Valle dei Templi: uno dei siti più famosi d’Italia diventa accessibile e senza barriere
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Agrigento - Da qualche settimana è ufficiale: Agrigento sarà la Capitale Italiana della Cultura 2025. La città ha sbaragliato la concorrenza presentando un progetto culturale in collaborazione con Lampedusa e i Comuni del territorio che esplora l’armonia e i conflitti tra i quattro elementi di Empedocle. Attraverso 44 progetti, di cui 17 internazionali, verranno indagate le relazioni tra gli esseri umani e la natura, il tema dell’accoglienza e della mobilità.
La stessa Agrigento è sorta proprio grazie a quell’ondata di migrazioni, intorno all’VIII secolo a.C., che aveva spinto i Greci a stabilirsi in Sicilia e nel sud dell’Italia. Tra le città fondate c’era appunto Akragas, che più tardi Pindaro definì “la più bella città dei mortali”.
«Abbiamo un immenso patrimonio e siamo felici di esserne i custodi. Il fatto che Agrigento sarà la Capitale della Cultura per noi cambia poco. Siamo operatori dei Beni Culturali: la tutela, la manutenzione e la valorizzazione sono azioni principali e quotidiane. Essere stata scelta vuol dire che l’Italia ha certificato il valore culturale di questa area, che non è solo la Valle dei Templi, e questo porterà milioni di visitatori».
«Già nel 2023 abbiamo registrato numeri che non abbiamo avuto neanche nel 2019, quando abbiamo sfiorato quasi un milione di visitatori. Un aumento del 35% rispetto al 2019 e del 60% rispetto al 2022. Lavoriamo sodo ogni giorno e non ci faremo trovare impreparati», commenta Roberto Sciarratta, Direttore Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi.
Agrigento ha già un’offerta culturale, artistica e gastronomica che l’hanno resa famosa nel mondo, con la nuova nomina si spera anche in un’occasione di crescita per tutti gli altri Comuni del territorio. Un lavoro su cui Roberto Sciarratta ha puntato da quando è stato nominato nel 2019: nei quaranta siti della provincia, che non erano in buono stato di conservazione come la Valle dei Templi, sono in corso lavori di manutenzione e miglioramento che non si facevano da circa trent’anni. Da Sambuca a Ravanusa, da Monte Adranone a Sciacca fino a Eraclea Minoa, solo per citarne alcuni.
«A Punta Grande, ad esempio, nella famosa spiaggia della Scala dei Turchi c’è una villa romana con mosaici a dieci metri dalla sabbia. La stessa Valle dei Templi non è ancora esplorata al 100%. Stiamo cercando di dare una nuova luce ai siti noti e a quelli meno noti attraverso attività scientifiche, scavi, progetti in convenzioni con le Università e progetti di recupero del paesaggio. Ad esempio, Progetto Diodoros ci ha permesso di riconvertire un’area destinata all’abusivismo espropriata per pubblica utilità negli anni ‘80 nell’ambito di un percorso di valorizzazione a 360 gradi di tutta la zona», continua il direttore.
2600 anni di coltivazioni, biodiversità, patrimonio culturale, artistico e paesaggistico a cui il Parco, attraverso il marchio Diodoros, vuole dare nuove energia. Un progetto che nasce dalla cooperazione tra partner pubblici e privati per valorizzare il patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e agricolo dei 1300 ettari del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e che adesso si sta estendo anche ad altri siti della provincia.
Olivi, viti, pistacchi, mandorli e altre varietà tradizionali della frutticoltura siciliana selezionate attraverso le aziende del territorio, l’esperienza metodologica e produttiva che mettono in risalto le risorse naturali locali. Alcune aziende agricole che aderiscono al Progetto Diodoros hanno anche un risvolto sociale permettendo l’integrazione e l’introduzione nel mondo del lavoro di soggetti in condizioni di fragilità, persone con disabilità, reclusi, rifugiati. Percorsi reali di riscatto sociale e amore per l’ambiente e la cultura.
«A Monte Adranone avremo una produzione di miele con il nome di Adranon, a Canicattì rimpiazzeremo un vigneto storico e un frutteto. Via via si stanno sempre più aggiungendo altri prodotti tipici della zona, oltre a quelli già più noti come il Vino della Valle, che nasce dai vigneti coltivati nella piana sotto il tempio di Giunone, e l’Olio della Valle, un extra-vergine prodotto dai secolari ulivi che adornano la Valle dei Templi tra il Tempio di Giunone, il Tempio della Concordia e i resti dell’antica Akragas».
«Un progetto culturale che riguarda il paesaggio, raccontando l’intera Sicilia. Un incubatore di cultura per studiare, preparare, esporre e vendere non solo i prodotti Diodoros, ma le eccellenze culturali del territorio», racconta Roberto Sciarratta.
Il Direttore mi racconta con grande entusiasmo gli obiettivi raggiunti in questi anni grazie anche a un lavoro di squadra nutrito da passione, competenza e amore per la cosa pubblica e la Cultura. Ma ciò di cui va più fiero è aver contribuito a rendere la Valle dei Templi accessibile a tutti attraverso una progettazione condivisa con le associazioni del territorio che si occupano di disabilità, accessibilità e mobilità.
Approfittando della pausa forzata dovuta alla pandemia ha implementato la Valle di supporti atti a eliminare barriere fisiche, sensoriali e comunicative: carrozzine elettriche che permettono di arrivare proprio in prossimità dei Templi, audioguide per i non udenti con il linguaggio dei segni, mappe del sito e cartellonistica davanti ai principali monumenti in Braille. Innovazioni che non riguardano solo il sito più famoso, ma che cominciano ad arrivare anche al museo di Agrigento “Pietro Griffo” e in altre aree archeologiche della provincia.
«Non solo la cultura, ma anche l’autonomia e l’accessibilità devono essere un diritto per tutti. La Costituzione italiana garantisce parità di diritti a tutti i cittadini, per questo anche le persone con diverse abilità devono poter godere della bellezza di un luogo di assoluta magia come la Valle dei Templi di Agrigento. A seguito di un incidente ho dovuto rivedere molte cose e ho vissuto le difficoltà quotidiane incontrate da una persona con disabilità».
«Fare una passeggiata in assoluta autonomia all’interno della Valle mi rende felice. A poco a poco cercheremo di convincere le amministrazioni pubbliche verso una maggiore sensibilità, non ci vogliono chissà quali risorse. Dovremmo imparare a calarci più spesso nei panni degli altri e avere maggiore rispetto», conclude Sciarratta.
I parchi archeologici in Italia fruibili da tutti si contano sulle dita di una mano. Quello di Agrigento, a differenza di tutti gli altri gestiti dal MIBACT, dovrebbe essere preso da esempio. La Valle dei Templi è un simbolo della nostra civiltà e ha una certa rilevanza notare la sua evoluzione che passa anche attraverso l’accessibilità. Un esempio di tutela attiva che dimostra come tutto sia possibile e realizzabile, basta avere solo le giuste priorità.
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