La Pescheria delle idee, un laboratorio per l’innovazione urbana e sociale delle aree interne
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Caltanissetta - Ogni anno dalla Sicilia emigrano circa 10.000 persone e di queste il 40% sono giovani. Il motivo principale pare essere la mancanza di lavoro, eppure nel giro di un paio di settimane mi sono imbattuta in diverse aziende che, proprio sull’Isola, sono alla ricerca di figure professionali che spaziano dall’ingegneria all’architettura. Richieste che non trovano una risposta adeguata proprio perché i giovani, i più adatti per attitudine e innovazione a ricoprire questi ruoli, sono andati via.
Sono tanti gli stereotipi e le narrazioni di una terra che non offre lavoro, opportunità, speranza. Tuttavia, come dimostrano le richieste di lavoro e le nuove iniziative di eccellenze che fioriscono in ogni parte dell’isola, possiamo senz’altro dire che esiste una Sicilia diversa anche grazie a chi ha deciso di restare o di ritornare e mette insieme energie, competenze e idee.
È così che è nato a Mussomeli il Collettivo SempliCittà, un collettivo di giovani professionisti, studenti e cittadini che ha come scopo quello di proporre un’innovazione urbana e sociale riscoprendo il senso di fare comunità per la comunità, partecipando e prendendosi cura della cosa pubblica nelle sue svariate sfaccettature. Dal 2015 a oggi il Collettivo ha cambiato più volte composizione, ma non è mai svanita la voglia di fare e costruire e l’arrivo di nuove risorse è sempre stato uno stimolo ad ampliare la ricerca.
«Noi ci troviamo in un’area interna della Sicilia, siamo all’estrema periferia dei centri più vivi dell’isola tutti dislocati sulla costa. Abbiamo vissuto e continuiamo a vivere una grande migrazione giovanile. Solo a Mussomeli dal 2000 al 2010 su 11.000 abitanti sono andati via circa 1.100 giovani dai 18 ai 35 anni. Anche per questo abbiamo voluto intraprendere una strategia innovativa per il nostro territorio attraverso un metodo di condivisione e costruzione della comunità», racconta Michele Schifano, architetto, ideatore e fondatore del Collettivo.
Tra le iniziative proposte dal gruppo di giovani innovatori, ad esempio, quattro giornate di studio sulla valorizzazione, il recupero e la messa in sicurezza del centro di Mussomeli, un momento che ha visto l’incontro e il confronto tra diverse persone qualificate che hanno raccontato e condiviso le best practices e le metodologie applicate altrove nella risoluzione di problemi delle aree interne. L’idea di vendere le case del borgo a 1 euro ha preso spunto proprio da questo processo in atto, una decisione che ha avuto risonanza a livello nazionale, che sta vedendo crescere anche una piccola comunità internazionale all’interno del borgo, ma che di certo non può bastare da sola a risolvere lo svuotamento e l’abbandono delle aree interne.
Il Collettivo SempliCittà innesca processi innovativi per il territorio a partire dai luoghi e da quello che vi accade dentro e intorno, anche attraverso il recupero di spazi urbani abbandonati, spazi di socialità da riscoprire attraverso la cultura. Come nel caso della Pescheria delle idee, un progetto connesso a un luogo del borgo, una vecchia pescheria comunale nel centro storico di Mussomeli, un locale ipogeo dove tre pescatori provenienti da centri marini della costa portavano pesce di qualità da vendere.
«Abbiamo pensato di creare un luogo che porti sul banco per i clienti le migliori opportunità che si possano trovare in Sicilia, in Italia e in Europa. Siamo ancora al primo stadio del progetto, ma l’idea è quella di creare uno spazio in cui avviare connessioni, momenti di confronto e collaborazione, formazione e informazione su best practices. Un luogo che unisce il passato con il presente e il futuro grazie anche alla creazione di una rete attraverso le cosiddette “marine”».
«Noi qui siamo soli al centro della Sicilia, abbiamo bisogno del “mare”. Ci dicono che ci sono le strade per poter raggiungere i centri più grandi. Io rispondo che ci vuole la motivazione per percorrere queste strade. Vorremmo aprire la prima Pescheria delle idee in maniera tale da avere un luogo fisico, dare corpo alla comunità, per poi crearne delle altre anche in luoghi dell’entroterra calabrese, raccontati da Vito Teti e Franco Arminio, o dell’entroterra pugliese. Immaginare di portare il mare dove non c’è», continua Michele Schifano.
Una delle “marine” a cui ispirarsi è senz’altro Pierfilippo Spoto, ma anche il mondo di Farm Cultural Park e di tutti i numerosi progetti sparsi sull’isola. «La Sicilia è ricchissima di opportunità. Coloro che dicono “ma chi te lo fa fare”, “andatevene da qui perché non c’è futuro”, sono proprio quelli che non hanno fatto nulla per migliorare le cose».
«Non serve andarsene, serve creare una rete, proprio come quella dei pescatori, forte e resistente, capace di raccogliere e trattenere più idee possibili, tante quante l’infinità del mare. Così ci si ritrova e ci si riconosce tra coloro che vivono i sogni e le stesse ispirazioni per una nuova Sicilia, ed è come conoscersi da anni. Questo è accaduto, ad esempio, con Pierfilippo», racconta Michele.
L’appassionato architetto ha vissuto per dieci anni a Palermo e per qualche anno a Varese. La Pescheria delle idee è sempre stata tra i suoi pensieri, come esigenza personale per creare opportunità in Sicilia che poi ha condiviso con i ragazzi del Collettivo. È così che un’idea iniziale si è moltiplicata per dare vita a molti altri progetti. Ad esempio “l’aperitivo per riconoscersi”, che è un’occasione di confronto in diverse località dell’entroterra in cui giovani si scambiano idee in modo informale.
E poi “l’aperitivo per riconoscersi in giro per il mondo”. Sono tantissime, infatti, le comunità di siciliani – di marine – nei vari paesi del mondo che meritano di intrecciarsi, incontrarsi e condividere saperi. La prima data realizzata a Roma doveva essere seguita da appuntamenti a Bologna, Milano, Torino, Parigi, Londra e New York, ma che a causa del Covid-19 sono stati rimandati e/o sostituiti da eventi e incontri digitali. «Al di là delle mode, nelle aree interne spesso le azioni che vengono intraprese sfuggono ai più, non viene dato il giusto valore a certi processi che hanno bisogno di tempo per verificarsi e radicarsi, per riconoscere l’importanza dei valori e delle azioni in atto», conclude Michele.
Insieme a lui Gero Salamone, Eliana Valenza, Nino Palumbo, Marta Dilena, Enza Di Maria e molti altri muovono le fila di un progetto in continua trasformazione in cui le idee diventano azioni concrete. Il prossimo obiettivo è dare forma a uno spazio fisico per strutturare meglio il processo e creare posti di lavoro coinvolgendo parecchi Pescatori delle idee, e non solo come volontari. Per uno sviluppo di comunità che possa contribuire anche a creare lavoro e fare in modo che i giovani possano non abbandonare le aree interne.
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