7 Apr 2023

“Salviamo la Pellerina”: il nuovo ospedale tra promesse e rischi

Scritto da: Lorena Di Maria

A Torino diversi comitati e associazioni ambientaliste hanno espresso il loro disappunto rispetto alla volontà dell’amministrazione di costruire il nuovo Ospedale Maria Vittoria in prossimità del parco più grande della città: il parco della Pellerina. Una scelta che, secondo le organizzazioni, comporterebbe l’aumento del consumo di suolo ai danni di un bene pubblico. Così chiedono maggior trasparenza, dialogo e partecipazione della cittadinanza.

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Torino - La Pellerina, estesa su 837.220 m², è il più grande parco di Torino: un ecosistema di fondamentale importanza per l’ambiente, il clima e la qualità della nostra vita, grazie al suo ricchissimo patrimonio arboreo, a una flora estremamente specializzata e sensibile ai cambiamenti ambientali e alla presenza di molte specie di mammiferi, uccelli e anfibi.

In via Cibrario, non molto distante dal parco, si trova l’Ospedale Maria Vittoria: una struttura sanitaria di essenziale importanza che serve l’area nord-ovest di Torino. Su questo complesso oggi è acceso un dibattito, relativo alla decisione di spostare l’ospedale in una nuova sede. Sono infatti diverse le difficoltà sanitarie che interessano la struttura ospedaliera: da un lato la vetustà delle strutture, dall’altro i consumi energetici considerati energivori e le emissioni in CO2. Criticità che potrebbero essere risolte con la creazione di una nuova e più moderna struttura.

Regione Piemonte e Comune di Torino, nei mesi passati, si sono confrontati sulla sostituzione dell’attuale presidio sanitario con un nuovo ospedale. La Regione ha infatti commissionato uno studio di dimensionamento del nuovo progetto del Maria Vittoria e ha provveduto a individuare i finanziamenti necessari alla realizzazione della nuova struttura. 

Parco Pellerina2
L’AREA SCELTA PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE

Importanti decisioni sono state assunte durante la riunione del tavolo tecnico-politico svoltasi nel grattacielo della Regione: dopo la comparazione delle aree potenzialmente idonee (tra le quali l’area che ospita gli stabilimenti dell’ex ThyssenKrupp e l’ex macello di via Traves), hanno comunicato di aver trovato un accordo: il futuro sito è stato individuato nell’area che da anni ospita le giostre della Pellerina: si tratta del piazzale sterrato delimitato da corso Regina Margherita, corso Lecce e corso Appio Claudio, ovvero un’area, adiacente al Parco della Pellerina, che ha un’estensione di 56.000 m2 di terra battuta e che rappresenta un terreno vergine.

Su questo complesso oggi è acceso un dibattito, relativo alla decisione di spostare l’ospedale in una nuova sede

L’incontro è anche servito per definire il cronoprogramma: dopo la firma del protocollo di intesa tra Regione e Città, è previsto ad aprile l’avvio della gara per l’individuazione del soggetto a cui affidare, entro settembre, la progettazione del nuovo ospedale che dovrà essere realizzato entro la primavera del 2024. 

LA SCELTA DELL’AMMINISTRAZIONE

Per quanto riguarda il sito prescelto, sono diversi per Comune e Regione i vantaggi del nuovo sito. In primis, comunicano che non verrà toccato il parco adiacente della Pellerina, inoltre la soluzione tecnica per le fasce di rispetto acustico individuata dal Comune consente di contenere lo spazio nella zona sterrata attualmente usata per le giostre. A questo proposito, l’Asl ha sottolineato che, a conclusione dei lavori, il saldo delle aree verdi sarà positivo rispetto alla situazione attuale.

Inoltre, il nuovo ospedale, oltre a superare le difficoltà sanitarie rappresentate dalla vetustà della struttura, rappresenterà un vantaggio anche in termini ambientali come l’efficientamento della nuova infrastruttura e le minori emissioni di anidride carbonica, con effetti positivi sulla qualità dell’aria. Così l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni ha sostenuto la piena coerenza di questa scelta con il Piano di Resilienza Climatica della Città di Torino, il Piano strategico dell’infrastruttura Verde e il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima.

I PARERI DISCORDANTI

Ad esprimere le loro perplessità sono invece diversi comitati e associazioni del territorio come Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e i circoli Torinesi Legambiente L’Aquilone, Legambiente Metropolitano, Greento e Molecola, che nei mesi passati si sono mobilitati chiedendo all’amministrazione di rivedere la scelta dell’area individuata per la realizzazione del nuovo ospedale.

Parco Pellerina1

«La cosiddetta “area giostrai” individuata dall’Amministrazione Comunale e da quella Regionale per la realizzazione del nuovo ospedale torinese ci lascia perplessi per le molte criticità che tale area porta con sé, a partire dal consumo di terreno permeabile e dal potenziale consumo di porzioni di parco». È questa la dichiarazione di Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.

L’associazione ricorda che Torino è una delle città più inquinate d’Italia e che gli spazi verdi andrebbero preservati e valorizzati: «Un ospedale è una struttura che catalizza attorno a sé traffico automobilistico e inquinamento. Quand’anche davvero non fosse necessaria un’espansione sugli spazi del parco, come garantito dall’amministrazione nonostante i documenti tecnici dichiarino il contrario, si concentrerebbe attorno ad esso un denso traffico veicolare con relative emissioni inquinanti, che di fatto circonderebbe il polmone verde del Parco della Pellerina mettendone fortemente a rischio qualità e fruibilità».

A queste si aggiunge il Comitato Salviamo la Pellerina, che afferma che «la costruzione del nuovo Ospedale Maria Vittoria alla Pellerina coprirà di cemento circa 100.000 mq di suolo naturale, distruggerà parte del Parco Carrara, aggravando le condizioni ecologiche e ambientali della nostra città». L’associazione è al fianco di chi non accetta la cementificazione della Pellerina, «tanto meno la compromissione del verde del Parco, né possibili speculazioni sul vecchio edificio del Maria Vittoria, succulento boccone per operazioni immobiliari».

I DATI DEL CONSUMO DI SUOLO

È recentemente risultato che i 59.000 metri quadrati proposti dalla Città di Torino per la realizzazione del presidio sanitario non basterebbero e si necessiterebbe di una superficie aggiuntiva di oltre 13000 mq per la logistica e la viabilità interna, per un totale di 76.600 metri quadrati. Sembrerebbe quindi che la zona del parco della Pellerina, dove attualmente si trovano le giostre e dove si posiziona il circo, non possa bastare

Come riportato da Legambiente, «nelle previsioni dei progettisti l’ospedale richiede fino ad 80.000 m2. Le aree mancanti per il completamento del complesso ospedaliero e dei suoi servizi ammonterebbe dunque ad un minimo di 13.000 m2 ad un massimo di 24.000 m2, a seconda se si sceglierà lo sviluppo orizzontale o verticale della struttura, che saranno sottratti alla parte già esistente del parco».

Parco Pellerina5
VALUTARE ALTRI SITI: IL CASO DELL’AREA THYSSENKRUPP

Ad oggi Italia Nostra, Legambiente Circolo l’Aquilone, Pro Natura Torino e Salviamo il Paesaggio hanno scritto una lettera indirizzata a Regione e Comune, con la quale chiedono maggior trasparenza sulla proposta di costruzione nei pressi del Parco della Pellerina.

La lettera si conclude con la proposta di considerare altre aree, come quella occupata dalla Thyssenkrupp, che era stata precedentemente vagliata dall’amministrazione e scartata in quanto soggetta a un potenziale rischio idrogeologico e in quanto l’ingente opera di bonifica, dovuta alla precedente vocazione industriale, allungherebbe i tempi di realizzazione dell’ospedale.

Le realtà torinesi chiedono pertanto un maggior dialogo tra amministrazione e cittadinanza, oltre che una maggior trasparenza del processo decisionale fin qui avviato sulla scelta dell’area, in quanto non sono risultate chiare le valutazioni e i principi che hanno portato ad escludere altre aree prese in esame. Nel complesso affermano che sì, è necessario e urgente un nuovo ospedale adeguato ai bisogni della popolazione che copra la zona Nord Ovest di Torino, allo stesso tempo deve essere una priorità la tutela del patrimonio ambientale.

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