Il teatro ragazzi e le abilità propriocettive, linguistiche e sociali
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Un gruppo classe spesso rispecchia una piccola ma variegata comunità. All’interno troviamo differenti personalità, storie, famiglie, situazioni, modi di fare e modi di dire. Come sempre ci sono i ragazzi più disinvolti che non vedono l’ora di mettersi alla prova, di poter recitare. Ci sono quelli troppo disinvolti che parlano, interrompono e soprattutto tendono a prendere tutto lo spazio, come se ci fossero solo loro e il/la regista, senza preoccuparsi degli altri attorno a sé.
Spesso sono ragazzi/e intelligenti, che danno molta soddisfazione al conduttore in quanto fanno interventi pertinenti, hanno idee interessanti e così via. Ma noi operatori del settore abbiamo una responsabilità verso l’intero gruppo classe; di conseguenza, anche se Elena è carina, simpatica e intelligente, ci dobbiamo sforzare di non perdere di vista Fabio che resta in disparte, sembra a disagio e non chiacchiera con nessun compagno. Nella classe accanto troviamo Laura, che ha un atteggiamento simile a quello di Fabio. Le sue docenti mi confidano che sfiora il mutismo selettivo. Non parla mai con gli adulti e quando la interrogano dice le risposte all’orecchio di una compagna che poi le ripete a voce alta.
Come può il teatro esser loro d’aiuto? Durante le lezioni mi metto vicino a lui/lei e cerco mille modi per essere empatica oltre a fare battute scherzose con l’intento di farli ridere – mai sottovalutare il potere della risata: importanti studi medico-scientifici ci svelano quanto essa sia potente in molteplici situazioni. Esalto moltissimo il poco che il/la mio/a allievo/a riesce a fare, rimandandogli che è bravissimo/a anche solo per averci provato.
Il bambino, la ragazza, deve leggere nei nostri occhi la sincera sicurezza e determinazione che ce la può fare, che è bravo/a esattamente come gli altri. È solo che ancora non lo sa. Il nostro compito è farglielo scoprire. Se l’autostima, il credere in sé stesso, non sorge spontaneo da dentro di sé, saremo noi dall’esterno a fornirglielo.
E se tutto questo non bastasse, mi ritrovo spesso a raccontare al gruppo classe che svolgo questo lavoro da oltre vent’anni e so benissimo riconoscere il talento quando me lo trovo davanti. «Credimi, ho visto la tua bravura. Devi solo avere un pochino di pazienza. Nulla si costruisce in un giorno. Tra poche settimane la vedrai anche tu e successivamente la vedranno tutti».
Arriva il momento della costruzione della scena e lo/a chiamo a recitare esattamente come gli altri. All’inizio gli/le assegno una battuta brevissima, preceduta da un movimento scenico evidente e divertente, come una camminata buffa, la benevola spinta a un compagno e così via, visto che il corpo che si attiva supporta e sostiene la produzione linguistica. A quel punto l’allievo/a non si tira più indietro, scopre che recitare è divertente e stimolante, scopre che al suo corpo piace farlo e spesso mi chiede di poter ripetere più volte la microscena appena realizzata.
Ma oltre a implementare l’autostima dei nostri giovani attori, oltre a far in modo che conquistino il giusto spazio all’interno del gruppo classe, il teatro ragazzi è fondamentale nell’acquisire specifiche abilità che, se generalizzate, avranno di certo ricadute positive sugli apprendimenti e nelle relazioni. Vediamo come.
Quest’anno mi trovo a lavorare con quattro classi terze della scuola primaria. I bambini ovviamente sono stati parecchio chiusi in casa a causa della pandemia, hanno portato a lungo le mascherine, avevano il divieto di toccarsi e stare troppo vicini. Tutti questi accorgimenti hanno tenuto in sicurezza sia loro che le famiglie, ma hanno anche impedito l’armonioso sviluppo di personalità e competenze sociali, corporee, linguistiche. Decido pertanto di utilizzare l’immensa produzione poetica di Gianni Rodari per fare con loro un lavoro sulle rime, la metrica, il ritmo, l’ascolto, la lingua parlata associata a gesti e movimenti scenico/ritmici.
Per prima cosa i bambini devono acquisire la propriocezione, ovvero “sentire” il proprio corpo pezzetto per pezzetto per poterlo agevolmente muovere e fargli fare quel che desiderano. Devono implementare le capacità di controllo, la pausa in tensione e in rilassamento, il muoversi tutti insieme nello spazio scenico come fossero un sol corpo. Sentire sé stessi e successivamente sentire gli altri – per ottenere tutto ciò sono utilissimi i giochi realizzati a occhi chiusi. Tornare “dentro” di sé per poter poi esprimere “fuori” l’azione, la battuta, il sentimento.
Successivamente lavoriamo sul ritmo tramite battute di mani in 4/4 con l’inserimento della pausa in varie posizioni. Quindi ci divertiamo con la body-percussion e scopriamo insieme che tutto il nostro corpo produce suoni e che è davvero divertente “suonarlo” come fosse uno strumento musicale. Attiviamo l’ascolto, la pausa, l’inibizione, la corretta esecuzione, il numero associato al gesto, la parola associata al gesto o al movimento, l’azione/reazione e soprattutto il controllo. Ciascun giovane attore deve implementare queste abilità per poter stare in scena tutto il tempo necessario alla realizzazione dello spettacolo, aumentando i tempi attentivi, quelli di attesa e la corretta gestione dello spazio.
Nella preparazione dello spettacolo accade spesso che uno dei ragazzi interrompa le prove appena iniziate con proposte riguardo costumi o oggetti. Altri iniziano a chiedersi quando sarà il grande giorno della messinscena, altri ancora immaginano il trucco e le acconciature. Tutto questo è pertinente al lavoro che si sta svolgendo, anche se non è il momento adatto a parlarne. Invito pertanto i ragazzi a rimanere concentrati su quel che stanno facendo, senza farsi distrarre da informazioni secondarie, elementi che possono essere discussi in un secondo momento. La loro attenzione deve rimanere focalizzata sull’obiettivo, che ora è fare le prove, senza disperdersi in altro.
Creando il testo scenico con i ragazzi, ascolto le loro improvvisazioni e le arricchisco di una terminologia maggiormente adeguata al personaggio, oltre che di metafore e proverbi. Quando si ritrovano la scena scritta da imparare a memoria, i giovani attori sono pertanto stimolati a inserire nel loro vocabolario parole a bassa frequenza d’uso, metafore e modi di dire che fino a quel momento non conoscevano. Numerosi studi ci hanno da tempo svelato quanto l’opera di Shakespeare abbia contribuito alla costruzione dell’inglese moderno. Alla stregua di ciò, il teatro ragazzi ha di certo tutte le carte in regola per migliorare la produzione linguistica e sintattica delle nostre giovani generazioni.
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