Radio Torriglia Sound, l’emittente nata dal basso per animare la val Trebbia
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Genova - Oggi vi raccontiamo la storia di Radio Torriglia Sound, un’emittente radiofonica nata come web radio durante il lockdown e che nel tempo ha percorso un suo cammino evolutivo. Oggi trasmette da un piccolo spazio adibito a studio radiofonico a Torriglia, ricavato all’interno del vecchio asilo, di proprietà di un’associazione religiosa e attualmente gestito da un’associazione culturale locale, Creativamente, che porta avanti diverse attività sociali tra cui anche la radio.
La particolarità? Aver preso forma dalla passione degli abitanti della val Trebbia. In questi anni infatti si sono susseguiti diversi speaker non professionisti, proprio perché sono stati i cittadini stessi del luogo a prestare la propria voce per le diverse trasmissioni in palinsesto, spaziando dalle rubriche di recensioni di libri alla salute, passando per la musica dei cantautori liguri. Ne abbiamo parlato con Mauro Manti, uno dei fondatori.
Mauro, com’è nata l’idea di creare dal basso un’emittente radiofonica della val Trebbia?
Sai, noi vecchietti degli anni ‘70/’80 abbiamo sempre avuto voglia di fare radio [sorride, ndr]. A quel tempo esistevano tantissime radio libere e anche a Genova quasi ogni quartiere della città aveva la propria emittente privata. Questo creava un rapporto molto stretto tra gli abitanti di quel luogo e la radio stessa, rendendo il tutto anche molto utile a divulgare informazioni del territorio e soprattutto a divertirsi, cosa fondamentale. Radio Torriglia Sound è nata proprio così, nel lockdown, prendendo ispirazione da queste piccole radio libere. E poi per noi farlo divertendoci è essenziale, anche perché non essendo un’emittente commerciale, siamo tutti volontari.
Cosa vi ha mosso nello specifico nel 2020, in quel momento così particolare?
Nel periodo di chiusura totale ci siamo resi conto che quello che desideravamo fare era portare un po’ di musica e aria nuova alla popolazione della val Trebbia, diventare un punto di riferimento affinché i cittadini potessero telefonarci e rapportarsi con noi. In quel periodo abbiamo coinvolto soprattutto persone della valle e di Genova, eravamo circa una decina di speaker e ognuno aveva il suo programma. L’idea comune era quella di fare promozione del territorio ma anche far conoscere Torriglia e la val Trebbia al di fuori dei confini della Liguria, essendo una radio web.
E come si è evoluto il progetto in questi tre anni?
Rispetto al periodo del lockdown, in cui eravamo tutti mediamente più liberi, andando avanti sono aumentati gli impegni di ognuno di noi, quindi purtroppo qualcuno non è più riuscito a seguire il proprio programma. Ora a condurre le trasmissioni ci siamo io, Valeria Spagnolo e Andrea Papale, più altre due persone, ma abbiamo virato più sull’aspetto social, con dirette soprattutto su YouTube e su Facebook, e abbiamo notato una migliore risposta. Rispetto a un tempo, ora le piattaforme sono notevolmente migliorate e consentono di coinvolgere anche più persone; e poi adesso si è più abituati a vedere i video su Facebook e Instagram e questo ci agevola.
Quali sono i programmi che state portando avanti?
Insieme alla dottoressa Marta Divano, infermiera e amante delle cure naturali, conduco Ossigeno Blu, una trasmissione legata ad ambiente e salute, in cui facciamo interviste a diversi professionisti del settore, tra cui l’erborista Marco Fossati, Monica Biamonte, esperta di ecoprinting, diversi consulenti di medicina ayurvedica, oli essenziali e fiori di Bach. C’è poi il filone musicale, Cantautori liguri, in cui io e Gabriela Pulido intervistiamo dei musicisti, principalmente genovesi o comunque liguri, tutti poco conosciuti, per promuovere la loro musica.
Parliamo di confini: l’avete chiamata una radio “ad alta quota” e in effetti lo è, oltre a trovarsi in un’area di confine, quella delle Quattro Province. Qual è la percezione qui?
In queste comunità dell’appennino ci si scambiava assistenza, ci si aiutava l’un l’altro e questa vicinanza secolare si vede ancora oggi per esempio nel dialetto, nella parlata, che è molto simile nei paesi di quest’area. Ancora adesso si organizzano delle feste dedicate proprio alla cultura delle Quattro Province, in cui si punta molto sulle musiche tradizionali.
Mi è stato raccontato, per esempio, che il giorno di Pasqua in questi paesi si usava bussare alle porte delle case per regalare ai vicini le uova fresche: un’usanza festosa, per celebrare l’inizio della primavera e molto legata alla simbologia dell’uovo di Pasqua. Sul piano personale, anche se vivo qui da sedici anni, io mi sento comunque un “foresto”, sono nato e cresciuto a Genova. La diffidenza è normale nell’entroterra, ma poi pian piano ci si fa conoscere.
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