Il sindaco di Ferla: “Se non smetti di sognare puoi realizzare una rivoluzione” – Io Faccio Così #380
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Siracusa - Prima di incontrarlo a Ferla, conoscevo Michelangelo “solo” attraverso i racconti di Manuela Leone: un sindaco giovane che ha rivoluzionato un intero Comune più volte premiato, anche al livello internazionale, per i vari record registrati dal 2011 a oggi di un vivere sostenibile grazie alle pratiche virtuose adottate che puntano sull’economia circolare.
Raccolta differenziata all’80%, ecostazione, impianti fotovoltaici, RiciCreo – l’associazione per il riuso ideata da Pina Garo e Angela Bellofiore che trasforma i rifiuti in abiti e in oggetti – e la comunità energetica sono solo alcune delle iniziative attive a Ferla che permettono al Comune un risparmio annuo di 40.000 euro – sui rifiuti da gettare in discarica – e di 30.000 euro – grazie agli impianti fotovoltaici installati sugli edifici comunali -, consentendo così di abbassare, e di molto, la tassazione fiscale e liberare risorse dal bilancio comunale per investirle in ulteriori vantaggi per la cittadinanza. Un circolo virtuoso economico che determina un cambiamento etico e di valore anche al livello sociale.
Michelangelo Giansiracusa è un avvocato, ma soprattutto è il sindaco che tutti vorremmo amministrasse le città o i paesi in cui viviamo: la sua visione di sostenibilità va oltre i colori e i partiti politici e tocca tutti gli aspetti della vita di noi esseri umani. Una sostenibilità che, prima di essere energetica e ambientale, è innanzitutto umana e ha origine da un profondo lavoro su se stessi. Insieme a Manuela lo incontro nel suo ufficio comunale. Michelangelo arriva in giacca e cravatta e scarpe da ginnastica, uno stile che coniuga rigore, ma anche giovialità, cuore e semplicità.
A Ferla si respira tutto questo, è palpabile la differenza rispetto ad altri luoghi “green” solo all’apparenza. In poco più di dieci anni qui si è compiuta una vera rivoluzione che non ha nulla a che vedere con le mode green di questi tempi e che ha coinvolto l’intera comunità. Non è stato tutto rose e fiori. La riorganizzazione del sistema dei rifiuti e l’introduzione di cambiamenti, come l’eliminazione dei cassonetti e l’introduzione delle case del compost, ha generato una grande resistenza iniziale nei cittadini.
«Ogni novità ha una dose di resistenza, ma se fai una cosa giusta, ancorata a valori e supportata da professionalità giuste, devi avere la forza e il coraggio di portarla avanti anche quando il consenso popolare è contrario. Mi hanno sempre “additato” di riuscire nelle cose perché amministro un Comune sotto i 5.000 abitanti, in Sicilia su 390 Comuni 200 hanno la nostra stessa dimensione demografica» spiega Michelangelo.
«Non è vero che le cose non possono partire dal piccolo, con la casa del compost abbiamo ispirato Comuni più grandi come quelli di Acireale e Siracusa, i nostri atti sulla comunità energetica sono richiesti a livello nazionale. “Ma chi te lo fa fare, lascia tutto com’è” sono alcune delle fasi che mi sono state spesso ripetute in questi anni. Siamo diventati un modello anche se non era la nostra aspirazione. Il vero risultato è la fiducia ottenuta nel tempo» continua Michelangelo.
UNA RIVOLUZIONE SICILIANA
I rifiuti sono stati il primo tema affrontato dal sindaco, aderendo alla strategia internazionale Rifiuti Zero di Paul Connett Ferla è stato tra i primi comuni siciliani a introdurre la raccolta differenziata. Grazie alla proposta di Danilo Pulvirenti nel 2016 sono state costruite le prime casette di legno dove conferire la frazione organica, oggi trasformate in vere e proprie case del compost, per cui Ferla ha ricevuto molti premi.
Michelangelo è stato un traino per molti Comuni dell’isola, dimostrando più volte che il compostaggio di comunità è in realtà possibile ovunque e con scale differenti. Ha raccolto pratiche amministrative e delibere di giunta attive non solo a Ferla, ma anche in altri Comuni siciliani, per condividerle e trasformarle in linee guida regionali. L’isola è stata, infatti, la prima regione a dotarsi di regolamenti che potessero agevolare tutti i Comuni.
Ferla è stato anche tra i primi in Italia ad aver aderito ad un processo di transizione energetica e quindi climatica con la direttiva europea delle comunità energetiche. Il primo progetto pilota in Sicilia è stato proprio quello del Comune siracusano, l’unico riconosciuto dal GSE – Gestore dei Servizi Energetici, grazie a un processo partecipato insieme all’Università di Catania e all’intera cittadinanza.
A tal proposito nel 2021 è nato il manifesto delle Cers – comunità energetiche rinnovabili e solidali – promosso da Legambiente con la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est e il Comune di Ferla, che aggrega anche le associazioni “I Borghi più belli di Italia” e “Kyoto Club” come pungolo per il Governo ad emanare i decreti attuativi sul tema e fare rete con associazioni che si occupano di tutela e ambiente per dare supporto a chi vuole intraprendere questo processo.
La politica può essere facilitatrice di numerosi processi di cambiamento positivo e propositivo e il caso di Ferla lo dimostra. «Michelangelo è un visionario, riesce ad andare sempre oltre. Grazie a lui molti dei nostri sogni si sono realizzati, ci sono più persone e realtà che hanno voglia di fare a Ferla. È aumentata anche la collaborazione. Attraverso RiciCreo, ad esempio, si è innescato un meccanismo di dono ed è bello rendersi utili per gli altri e per la comunità. Continueremo a farlo fino a quando potremo» racconta Pina Garo.
Contaminare è la parola d’ordine del sindaco Michelangelo, cooperare insieme alle associazioni, alle Università, alla cittadinanza, alle competenze tecniche e alla rete che ha costruito dall’inizio del suo primo mandato, e non solo in tema di rifiuti ed energia.
B.E.L.L.O FERLA, SLOW LIVING, SCOPRI FERLA, PARETE VERDE E CENTRO OLISTICO
Da B.E.L.L.O Ferla, bacino ecologico lento laboratorio operativo partito nel 2013, una serie di azioni legate alla diffusione di buone pratiche tra la cittadinanza in campo di ecosostenibilità e tutela dell’ambiente, si è passati a Slow Living, pratiche progettuali realizzate sempre dal comune di Ferla in collaborazione con i cittadini, le associazioni e le imprese che vi hanno sede, rispetto ai temi dei servizi, della socialità, del cibo e degli stili di vita. Negli anni è nato anche Scopri Ferla, un percorso di visite eco-culturali alla scoperta del paese guidate da volontari, ma anche dal parroco e dallo stesso Michelangelo.
Un tour variegato su ciò che Ferla è stata, è e sarà. Chiese e centro storico, ma anche casa del compost, ecostazione, parete verde e centro olistico comunale. Quest’ultimo è un ex teatro, oggi centro sportivo e centro olistico costruito in bioedilizia e dedicato alle discipline orientali, tra cui yoga, reiki e shiatsu, sorto nel 2017.
«Ancora non funziona come vorremmo, la gente lo comprenderà quando riusciremo a organizzare dei corsi continui. L’idea è di creare un’accademia delle discipline olistiche con personale qualificato, un luogo di aggregazione per formatori e per chi vuole conoscere e approfondire discipline orientali che possa restituire alla comunità dei servizi. Da qui anche l’idea di Borgo Ostello, un progetto volto a incentivare la “lentezza”, l’ospitalità diffusa, la costituzione di ristoranti e trattorie per dare un servizio completo a chi verrà da fuori» racconta Michelangelo.
«Il tema della sostenibilità “energetica” dell’uomo fa parte del processo di cambiamento in atto a Ferla. Se garantisci degli eventi continui che ti permettono un flusso di visitatori con manifestazioni a impatto zero, sostenibili sotto tutti i punti di vista e che generano un profitto, stai facendo economia in modo sano».
Quando si apportano innovazioni e cambiamenti le cose possono accadere sempre e ovunque perché si innestano nuovi semi, a partire dalle generazioni più giovani. È anche questo l’intento della “parete verde” di Ferla, il Wall2Water, un innovativo sistema progettato per raccogliere, trattare e riutilizzare le acque grigie dell’Istituto Comprensivo Statale Valle dell’Anapo.
Uno dei primi impianti non sperimentale, ma a scala reale a differenza delle facciate verdi più comuni che si possono trovare oggi in diverse città, che purifica le acque grigie provenienti dai lavabi della scuola e le rende riutilizzabili per lo scarico dei servizi igienici, riducendo così il consumo di acqua potabile di alta qualità.
«Se una cosa è giusta non c’è un colore politico che la può fermare, lì diventi davvero agente di cambiamento. Questa non è la mia storia, ma quella di una comunità e di una serie di professionalità che hanno creduto nella possibilità di poter davvero cambiare le cose. Questa è per me l’Italia che cambia, quell’Italia che sogna, che ha coraggio, che fa le cose senza aspettare che siano gli altri a farla per te» conclude Michelangelo.
E noi di Italia Che Cambia lo sappiamo bene, il nostro motto infatti è “non chiedersi se, ma come”.
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