Il flashmob che grida a tutti che la regione Liguria è ultima sulle energie rinnovabili
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Genova - Domenica scorsa una decina di volontari dell’associazione Cittadini Sostenibili ha corso alla Family Run della Mezza maratona di Genova. Tutti vestiti a tema, gli attivisti hanno lentamente camminato per le vie della città indossando pale eoliche e pannelli solari di cartone per rappresentare le energie rinnovabili e mostrando dei cartelloni per portare alla luce dati e statistiche riguardanti la regione. Si è trattato di un flash mob, un’azione dimostrativa ispirata dalla voglia di rendere la Liguria più verde.
«L’imminente PEAR, il Piano Energetico Ambientale Regionale, sarà una cornice fondamentale per le politiche energetiche dei prossimi sette anni», spiega il presidente dell’associazione Andrea Sbarbaro. «Sono anni fondamentali per affrontare i cambiamenti climatici in atto: una gara che non possiamo permetterci di perdere». Proprio per questo, l’evento è stato uno sforzo corale che ha coinvolto tanti volontari nei giorni scorsi – e non solo i partecipanti alla maratona – che hanno aiutato a creare i materiali e diffuso l’azione: «Si è sentita proprio la partecipazione di gruppo e questo non può che renderci orgogliosi», sottolinea Sbarbaro.
E le reazioni? «Sia tra i partecipanti che tra il pubblico diverse persone si sono fermate incuriosite a leggere i nostri cartelloni», mi racconta Andrea. «Alcuni turisti ci hanno fermato per chiedere che cosa fossero i “pannelli solari” che stavamo portando in giro per la città. In generale, le persone erano stupite e incredule di fronte ai “record” negativi che mostravano i nostri dati: ci è capitato di mostrare i grafici e dati GSE direttamente dai nostri smartphone a chi era interessato».
In generale, la percezione del pubblico è che la Liguria sia facilmente assimilabile a una terra di sole e vento; molti erano quindi sorpresi e si domandavano che cosa effettivamente impedisca al territorio regionale di essere in linea con le altre regioni italiane. «Le persone sono anche state colpite positivamente dalla forma divertente e colorata della nostra manifestazione».
I DATI
Cittadini Sostenibili ha chiamato in causa il Gestore dei Servizi Energetici Nazionali, il GSE. «Il monitoraggio dei dati regionali più recente, per il periodo 2016-20, mostra come la Liguria sia ultima tra le Regioni per la percentuale di consumi di energia da fonti energetiche rinnovabili e sia tra le uniche tre Regioni, insieme a Sicilia e Lazio, a non aver raggiunto l’obiettivo previsto dal DM 11 marzo 2012, il decreto burden sharing». In altre parole, la Liguria ha sfiorato un 8%, per la precisione toccando il 7,9%, di consumi rilevati da FER rispetto a un obiettivo del 14,1% al 2020 (fonte: GSE Gestore Servizio Elettrico, monitoraggio dati regionali).
Per quanto riguarda il solo fotovoltaico installato a fine 2022, la Liguria è invece penultima tra le regioni per potenza installata –146 MW –, ultima per potenza pro-capite – 94W per abitante – e penultima per potenza per chilometro quadrato (fonte: QualEnergia: fotovoltaico installato a fine 2022 diviso per regione. «C’è molto dibattito sulle proteste per il clima e l’ambiente: spesso ci si sofferma solo sui modi e si ignorano i contenuti», enfatizza Andrea Sbarbaro. «Noi abbiamo portato dei dati oggettivi, citando impegni presi e leggi. Chi si prende la responsabilità degli obiettivi mancati? E come vuole risolvere il problema?».
Il flash mob messo in atto la scorsa domenica dai volontari e dalle volontarie dell’associazione vuole essere anche una call to action per tutti coloro che possono fare la differenza nel Piano Energetico dei prossimi sette anni: dalla società civile alle associazioni, passando per aziende, sindacati e comunità energetiche rinnovabili. Il tema dell’energia non tocca solo l’ambiente, ma anche salute e lavoro.
Nelle prossime settimane si aprirà formalmente la possibilità di portare osservazioni formali al piano energetico in discussione, e partecipare ad audizioni: servirà l’impegno e la voce di tutta la comunità perché la Liguria affronti una “transizione ecologica” degna di tale nome.
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