29 Mag 2023

Medicina Narrativa: un aiuto nel rapporto tra medico e paziente

Scritto da: Lorena Di Maria

Name è il primo progetto in Italia finalizzato a migliorare l’efficacia della medicina narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla relazione tra medico e paziente. Così il progetto arriva in Piemonte grazie alla collaborazione tra SIMeN e Regione Piemonte, per una maggiore umanizzazione della cura negli ambienti ospedalieri.

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Torino - Le parole possono cambiare il mondo. O almeno possono cambiare il modo in cui stiamo: tutto dipende dalla modalità con cui le usiamo. Questo vale anche e soprattutto negli ambienti di cura, dove le parole sono uno strumento essenziale che scandisce il rapporto che si instaura tra medico e paziente. Insomma: il loro corretto uso può realmente contribuire all’efficacia della cura, specialmente se pensiamo che ogni paziente ha una personale storia che necessita di essere indagata. Su questa idea si basa il concetto di medicina narrativa: prova a scoprire, parola dopo parola, la storia personale che custodisce informazioni essenziali sulla malattia e sul miglior percorso terapeutico da mettere in pratica.

Come riportato sul sito di Airc, negli anni medici ed esperti di salute pubblica si sono resi conto che un approccio esclusivamente tecnico è insufficiente a comprendere appieno le implicazioni che la malattia può avere per i pazienti e tutte le sfumature che può assumere. La medicina basata su prove scientifiche rigorose resta la base del metodo moderno di cura dei pazienti, ma serve qualcosa di più per arrivare a una maggiore personalizzazione della cura. Per questo si parla sempre di più di “narrative-based medicine” (NBM), ovvero la medicina basata sulla narrazione che permette di esplorare l’esperienza individuale attraverso il racconto sia dei medici sia dei pazienti.

Medicina Narrativa
Foto tratta da Pixabay
IL POTERE DELLA NARRAZIONE

In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, con il termine di medicina narrativa si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione diventa quindi lo strumento che permette la costruzione condivisa di un percorso personalizzato di cura.

Infatti, riporta la Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN) che “curare la malattia e curare la persona che vive l’esperienza della malattia sono due cose ben diverse. Il paradigma deve cambiare e la medicina narrativa nasce proprio dal riconoscimento di un’esigenza comune tra i professionisti della salute e le persone che si trovano ad affrontare un’esperienza di malattia”.

NAME: UTILIZZARE LE PAROLE PER UN SUPPORTO ALLA CURA

Questo è un passo in più per ridurre i conflitti e contribuire a umanizzare la cura. Un passo che stanno compiendo diverse province del Piemonte, grazie all’impegno di SiMeN e al suo progetto Name, che insieme alla Regione Piemonte e alla società di consulenza manageriale Apertamente intende formare i dipendenti delle aziende sanitarie e ospedaliere sulla medicina narrativa. Si tratta nel complesso del primo progetto in Italia, finalizzato a validare l’efficacia della medicina narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica.

Medicina Narrativa1
Foto tratta da Pixabay

“Con l’empatia e con le abilità di comunicazione, che possono essere insegnate da esperti e quindi apprese da tutti i sanitari, è possibile migliorare entrambe le parti della relazione”, si legge sulla descrizione del progetto. Quest’ultimo infatti permetterà di vincere su tutti i fronti: agendo in maniera positiva sia sul paziente attraverso il miglioramento degli esiti della relazione, il gradimento dell’esperienza e dei servizi oltre che una minore conflittualità. Sull’operatore sanitario invece favorirà la gestione di situazioni di burn out, il miglioramento della capacità di ascolto e di diagnosi e le capacità di comunicazione e relazione.

LA MEDICINA NARRATIVA ARRIVA NELLE CITTÀ DEL PIEMONTE

Questo innovativo progetto, avviato da SIMeN attraverso il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI) della Regione Piemonte, si svilupperà in quattro città: Torino, Alessandria, Cuneo e Novara. Qui verranno allestiti altrettanti “laboratori narrativi” a cui parteciperanno molti professionisti della sanità. Oltre allo sviluppo della formazione sulla medicina narrativa, verranno individuati e verificati specifici indicatori come la rivisitazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti e, appunto, la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti.

Con l’empatia e con le abilità di comunicazione, che possono essere insegnate da esperti e quindi apprese da tutti i sanitari, è possibile migliorare entrambe le parti della relazione

Il processo attivato nella Regione Piemonte sta entrando nella sua fase operativa, dopo alcuni passaggi di carattere più logistico e organizzativo. Da maggio 2023 e fino ad aprile 2024 saranno previste sei sessioni formative di tipo laboratoriale per tutti i sanitari che avranno aderito e che potranno seguire un totale di 24 ore di didattica. Alla formazione prenderanno parte professionalità diverse: medici specialisti (neurologi, ematologi, oncologi, chirurghi generali etc), infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle direzioni generali e sanitarie.

È prevista successivamente l’analisi degli indicatori individuati per misurare l’impatto della medicina narrativa nella formazione e nella pratica clinica, condotta da SIMeN in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa. «L’auspicio, sia di SIMeN che delle Istituzioni, è che il progetto NAME Piemonte diventi buona pratica di cura e di governance in sanità e che la metodologia narrativa possa essere a servizio di tutti i cittadini piemontesi».  

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