Educare alla Vita, un luogo di sperimentazione per diffondere l’educazione in natura
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Perugia, Umbria - «Quando iniziai il liceo pubblico, dopo aver frequentato per anni una realtà educativa che si basava sul sistema Educare alla Vita, mi colpì lo scarso rispetto tra docenti e studenti. Ero abituata a considerare i miei insegnanti come amici e a vivere con loro un rapporto di stima e affetto. Non ho però avuto nessun problema a inserirmi nel nuovo contesto, anzi: ho osservato che riuscivo ad adattarmi bene in ogni circostanza. Non solo. Sono diventata ben presto la counselor dei miei compagni di classe, che hanno trovato in me un punto di riferimento, una che li aiutava a risolvere i loro problemi».
La testimonianza di Chiara, vent’anni, mette in luce uno dei punti qualificanti di Educare alla Vita, il progetto di sostegno all’educazione parentale presente in alcune realtà italiane: stimolare i bambini, fin da piccoli, a considerare ostacoli e disagi non come impedimenti ma come opportunità per espandere le proprie competenze, abilità e consapevolezza. «Quando conosciamo i nostri punti di forza e abbiamo strumenti per affrontare con successo le sfide che incontriamo, possiamo nutrire una visione della vita positiva, che poggia sulla fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità di comprendere e agire in modo consapevole in una direzione di espansione del nostro essere», afferma Cora Chiavedale, insegnante di Educare la Vita.
Al centro di questa proposta educativa ci sono l’allievo e il gruppo, che vengono “incontrati” dove si trovano e aiutati a fare il passo immediatamente successivo, «senza aspettative irraggiungibili che creano frustrazione e senso di inadeguatezza. Il compito di insegnanti educatori, in cooperazione con la famiglia, è di sostenere i bambini e i ragazzi nel loro processo naturale di crescita e apertura al mondo e alle relazioni, alla Vita e di aiutarli a scoprire, tramite l’esperienza, che i valori universali di pace, condivisione, gentilezza, calma, coraggio e così via rappresentano la prima garanzia del benessere e della felicità», spiega Zandra Mantilla, responsabile EaV Italia.
L’ORIGINE DI EDUCARE ALLA VITA
La proposta educativa “per lo sviluppo integrale del bambino e del ragazzo” si basa sulla visione pedagogica di Donald Walters (1926-2013), personalità di riconosciuto spessore umano e spirituale, che l’ha descritta nel suo libro Educare alla Vita. In questo testo Walters osserva le criticità dell’istituzione scolastica tradizionale e offre proposte pratiche per rendere i fondamentali anni dell’istruzione «davvero a sostegno dello sviluppo del più alto potenziale di bambini e ragazzi», dando loro l’opportunità di «sviluppare armoniosamente tutto il loro essere – corpo, sentimento, volontà e intelletto – attraverso un apprendimento basato sull’esperienza della gioia».
Educare alla Vita – Education fo Life è un progetto educativo internazionale che nel mondo conta anche scuole paritarie riconosciute, in particolare negli USA, ma anche nella vicina Slovenia. Il suo cuore italiano batte in Umbria e precisamente a Civitella d’Arna, sui colli in provincia di Perugia, dove si trova la struttura principale che ospita 63 bambini e ragazzi con un’offerta didattica e pedagogica che copre gli anni dall’infanzia alla secondaria di primo grado. È attiva da cinque anni. Altra due realtà di sostegno all’educazione parentale (infanzia ed elementari) che adottano tale metodo educativo si trovano, sempre in Umbria, a Orvieto e a Città della Pieve.
Il progetto sta crescendo. Grazie a dirigenti scolastici sensibili, istituti in diverse aree del Paese stanno valutando di formare i propri insegnanti secondo il metodo Educare alla Vita. Portarlo nella scuola pubblica è un obiettivo che guarda al benessere delle future generazioni. In India, sono già stati avviati con successo progetti in scuole pubbliche coinvolgendo diverse centinaia di insegnanti e bambini.
UN’EDUCAZIONE ESPERIENZIALE, OUTDOOR, VALUE BASED
Il casale di podere Madonna che ospita il progetto di sostegno all’educazione parentale di Civitella d’Arna è immerso nel verde perché la natura è maestra di tutti, allievi ed educatori. «La nostra è un’educazione esperienziale, outdoor, che favorisce l’esperienza del sacro», racconta Mantilla. «Il bambino nasce con il senso del sacro, basta osservare come un neonato guarda sua madre mentre lo allatta. Questo sentimento va tenuto vivo e la relazione con la natura, scrigno di sacralità, lo favorisce. Far sperimentare ai bambini l’ecosofia, l’amicizia con la natura, crea quella mentalità nuova necessaria per vivere in armonia con la Vita e la Terra che ci sostiene».
Un’altra particolarità di questo metodo educativo è lo spostamento del focus dal curriculum all’allievo. «Il curriculum non è il fine, è il mezzo», continua Mantilla. «Il fine è far acquisire al bambino e al ragazzo le life skills, le competenze per la vita, che lo porteranno a saper stare nella società come persona veritiera, onesta, leale, calma, coraggiosa, concentrata, libera: un vero leader sano, insomma, capace di auto gestirsi in modo saggio e di essere guida positiva per gli altri».
Nel concreto, significa che le materie di studio sono “occasioni” per aiutare lo studente a conoscere se stesso, ad accrescere il senso di autostima, autoefficacia e autonomia, a relazionarsi con gli altri in modo cooperativo e costruttivo, ad acquisire le conoscenze intellettuali, le competenze emotive e le abilità manuali per vivere una vita sana, solida e ricca di significato. La proposta didattica è quindi cucita su misura di ciascun bambino/ragazzo secondo lo strumento di maturità che lo contraddistingue in un determinato stadio del suo percorso di crescita e secondo quello in lui predominante.
Corpo, sentimento, volontà e intelletto: ogni lezione è costruita per nutrire la parte che, in un dato momento, è prevalente nell’allievo. Questo è possibile perché il rapporto numerico bambini/educatori lo consente, con un insegnante ogni dodici allievi al massimo. Un punto di forza è senz’altro l’esperienza della meditazione quale strumento per calmare la mente, sviluppare la concentrazione e connettersi con il proprio sentire e con la Vita.
IL COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE
Le attività per acquisire e allenare le life skills sono le più svariate e creative: per esempio quest’anno alcuni gruppi classe sono passati dal costruirsi le seggiole su cui sedere durante l’anno, a interpretare e realizzare un film con protagonista un bambino che scappò di casa per andare a conoscere il Mahatma Gandhi, intitolato Andata e ritorno, a organizzare un concerto per celebrare i cinque anni della scuola.
Anche i genitori, attraverso il vissuto dei figli, hanno l’opportunità di accedere a un’esperienza trasformativa e così attuare al meglio il loro specifico ruolo di educatori, parti attive della comunità educante che si crea. Molti genitori hanno appositamente scelto questo progetto educativo per i propri figli, trasferendosi da diverse parti del Paese (e anche dall’estero). Educare alla Vita ha alle spalle l’esperienza di oltre cinquant’anni delle Living Wisdom School sorte all’interno delle comunità Ananda in tutto il mondo già a partire dal 1969. «I ragazzi e i giovani formatisi in Educare alla Vita imparano a fluire con l’esistenza e ciò permette loro di affrontare senza inibizioni e paure le situazioni nuove», conclude Mantilla.
PROSPETTIVE
EaV offre inoltre una formazione teorica e pratica a insegnanti e genitori interessati a trovare strumenti e prospettive per vivere con gioia e consapevolezza la meravigliosa avventura dell’educazione. Il progetto punta ora a diventare una scuola paritaria riconosciuta dal MIUR come avvenuto in altri stati europei. Chi volesse proseguire nel sistema Educare alla Vita dopo le medie, ha la possibilità di iscriversi ad un liceo internazionale on line, condividendo il ciclo scolastico con coetanei di diversi paesi del mondo.
Un’occasione per fare esperienza in Educare alla Vita è il campo estivo che si terrà nella struttura di Civitella D’Arna per tre settimane dal 3 al 21 luglio 2023, aperto ai bambini dai 3 ai 10 anni. Per informazioni: 3294993419.
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