Fenici Rugby Marsala, quando sport e integrazione sociale giocano nello stesso campo
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Trapani - “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Cantava così Fabrizio De Andrè a proposito di Via del campo, una delle vie più povere e degradate della sua amata Genova. E come spesso accade nei testi del cantautore, le prospettive vengono ribaltate rispetto alle convenzioni sociali, restituendo dignità e sentimento, in virtù del principio di umanità a tutti quei contesti molto lontani dal bon ton. E proprio in questi luoghi più complessi che si superano quelle apparenze spesso bollate in maniera spregiativa, per raggiungere vette di umanità e cuore che difficilmente si trovano altrove.
É questa la sensazione che ho provato durante la chiacchierata con Marco Quattrociocchi, 50 anni, socio fondatore dei Fenici Rugby Marsala, un club nato nel 2013 per permettere a tutti i bambini che non avevano possibilità economiche e logistiche di fare sport. Marco ha ricoperto diversi ruoli all’interno del club, da sei anni è direttore tecnico e segue lo sviluppo sul campo degli educatori e del rugby.
La sua storia personale si è perfettamente intrecciata con le storie di quelle centinaia di bambini marsalesi che vivono nei quartieri più a limite. Paolo è arrivato a Marsala nel 2000 per motivi di lavoro. Il rugby è lo sport che insieme agli altri quattro fondatori ha sempre praticato. «Io sono cresciuto a Colleferro, un altro socio a Firenze, un altro a Napoli e tutti noi abbiamo sempre avuto a che fare con il rugby. Chi ha praticato questo sport acquisisce l’importanza di non lasciare indietro nessuno, l’importanza di fare gruppo e di tutto il gruppo» mi racconta con la sua voce calma e allo stesso tempo sicura.
A Sappusi, un quartiere “movimentato” di Marsala, insieme alle suore dell’Istituto Sacro Cuore hanno mosso i primi passi garantendo l’attività sportiva ai bambini della zona. In breve tempo le ambizioni di Marco e degli altri soci sono volate in alto. Hanno contattato i migliori tecnici di rugby in campo a cui hanno chiesto di dedicare un’ora della propria attività gratuitamente ai bambini della zona.
Le capacità innate dei ragazzi del quartiere, molto più forti e allenati per la loro vita in strada rispetto ai coetanei dalla vita più sedentaria, insieme alla bravura dei tecnici ha dato subito buoni frutti. Per questi ultimi è stata una vera sorpresa: non erano più abituati a confrontarsi con bambini così desiderosi di fare, attivi e contenti di stare con qualcuno che si occupasse di loro.
«Nel 2016 ci siamo spostati nello stadio principale della città. Fino ad allora il consiglio direttivo e gli educatori volontari versavano anche una quota per garantire a tutti i bambini il diritto allo sport, per ribaltare tutti quei pregiudizi per cui un bambino di un quartiere popolare non può mai essere come un bambino di luoghi “migliori”».
«Da noi tutti i bambini sono vestiti allo stesso modo perché in campo siamo tutti uguali. Chi fa parte dei Fenici sa che tutto va conquistato giornalmente, non conta cosa hai fatto fino al giorno prima. Ciò che si fa determina il diritto a far parte del club. Questo vale anche con le nostre divise, a fine giornata la restituiscono. Un discorso così puoi farlo quando non ci sono rette da pagare e non si hanno certe pretese», continua Marco.
Negli stessi anni in cui il club si sposta nello stadio principale della città, grazie ai fondi europei viene realizzato a Marsala un campo in Via Istria, altro quartiere complesso della città. Nessuno partecipa al bando per svolgere all’interno attività di tipo sociale, solo i Fenici che nel contempo sono sempre più noti, riconosciuti e sostenuti.
La scelta di spostarsi a Via Istria procura loro una perdita del 30% degli iscritti insieme a molte altre difficoltà. Un quartiere contraddistinto da una forte povertà educativa, economica e culturale, dove le bambine già a 11 anni sono considerate delle vere e proprie donne adulte costrette a curare la casa e la famiglia.
«È solo grazie ai circa 40 volontari che stiamo cercando di colmare il profondo gap che i bambini vivono qui quotidianamente. Nei nostri pomeriggi tra sport e allenamenti cerchiamo di dare loro gli strumenti necessari per una vita diversa. Opportunità dal punto di vista non solo sportivo ma anche scolastico. Se a conclusione delle scuole superiori qualcuno dei ragazzi o delle ragazze vuole andare a studiare a Milano o a Parma viene loro garantito di studiare gratuitamente all’università entrando a far parte delle squadre di rugby di riferimento. Far parte dei Fenici è come avere un marchio. I Fenici hanno acquisito nel tempo una forte credibilità», continua Marco.
Effettivamente chi fa parte dei Fenici ha la possibilità di ricevere una formazione completa. Per volere di Salvatore Inguì, sin dai primi passi i ragazzi che fanno parte del club agli allenamenti devono accostare un impegno a carattere sociale: servire la mensa dei poveri, occuparsi degli anziani, pulizie ambientali. Due allenamenti sul campo, uno in palestra e un’attività sociale per un totale di quattro pomeriggi a settimana.
Il club dà la possibilità di tirare fuori il massimo, fornendo chance e opportunità importanti, e non solo ai ragazzi. All’interno del campo c’è un centro polifunzionale aggregativo in cui medici, sempre in modo volontario, fanno screening gratuiti alle famiglie del quartiere. C’è anche uno shop solidale in cui è possibile prendere e/o scambiare vestiti al costo di un euro. Un modo per creare relazioni, conoscenze e possibilità di confronto e sostegno.
«All’inizio è stato un disastro, ma adesso anche le famiglie sono molto contente. Partecipano molto nella manutenzione dei nostri luoghi. Le mamme puliscono gli spogliatoi, in estate i ragazzi rinfrescano le pareti con la pittura. C’è un grande spirito di collaborazione anche per ciò che riguarda l’educazione ambientale. Spesso andiamo in giro per il quartiere e facciamo notare come spazi completamente ricoperti di rifiuti potrebbero essere bellissimi. Puliamo, piantiamo insieme gli alberi e poi loro pensano alle cure successive», racconta Marco.
Le squadre del club Fenici sono molto motivate; quella femminile ad esempio è campione regionale e da poco ha anche partecipato a una tappa di competizione nazionale con le migliori squadre italiane. Le squadre del club sono arricchite anche dalla presenza di bambini disabili e/o con sindrome di autismo. Il prossimo 13 e 14 maggio a Marsala saranno tutte impegnate nel torneo Millemete 2023, un momento molto sentito per tutto il club Fenici Rugby Marsala. Per l’occasione sarà presente anche la Libera Orchestra Popolare di Marsala che suonerà l’inno.
«L’unione fa la forza. Qui tutti vengono con cuore, educatori, fisioterapisti, medici. L’ambiente è bellissimo, si respira un’aria fantastica e i bambini ti restituiscono davvero tanto in termini di gioia e passione. Abbiamo tanti amici con cui ci confrontiamo e da cui impariamo, come i Briganti di Librino. Il nostro sport ci insegna quotidianamente a guardare agli altri con rispetto, inclusione e solidarietà», conclude Marco.
E proprio come la popolazione storica, da cui prendono il nome, grandi viaggiatori che riuscivano a integrarsi con gli abitanti dei luoghi in cui arrivavano senza armi, senza guerre ma solo con le loro migliori mercanzie, i Fenici Rugby Marsala diffondono passione, rispetto, cooperazione e ideali di pace attraverso uno sport fonte di grande educazione dove tutti possono esprimersi, ognuno con le proprie peculiarità.
Ascoltare Marco, immaginare l’impegno, le difficoltà superate e la forza delle squadre del club Fenici Rugby Marsala è pura poesia. E per fare poesia bisogna essere semplici perché all’amore si risponde con amore. E come diceva De Andrè, è proprio vero che dal letame – le difficoltà e le sofferenze – nascono i fiori. Quelli più belli con cui costruire un futuro migliore.
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