Passi di Quiete tra le Comunità: camminare fuori e dentro di sé
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Camminare per aprirsi al mondo e per esercitare il pensiero, direbbe l’antropologo e sociologo francese David Le Breton, che a lungo si è interrogato sull’arte del viaggiare a piedi. Mettersi in cammino è di per sé un’esplorazione di luoghi sconosciuti, ma soprattutto di paesaggi interiori. È l’incontro con gli altri e prima ancora con la parte più intima di noi stessi. Camminare è tutto questo: una stratificazione di significati senza un’interpretazione univoca. Ad ognuno il proprio cammino.
Al ritmo dei propri passi si riesce ad ascoltare meglio ciò che ci muove. I dolori e i bisogni del corpo distendono a poco a poco ogni affanno, calmano il respiro fino alla resa completa al tempo e alla strada, qualunque essa sia, ovunque sia diretta. Anche dal cammino come percorso di esplorazione e di pace è partito Consapevoli Assieme, un gruppo di facilitatori nato due anni fa e tuttora in evoluzione.
CAMMINARE IN SILENZIO PER RITROVARE SÉ STESSI
Passi di Quiete tra le Comunità è il loro progetto di cammino consapevole ideato con il patrocinio della RIVE, la Rete Italiana dei Villaggi Ecologici. Un’esperienza personale e collettiva al contempo, in cui superare i limiti del corpo e soprattutto della mente. Un viaggio da Bologna a Pistoia lungo 115 chilometri, dal 16 al 27 giugno, passando per sette comunità dell’appenino tosco-emiliano con cui vivere dei momenti di condivisione prima di ripartire.
«Passi di Quiete tra le Comunità nasce da un’intuizione più di un anno fa. E mette insieme i mondi da cui proveniamo e una prima esperienza di cammino, più breve, realizzata lo scorso autunno». A parlarcene è Safir – al secolo Andrea Stagliano – di Consapevoli Assieme. Facilitatore e formatore di gruppi comunitari consolidati e in via di formazione, Safir è attivo sin dal 2012 nella Rete degli Ecovillaggi italiani di cui in passato è stato co-presidente.
«Il mondo delle comunità, oltre ad averlo vissuto in prima persona, mi appassiona da oltre un decennio. Così come le arti della facilitazione», ha aggiunto per spiegare uno dei due filoni a cui si ispira il progetto di viaggio Passi di Quiete tra le Comunità. «A questo si affianca il tema del benessere personale come ricerca e capacità di essere presenti a sé stessi».
La camminata come esperienza meditativa ha diverse tradizioni, da quella dei nativi americani alle pratiche buddiste giunte in Occidente con gli insegnamenti di Thich Nhat Hanh. «Si camminerà in silenzio, perché questo aiuta a sviluppare consapevolezza. Lungo la strada ci saranno anche delle pratiche guidate e una volta giunti a destinazione, sarà possibile “uscire dal silenzio” e vivere dei momenti di convivialità e condivisione con la comunità da cui, di volta in volta si verrà accolti».
VIANDANTI TRA LE COMUNITÀ
Ad arricchire l’esperienza del cammino, la possibilità di incontrare e vivere – seppure per poco – le comunità ed ecovillaggi che si incontreranno lungo la strada. «Saremo viandanti e messaggeri tra le varie comunità che visiteremo e potremo entrare in contatto con le testimonianze di chi le abita», ha aggiunto Safir.
Se c’è una cosa che più di tutte ha imparato dalle esperienze di vita in comunità, è l’adattabilità alla biodiversità umana, frutto di un allenamento costante all’autosservazione per aprire un dialogo con gli altri che sia sempre collaborativo. «Ho scoperto vivendo in comunità e nel mio lavoro di facilitatore quanto sia potente agire con gli altri quando c’è un sogno in comune».
E così per il cammino: andare insieme non solo aiuta a darsi coraggio, ma permette di vivere un’esperienza molteplice arricchita dalle percezioni e condivisioni degli altri. Il tutto in silenzio, nella semplicità di un atto ripetitivo come quello del camminare che permette poco a poco di ampliare il proprio spazio interiore e di consapevolezza.
Passi di Quiete tra le Comunità è stato infatti concepito come un viaggio per tutti, con due varianti a seconda dei giorni che si hanno a disposizione e un profilo altimetrico alla portata anche di chi è meno allenato. Durante il cammino si avrà con sé un bagaglio essenziale, il resto verrà portato direttamente di tappa in tappa da un mezzo di servizio in modo da minimizzare la fatica fisica lungo il tragitto.
Dopo tutto il viaggio è ogni passo, non la meta da raggiungere. La fatica, anche se minima, permette di ritrovare il contatto con sé stessi e diventare viandanti. «Credo che il viandante sia colui che lentamente si prende il tempo ed entra in immersione totale con ciò che lo circonda», ha concluso Safir. «Ogni passo ha il suo senso e dà il suo senso al viaggio nella sua interezza».
Ad accompagnare chiunque voglia unirsi a questi Passi di Quiete tra le Comunità, ci sarà anche Giovanni, co-creatore di questo sogno, esperto della Comunicazione Non Violenta di Rosenberg, di cerchi di uomini e camminatore a sua volta. Di questo viaggio Giovanni e Safir vorrebbero realizzare un documentario e sono ancora alla ricerca di chi voglia occuparsi di riprese e montaggio e di qualcuno che possa mettersi a disposizione per il trasporto in auto dei bagagli, magari con un proprio mezzo capiente, visto che il gruppo è ormai vicino al numero limite di venti partecipanti. Per mettersi in contatto con loro e iscriversi a Passi di Quiete tra le Comunità, tutte le informazioni sono disponibili sul sito dedicato.
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