La Sicilia verso rifiuti zero? Tra proteste e progetti, nasce il comitato regionale
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Catania - La Sicilia fa la sua parte. La Sicilia che cambia non sta a guardare e quando si tratta di rifiuti, di piani di gestione, di efficientamento, di alternative e di economia circolare, di certo ha le sue belle storie da raccontare. Ecco perché, il 30 marzo 2023, in occasione della Prima Giornata Internazionale Rifiuti Zero, non poteva mancare un focus sull’argomento con l’incontro dal titolo La Sicilia verso rifiuti zero, ovviamente a Isola Catania.
Un incontro partecipato, ricco di spunti, riflessioni non senza qualche punta d’amarezza, addolcita però da tante proposte e dalla presenza degli attivisti animati dalla filosofia del fare. Durante le due ore di incontro – moderato dalla nostra Selena Meli, community manager Sicilia che Cambia, e Manuela Leone, imprenditrice e referente per la Sicilia di Zero Waste Italy – attivisti, cittadini, professionisti ed educatori hanno portato la propria esperienza nell’ambito di progetti, proteste e proposte proprio per celebrare la giornata Rifiuti zero.
ANCHE IN SICILIA, ESEMPI VIRTUOSI PER ZERO WASTE CITIES
Una giornata internazionale che viene considerata, non solo dai promotori di Zero Waste, come una vera e propria pietra miliare verso il cambiamento. Nell’ambito dell’Agenda 2030, infatti, l’Assemblea Generale della Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sull’iniziativa “rifiuti zero”. Tante, durante l’incontro, le domande in chiave globale e altrettante in chiave locale a partire, appunto, dalla posizione della Sicilia rispetto a questo traguardo. Perché, se è vero che esiste un’Isola che spinge verso il cambiamento, persiste purtroppo anche una gestione arcaica basata sul modello discarica e incenerimento.
Ma nell’ottica dell’esempio positivo, l’incontro La Sicilia verso rifiuti zero ha messo sotto la lente di ingrandimento proprio esempi virtuosi che possono essere replicati nei comuni siciliani per trasformarli in città a rifiuti zero. Così come sono state presentate alcune delle proteste più vive e attive sul territorio isolano contro progetti che mettono a rischio la salute dell’ambiente e delle persone. E, ovviamente, sono state date indicazioni per un cambiamento improcrastinabile nella concezione dei prodotti, progettati finalmente per non diventare mai rifiuti.
GLI OSPITI E GLI INTERVENTI DI LA SICILIA VERSO RIFIUTI ZERO
Ad aprire il pomeriggio di confronto è stato Gesualdo Busacca, attivista di Ultima Generazione che ha voluto portare all’attenzione dei presenti il problema dei rifiuti gassosi, che si insinuano nell’atmosfera, la soffocano. Un giovane che ha fatto un percorso di downshifting, ma ha anche deciso di alzare il tiro, diventando attivista quasi a tempo pieno partecipando alle azioni “pacifiche ma illegali” del gruppo che ha lanciato Non paghiamo il fossile.
Un intervento potente e articolato, cui è stata affidata l’apertura di questo confronto necessario in una regione che, come ha sottolineato Manuela Leone, ha tanto da fare nella programmazione e gestione di tutto il circuito dei rifiuti a partire dalla progettazione di impianti che abbiano una bassissima impronta carbonica: sicuramente meno impattante da quella degli impianti su cui la regione Sicilia sta ragionando in questo momento.
SCUOLE E COMUNI, A SIRACUSA DUE CASE HISTORIES
Necessario, invece, tracciare un nuovo percorso, seguendo le scelte e gli esempi virtuosi di chi ci ha provato e ci è riuscito. Come ad esempio Danilo Pulvirenti, chimico e assessore all’ambiente del Comune di Acireale – e già assessore del Comune di Augusta – che proprio nel comune siracusano ha amministrato il passaggio della raccolta dei rifiuti dal cassonetto al porta a porta, sperimentando l’efficacia di una buona comunicazione. E che ha rimarcato l’importanza della rivoluzione nella progettazione dei prodotti: perché un prodotto che non può essere riciclato e reimmesso nel circuito, non deve essere più immaginato.
I progetti per riuscire hanno bisogno di partecipazione, coinvolgimento e conoscenza. Ne è una prova l’esperienza raccontata dal professore Salvo La Delfa, insegnante del Liceo Scientifico L. Einaudi di Siracusa: una scuola che in tre anni ha rivoluzionato il modo di rapportarsi con l’ambiente e, appunto, con il ciclo e la gestione dei rifiuti: lanciando una raccolta differenziata precisissima, la compostiera di comunità, l’impianto fotovoltaico, l’orto e persino un bosco.
GELA, POZZALLO, PACE DEL MELA I LUOGHI DELLA PROTESTA
Spazio anche alle proteste vive e attive in Sicilia contro inceneritori e impianti che mettono a rischio la salute pubblica e ripropongono modelli di gestione che vedono nel rifiuto qualcosa di cui liberarsi e non una risorsa. Accorati e appassionati gli interventi di Emanuela Russo, rappresentante del CSPA – Comitato per la Salute Pubblica e l’Ambiente; Nicolò Di Stefano, rappresentante del comitato “No inceneritori di Gela” e Davide Fidone, Presidente comitato cittadini contro l’inceneritore del Mela. Cittadini che si sono attivati e non sono stati a guardare gli scempi verso il loro territorio, i loro diritti e la loro salute.
Di battaglie a suon di ricorsi, annullamenti, decreti, impugnazioni e vittorie ne sa qualcosa Giovanni Pappalardo, avvocato, esperto per l’attuazione del PNRR che ha raccontato alcune delle azioni legali più importanti in Sicilia, come, ad esempio, l’impugnazione del Piano regionale 12/03/2021. Tante vittorie e tante battaglie da combattere ma tutte con una certezza: è importante sapere, conoscere e partecipare. Perché la partecipazione è un cardine della gestione del cambiamento, come sottolinea Mirko Viola, segretario del movimento di Società Civile CittàInsieme.
LA PROPOSTA: UN COMITATO REGIONALE PER LO SVILUPPO PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
Un’istantanea davvero variegata della situazione siciliana, su cui campeggia, però, la possibilità di intraprendere una strada alternativa a quella dell’emergenza da risolvere. Come sottolinea Manuela Leone: Rifiuti zero è una strategia, dalla separazione alla fonte fino al centro di ricerca. Ciò che non può essere reimmesso nel ciclo produttivo è un errore di progettazione e va eliminato. Per il resto, ci sono tante cose che si possono fare, a partire dall’idea di costituire un comitato regionale per lo sviluppo per l’economia circolare in Sicilia verso rifiuti zero.
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