. In alto la notte mostra la sua bellezza infinita e magica attraverso una vista nitida della via lattea, che lascia a bocca aperta tutti i suoi ospiti. Ci troviamo oggi al Rifugio Pian Dell’Arma di Caprauna e incontriamo la sua attuale gestrice, Giulia Rolando.
UN’INFANZIA IN NATURA
Giulia è nata e cresciuta ad Albenga, ma ha sempre avuto un collegamento importante con il paese di Caprauna: entrambi i genitori infatti sono originari di qui e molto spesso facevano ritorno nel piccolo paese piemontese per portare avanti la loro attività agricola e produttiva, che permetteva all’intera famiglia di vivere in gran parte di autoproduzione.
«A Caprauna i miei genitori hanno sempre tenuto gli orti e raccolto le castagne. Inoltre ogni estate producevamo conserve di vario genere che poi utilizzavamo gran parte dell’anno». Giulia studia agraria alle superiori e si laurea all’Università della Montagna, ma nel frattempo a partire dai suoi 17 anni inizia a lavorare per periodi alterni al rifugio. «Da piccola non avevo idea di cosa avrei fatto da grande, ma di una cosa ero certa già allora: l’avrei fatta a Caprauna. Già all’epoca infatti ero sicura di voler vivere qui. Sentivo questo luogo come casa e ci sognavo il mio futuro e la mia vita».
UNA PASSIONE TRASFORMATA IN LAVORO
«Dal 2012 ho iniziato a lavorare qui per la stagione estiva e da allora non ho mai più smesso. Dopo l‘università ho lavorato prima con Slow Food, poi in piccoli progetti legati al mondo agroalimentare, che da sempre è il settore che più mi appassiona e affascina. Nel frattempo ho deciso di venire a vivere da sola a Caprauna. Finita l’università infatti ho pensato che fosse il luogo migliore dove poter vivere».
Aumentando il tempo e le competenze di anno in anno, anche i ruoli all’interno del rifugio – all’epoca gestito da Marina Caramellino – cambiano, passando da cameriera ad aiuto cuoca e poi diventando di supporto in attività più ampie. E così Giulia con il passare del tempo ha continuato a scegliere di unire la sua passione per il luogo e per la montagna, al settore agroalimentare. Prima collaborando come dipendente e dal 2020 diventando gestrice del rifugio.
GLI OSPITI DEL RIFUGIO
Essendo una tappa del percorso dell’Alta via dei Monti Liguri e della Via Alpina, il Rifugio Pian Dell’Arma ospita tutto l’anno diversi turisti italiani e stranieri, che qui trovano dove pernottare riposare e mangiare, per poi ripartire. Inoltre ci sono molti liguri che frequentano il luogo: «Siamo una delle prime montagne e facilmente raggiungibili».
«Capita spesso infatti di ospitare persone che provengono da ogni parte della regione: da Genova a Imperia. La cucina attira molto, ma non solo: molte famiglie di camminatori e arrampicatori scelgono il rifugio come punto di appoggio per trascorrere più giorni tra sport e relax». A ciò si aggiungono eventi, spettacoli teatrali, concerti e presentazioni culturali che Giulia e i suoi collaboratori organizzano e a cui partecipano anche abitanti della valle.
RELAZIONI: IL CAMBIO DI SCELTE
Uno degli elementi che spesso chi arriva da fuori patisce nel vivere nelle aree interne è la solitudine, ma nel caso di Giulia non sembra essere percepita come un problema: «A livello personale non patisco la presenza di poche persone. Quando decido di uscire è un appuntamento che ho scelto, programmato e che condivido con le persone che voglio vedere. Già prima ero selettiva del mio tempo e ora ancor di più».
Giulia mi racconta anche della fortuna che ha nel vivere in una frazione di Caprauna in cui, nonostante il numero molto basso di abitanti, la fascia di persone sotto i quarant’anni è alta: «Ci frequentiamo tutto l’anno, in particolar modo organizzando cene, e spesso le conversazioni sono su temi leggeri, ma – soprattutto con alcune persone – ho avuto in questi anni anche condivisioni e riflessioni più profonde». Insomma: poche relazioni, ma buone.
LA VALLE
Con la sua giovane età, le tante idee e voglia di mettersi in gioco, Giulia sta attirando in valle sempre più turisti che, venendo attratti dal suo esempio e dalla sua attività, decidono poi di tornare ed esplorare altri luoghi e progetti in Val Pennavaire. «Credo molto in questa valle e nelle sue potenzialità», conclude lei.
«Oggi non c’è ancora un’identità di valle e la mentalità dei suoi abitanti è ancora molto ancorata all’identità del singolo paese dove si vive, ma le cose stanno cambiando e molto velocemente: da una parte le generazioni nuove sono molto più aperte e stanno già avendo modo di collaborare e creare una rete di relazioni del territorio». Così Giulia mi racconta di come stia cercando di rifornirsi da produttori principalmente di valle, per poter sostenere le singole attività presenti sul territorio, anche se per ora sono ancora limitate. Riuscirà a realizzare tutti i suoi sogni? Lei non ha dubbi: «Credo sia una questione di tempo!».
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