A Genova le arance degli alberi diventano marmellate grazie ai ragazzi dell’alberghiero
Seguici su:
Genova - Ci sono progetti che sanno intrecciare educazione ambientale, cura degli alberi cittadini, scuola e prodotti a metri zero. È quello che sta succedendo a Genova con Arranciamoci, un’iniziativa nella sua edizione pilota che vuole combattere lo spreco di tante, tantissime arance amare sparse per i viali alberati cittadini per trasformarle in deliziose confetture.
ARRANCIAMOCI
«Il progetto è nato da una riflessione: le arance cittadine sono una risorsa che non è giusto vada sprecata. E abbiamo fatto 1+1», spiega Rosario Capponi, membro del circolo Nuova Ecologia (ve ne abbiamo parlato qui), associazione storica nell’ambito dell’ambientalismo genovese, e insegnante di sostegno dell’istituto alberghiero Nino Bergese di Sestri Ponente, nonché promotore di Arranciamoci. «Ci siamo resi conto che le arance degli agrumeti urbani potevano essere ben utilizzate dagli studenti della scuola e diventare marmellate, gelatine e scorzette candite al corso di pasticceria dell’istituto», prosegue.
L’idea è stata quindi proposta al municipio IX Levante che l’ha subito accolta con molto entusiasmo e lo scorso 2 maggio è avvenuta la prima raccolta. «C’è stata un po’ di burocrazia da seguire, perché si tratta di un’iniziativa nuova, in pochi sapevano effettivamente l’iter corretto, così siamo andati per le lunghe. Abbiamo poi stipulato una convenzione con la scuola e il municipio della durata di tre anni».
Il rammarico di Rosario è che il progetto abbia preso il via quasi a ridosso dell’ultima campanella prima dell’estate, ma questa esperienza sarà poi ripresa il prossimo autunno. «Quelli di arance sono alberi belli, decorativi, profumati, che crescono bene e senza troppe difficoltà e questa è una buona cosa», sottolinea Capponi, mostrandomi la foto di un albero di arance scattata martedì: «Questo dà la misura dell’abbondanza di arance che ci sono!». Un peccato non valorizzarle.
E che dire agli scettici che sollevano dubbi sull’effettiva bontà della marmellata? «Il problema dell’inquinamento un tempo era dovuto al piombo, presente nei gas di scarico delle auto. Ora che il carburante è da anni senza piombo potrebbero tutt’al più accumularsi delle polveri, ma si tratta in ogni caso di sostanze superficiali che non entrano in profondità e che vengono rimosse dopo un accurato lavaggio».
Queste arance inoltre devono essere sottoposte a un trattamento per togliere il gusto amaro, il che garantisce un’ulteriore lavorazione. «E poi non c’è nessuna normativa che affermi che questi siano prodotti non commestibili, né che frutta e verdura non si possano coltivare vicino alla strada. Anzi, questi prodotti vengono consumati normalmente».
LA TRASFORMAZIONE E IL RISVOLTO SOCIALE
Il primo “raccolto” pesa circa 35 chili: una parte verrà utilizzata dalla scuola durante le lezioni del corso di pasticceria, una parte invece verrà destinata ad associazioni locali per portare avanti le proprie iniziative sul territorio. «Doneremo qualche decina di vasetti di marmellata ai volontari che li potranno vendere durante mercatini di autofinanziamento, a sostegno delle proprie attività sociali».
Quest’edizione zero, come mi spiega Rosario, è una sperimentazione di come potrebbe essere imbastita nel prossimo futuro la relazione tra la scuola e le istituzioni in progetti di questo tipo. «È effettivamente un giro di prova, che serve anche a noi a capire in che modo impostare il sistema di raccolta, quanto tempo ci vuole effettivamente a raccogliere la frutta e altri dettagli logistici e tecnici».
E conclude con un appello: «Quest’anno abbiamo preso contatti solo con i municipi genovesi, ma se qualche cittadino volesse donarci il proprio raccolto può mandarci un messaggio. Si vedono spesso tanti frutti provenienti da giardini privati che sporcano i marciapiedi rendendoli scivolosi, cadono sui parabrezza delle macchine e creano qualche danno qui e là. Noi raccoglieremmo queste arance e le porteremmo nelle cucine della nostra scuola». Un esempio da seguire in tutti i quartieri della città.
Il progetto del Circolo La Nuova Ecologia viene portato avanti in collaborazione con il Municipio 9 Levante e l’istituto alberghiero Nino Bergese di Genova.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento