19 Apr 2023

La Fondazione Giovanni Campaniello e la cascina per costruire autonomia e autodeterminazione

Scritto da: Elena Rasia

Una cascina con ampi spazi dedicati a laboratori, residenze, agricoltura sociale e altre attività finalizzate alla creazione delle autonomie. "Una cascina per la vita" non è che una delle tante iniziative della Fondazione Giovanni Campaniello, creata dall'omonimo imprenditore – scomparso nel 2021 – per dare un aiuto concreto alle persone autistiche e alle loro famiglie.

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Caserta, Campania - Noi non dobbiamo guardare le intenzioni con cui gli uomini compiono le azioni, bensì gli effetti delle azioni stesse.

Max Weber

Quella di Giovanni Campaniello è stata una vita dedita al lavoro, ai progetti per la comunità e all’aiuto verso il prossimo fino all’ultimo giorno, nel luglio del 2021, quando si è spento a causa di una lunga malattia. Il suo ricordo però continua a vivere e lo fa ad Ariccia, in provincia di Roma, dove nel 2018 è nata la Fondazione Giovanni Campaniello Onlus, per volere dello stesso imprenditore che ha voluto realizzare una realtà che potesse contribuire concretamente nel dare una risposta solida alla tematica dell’autismo

Giovanni credeva fermamente che il privato potesse dare un contributo significativo e reale alla società ed era convinto che chi, come lui, ha avuto una grande fortuna nel lavoro, dovesse in un qualche modo “ripagare” la gente aiutandola e, con le risorse a disposizione, supportare le varie associazioni che operavano nel terzo settore o semplicemente aiutare le persone che ne avessero avuto necessità per poter trovare un impiego lavorativo.

fondazione giovanni campaniello

Ma come mai Campaniello decise di indirizzare la mission della Fondazione proprio dedicandosi principalmente alle tematiche legate all’autismo? La decisione nacque innanzitutto dalla sua sfera privata e dalla quotidianità che viveva con suo nipote Francesco, una persona autistica che gli diede maggior consapevolezza ed esperienza rispetto a tutto quel ventaglio di difficoltà che coinvolgono quotidianamente intere famiglie che si ritrovano a dover lottare costantemente per poter garantire un futuro dignitoso ai propri figli, anche in previsione di quando loro, come caregiver, non ci saranno più. 

Fu proprio il voler dare un aiuto concreto a suo nipote che trasformò quella che dapprima era esclusivamente una necessità personale in un’opportunità concreta per un numero importante di famiglie che potevano e possono contare ancora oggi sul supporto della Fondazione attraverso le attività che propone.

Il vicepresidente Vincenzo Catapano mi racconta le principali finalità della Fondazione, ovvero la realizzazione di centri di ospitalità per persone adulte autistiche, sia diurne che residenziali. «La Fondazione ha come finalità il raggiungimento da parte dei soggetti autistici, attraverso attività di inclusione sociale, di un sufficiente livello di autonomia per poter acquisire la capacità di vivere in comunità nella prospettiva del “dopo di  noi”», spiega Catapano.

fondazione giovanni campaniello1

Un progetto specifico su cui mi vorrei soffermare, che mi ha colpita particolarmente mentre approfondivo la mia conoscenza di questa realtà laziale, è stato sicuramente Una cascina per la vita. «L’idea, ancora in cantiere e in piena fase di realizzazione, è realizzare una struttura, in territorio campano, precisamente in provincia di Caserta, in cui gli adulti autistici possano vivere in maniera autonoma supportati solamente da personale competente in grado di garantire loro il giusto grado di assistenza in quella che sarà in un prossimo futuro la loro casa», spiega il vicepresidente della Fondazione.

Il progetto è stato studiato per essere realizzato e prendere la forma di fattoria sociale, così da poter diventare non solo una residenza per chi ci vivrà, ma anche uno spazio accogliente e preparato che possa fornire a ogni inquilino gli opportuni stimoli personalizzati per lo sviluppo della comunicazione, della socializzazione, dell’autonomia e della gestione dei comportamenti, con la chiara convinzione che un ambiente rurale possa essere maggiormente favorevole nel realizzare delle condizioni di vita coerenti con tali obiettivi. 

«Una cascina per la vita si comporrà di tre lotti. Ci sarà un’ antica masseria che sarà utilizzata per i laboratori di cucina, i laboratori creativi e uno spazio per fare formazione e socializzare, un’area agricola nella quale sono state già avviate le coltivazioni e dove è presente un edificio per il supporto a tale attività. Infine l’edificio principale per la residenzialità e per ulteriori laboratori. In attesa dell’ultimazione di questo splendido e importante progetto futuro, la Fondazione Giovanni Campaniello propone alle persone autistiche varie attività di inclusione sociale finalizzate a implementare le autonomie e di conseguenza ad acquisire nuove capacità che permettano il distacco graduale dalla famiglia».

La Fondazione ha come finalità il raggiungimento da parte dei soggetti autistici, attraverso attività di inclusione sociale, di un sufficiente livello di autonomia

Chiedo al vicepresidente cosa si immagina per il futuro della Fondazione e se ci sono nuove idee in cantiere. «L’obiettivo principale – risponde Catapano – sarà sicuramente quello di portare a termine il progetto Una Cascina per la Vita, che ad oggi non ha visto ancora la sua vera attuazione a causa di problematiche con le amministrazioni comunali di Baia e Latina. Successivamente, una volta che sarà portata a termine la costruzione di tale progetto, si valuteranno nuove idee che potranno prendere vita attraverso la collaborazione di enti e associazioni che avranno voglia di creare un’alternativa reale sul territorio.

Conoscendo questa storia e questa realtà penso a come la creatività e la collaborazione possano consentire di compiere passi concreti per realizzare il famigerato “dopo di noi”, ovvero il momento in cui la persona disabile non potrà più contare sull’assistenza di familiari e caregiver. Una denominazione che fa pensare al futuro delle persone con disabilità come a qualcosa di lontanissimo e a tratti irraggiungibile ma che, se ci pensassimo, potrebbe già essere oggi. In fondo il domani non è il futuro che ha in sé quel “dopo” di cui tanto si parla ma che ha ancora bisogno di “noi” adesso?

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