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Imperia - Lunga, panoramica ed emozionante: oggi vi presento la pista ciclo pedonale imperiese. Si tratta di un percorso di circa 24 chilometri, nato sulla vecchia ferrovia Genova-Ventimiglia, il cui tratto è stato dismesso nel 2001 – qui abbiamo parlato di questo tipo di interventi, diffuso su tutta la rete nazionale. I lavori di riadattamento d’uso del percorso sono terminati nel 2008 e con la sua lunghezza ha acquisito il primato di pista ciclabile sul mare più lunga d’Europa, attraversando i Comuni di San Lorenzo al mare, Riva Ligure, Santo Stefano, Arma di Taggia, Sanremo e terminando a Ospedaletti.
La prima volta che ci sono stata era lo scorso autunno, era una domenica e a portarmici sono stati degli amici: l’esperienza per l’intera famiglia è stata emozionante e divertente. L’itinerario è molto rilassante: da un lato il mare che accompagna silenziosamente il percorso e dall’altra la vegetazione che rilasciando profumi e colori permette all’esperienza di essere goduta a pieno.
Ma non solo: attraversando le gallerie presenti nella pista il divertimento per i più piccoli è assicurato, creando un gioco di luci e atmosfera in netto contrasto con il resto del percorso. Inoltre dalla pista sono anche facilmente raggiungibili i borghi marini, che diventano tappe turistiche ancor più facilmente accessibili, soprattutto d’estate quando il flusso dei turisti è denso.
UNA PISTA PER TUTTI
La creazione della pista ha avuto come conseguenza l’apertura di nuove attività commerciali di servizio ai ciclo pedoni: sono presenti lungo tutto il tratto infatti bar e ristoranti dove potersi fermare per una sosta, ma anche un servizio di noleggio bici e tandem. Essendo pianeggiante la pista è molto adatta anche a famiglie con bambini, che infatti sono in molte a utilizzarla, soprattutto nel fine settimana.
Vi sono proposte per provare a estendere ancor di più la pista, facendola arrivare sino ad Andora, a circa 20 chilometri di distanza da San Lorenzo al mare; l’opera seguirebbe la stessa logica del percorso già esistente, andando a riutilizzare lo spazio una volta occupato dalla ferrovia, dismessa dal 2016.
I PROBLEMI
Tra i cittadini di alcune località sono nate e cresciute in questi mesi difficoltà ad accettare il via e vai dei ciclisti che, in particolar modo nel fine settimana e nel periodo estivo, uscendo dalla pista ciclabile per andare a visitare i luoghi di interesse girano per le vie dei centri limitrofi. Ma non solo: la pista è utilizzata anche da ciclo pedoni che vivono in zona e che la usano come pista ad ampia percorrenza, dove poter risparmiare tempo di spostamento, per poi rientrare tra le vie cittadine.
Sappiamo che le vie liguri interne sono strette e spesso affollate già ora e parte del disagio potrebbe provenire anche da ciclisti talune volte poco educati alle regole stradali, ma molti gruppi dedicati alla bicicletta sono pieni di commenti in cui viene riportato il malumore evidente degli abitanti, talune volte espresso anche in maniera poco educata.
«Ho incontrato persone molto gentili e sorridenti, ma anche molte altre che mi insultavano gratuitamente solamente perché al posto di portare la bicicletta a piedi ci sto seduta sopra, andando a passo d’uomo e rispettando chi mi sta intorno. Non capisco tutta questa rabbia. Posso anche capire che in qualche modo sto dando fastidio, ma perché non esprimere la propria opinione con pace e serenità?», commenta Giorgia in visita a Sanremo.
E così lei come molti altri lamentano il trattamento a base di male parole e gestacci da parte di altri cittadini, pieni di rabbia e disappunto per questa grande quantità di ciclabilità. Leggendo questi commenti mi sono chiesta quale fosse il disagio non colto e ascoltato di queste persone. Perché dunque non chiederglielo? Perché non dare voce a queste emozioni e disappunti prima che la situazioni peggiori?
La pista ciclopedonale è stata realizzata con l’ottica di attrarre turismo lento e responsabile, ma se esso rimane esclusivamente sulla pista non potendo uscirne rimarrà un’attrazione fine a sé stessa, quando invece ha le potenzialità per essere un primo grande passo per riprogettare uno dei più grandi temi delle cittadine della riviera, ovvero la viabilità, andando a creare nuovi modelli replicabili altrove. Dar voce a quell’insoddisfazione permettere di cogliere eventuali problematiche e permettere di risolverle per riuscire a godere tutti di una nuova e meno inquinante modalità di spostarsi.
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