Comunità energetiche in Sicilia: 301 Comuni riceveranno un finanziamento dalla Regione per partire
Seguici su:
Enna - «Il futuro è nelle nostre mani, abbiamo la possibilità di compiere una rivoluzione energetica, ambientale e culturale». Comincia così la chiacchierata con l’ingegnere Giuseppe Bonomo di Centuripe. Da quando il figlio si è specializzato nella gestione di energia certificata, Giuseppe si è appassionato alla materia e accompagna numerosi comuni dell’isola in un percorso di efficientamento energetico da qualche mese legato anche alla nascita di comunità energetiche. Qui trovate diversi articoli che spiegano cosa sono le comunità energetiche, perché nascono e come funzionano.
«Sono tante le risorse spese per la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici grazie anche ai finanziamenti dello Stato, ma i guadagni extra profitto sono goduti solo dagli enti erogatori di energia come Enel, Eni e Sorgenia. Pensiamo ad una scuola ad esempio, dell’energia prodotta in un intero anno da un pannello fotovoltaico montato sul tetto solo il 40% viene utilizzato dalla scuola stessa, la restante parte viene comprata a pochi centesimi dai grandi gestori che la rivendono ad un prezzo molto più alto. Da qui gli extra profitti. Con le comunità energetiche, invece, a cui per legge non possono partecipare i grandi fornitori, l’energia viene condivisa tra i cittadini. Qui sta la rivoluzione» commenta Giuseppe.
Il suo entusiasmo deriva anche dal “Programma di sostegno agli investimenti dei Comuni della Sicilia per la costituzione di Comunità di Energie Rinnovabili e Solidali” presentato dalla Regione siciliana. Su 391 Comuni 301 sono stati ammessi al piano di investimenti, sarà così sostenuta finanziariamente la fase della loro costituzione, con particolare riguardo alla predisposizione dei progetti e della documentazione correlata alla suddetta costituzione. L’obiettivo è di coinvolgere i restanti 90 Comuni al momento rimasti fuori.
L’avviso regionale vuole promuovere l’istituzione di “Comunità di energie rinnovabili e Solidali”, quali enti senza finalità di lucro, per velocizzare il processo di decarbonizzazione del sistema economico e territoriale, agevolare la produzione, la condivisione “virtuale” e il consumo di energia elettrica generata principalmente da fonti rinnovabili, nonché forme di miglioramento dell’efficienza energetica e di riduzione dei consumi energetici, anche a favore della riduzione della povertà energetica e sociale.
Le comunità di energie rinnovabili possono, infatti, sperimentare ruoli innovativi in ambito sociale, etico e civico, strutturandosi attraverso una governance locale a responsabilità diretta, alla base della quale, cittadini, associazioni e realtà imprenditoriali, condividono un insieme di principi, regole e procedure che riguardano la gestione e il governo della comunità, verso obiettivi di autogestione e condivisione delle risorse.
L’obiettivo del bando regionale è anche quello di porre le basi per costituire una massa critica di soggetti potenzialmente idonei a realizzare progetti agevolabili con le risorse del PO FESR 2021/2027, il programma approvato dalla Commissione europea per la Sicilia da 5,8 miliardi di euro che, tra le tante cose, prevede anche interventi volti alla decarbonizzazione e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
«Si vocifera l’idea di trasformare la Sicilia in un hub energetico dell’Europa per il gas. Se così fosse, si verificherebbe quanto già accaduto con il petrolio: guadagni per pochi e macerie per tutti. Noi cittadini verremmo esclusi. Il futuro è la produzione di energia diffusa e quindi il benessere diffuso per tutti, anche per chi non ha un tetto su cui installare un impianto» continua Giuseppe.
In questa prima fase di costituzione la Regione chiede ai sindaci dei vari Comuni di ricoprire il ruolo di presidenti delle nascenti comunità energetiche. Nel tempo ogni comunità potrà adottare una governance diversa. Possono aderire tutti, famiglie, enti del terzo settore, enti religiosi, commercianti, attività private, come consumatori, produttori o in entrambi i modi.
Tutti possono essere protagonisti di questa opera di sensibilizzazione che non solo promuove benefici economici, sociali e ambientali, ma contribuisce anche allo sviluppo della comunità, nel senso più vero e profondo del termine.
«Non dobbiamo più pensare ad un produttore di energia e a consumatori passivi, insieme possiamo produrre, condividere e vendere energia che può essere elettrica, termica, geotermica. In questa prima fase i Comuni devono organizzare delle manifestazioni di interesse e coinvolgere il più ampio numero possibile di cittadini, imprese pubbliche e private. Più siamo più sarà la quantità di energia condivisa all’interno della comunità e meno i guadagni per i grandi gestori di energia. La comunità da energetica diventa comunità nel vero senso della parola» continua Giuseppe.
Senza considerare che i nuovi impianti e le manutenzioni dovranno essere gestiti da competenze valide e specifiche dando soprattutto alle nuove generazioni la possibilità di lavorare e restare al Sud.
«Io sono molto ottimista. Noi come Presidio Partecipativo del Patto del Fiume Simeto – una rete di decine di associazioni e singoli cittadini della Valle del Fiume Simeto tra le province di Catania ed Enna, che opera dal 2015 per promuovere un grande piano di sviluppo sostenibile e di tutela proattiva della valle secondo il metodo della partecipazione civica – abbiamo proposto un questionario ai cittadini sulle comunità energetiche. Hanno risposto circa 300 e il 75% di loro si è dimostrato molto interessato all’argomento perché hanno compreso anche la possibilità di risparmio. Se da qui ai prossimi anni anche solo il 25% dei Comuni siciliani avrà una sola comunità energetica all’interno del proprio territorio che funzionerà bene, abbiamo già vinto» conclude Giuseppe.
Che la Sicilia abbia delle potenzialità uniche in tema, anche e soprattutto per la posizione geografica, è risaputo. Che queste potenzialità siano state sfruttate spesso molto male nell’ultimo secolo, è anche questo risaputo. Per fortuna una nuova generazione nell’isola ha voglia di fare e di esprimersi demolendo un certo passato e aprendosi al futuro con innovazione e competenza. Speriamo sia così anche nel caso delle comunità energetiche, perché come dice Giuseppe “è tutto nelle nostre mani”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento