Social delivery: So.De lancia la rivoluzione delle consegne sociali, solidali e sostenibili
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Milano, Lombardia - È una triplice impresa quella di So.De, il primo progetto di social delivery etico della città di Milano. Perché innova, nel panorama dei sistemi di consegna a domicilio, un modello che ha l’obiettivo di creare posti di lavoro dignitosi e tutelati, alimentare un circuito virtuoso di consumo consapevole e minimizzare l’impatto sull’ambiente. Un progetto che trova la sua sintesi nella figura dei ciclofattorini quali nuovi operatori di comunità, indispensabili nello sviluppo della logistica urbana.
L’acronimo So.De sta per social delivery, ovvero consegna sociale, solidale e sostenibile: sostenibile perché è a zero impatto, consegnando solo con biciclette e cargo bike. Solidale perché supporta commercianti e attività locali e contribuisce alla consegna di spese alimentari e pasti a famiglie in difficoltà. Sociale perché rivoluziona la figura dei ciclofattorino, una professione che è diventata paradigmatica del mondo del lavoro precario e senza tutele. So.De matura nel 2020 nel quartiere Dergano di Milano ma non ci mette molto a prendere piede nelle altre zone della città. Ne parliamo con Teresa De Martin e Naima Comotti, due tra le innovatrici e innovatori sociali che hanno fondato il progetto.
COME NASCE SO.DE?
Il nucleo iniziale di So.De si sviluppa attorno a Rob De Matt, un’associazione che tra le altre cose gestisce un ristorante bistrò per promuovere l’inclusione lavorativa attraverso la ristorazione. Durante il primo lockdown Rob De Matt attivò più di 80 volontari nella raccolta di generi alimentari e nella consegna di pasti caldi a famiglie in difficoltà. Sulla spinta di questa iniziativa maturò l’idea di creare un delivery sociale di quartiere, inizialmente su scala ridotta, in ottica della “città dei 15 minuti”.
Nacque così un progetto di social delivery che fu selezionato per il bando Crowdfunding Civico promosso dal Comune di Milano sulla piattaforma Produzioni dal Basso. Il crowdfunding ottenne l’appoggio di 550 donatori e donatrici oltrepassando il traguardo prefissato e attivando un grande coinvolgimento locale e nazionale. Dopo gli iniziali mesi di sperimentazione cominciarono le assunzioni e i primi cinque ciclofattorini e ciclofattorine iniziano a muoversi per la città con le bici cargo.
«Per avere un’idea dell’impatto ambientale» – ci viene spiegato dalle promotrici del progetto – «i nostri ciclo fattorini pedalano una media di 55 chilometri al giorno, ovvero circa 4440 chilometri ogni tre mesi. Questo garantisce un risparmio che si aggira attorno agli 800 Kg di CO2 rispetto a un motore diesel da 2000 cc su percorso misto».
Già nel primo anno e mezzo di attività risulta chiaro che il progetto sarebbe ben presto uscito dai confini del quartiere in cui era stato pensato. «Questo successo di risposta deriva dal fatto che, come So.De, abbiamo intercettato una domanda latente nel mercato: era da tempo che i cittadini e i consumatori chiedevano un delivery etico che tutelasse tanto i rider quanto l’ambiente attraverso un sistema di consegne sostenibili. Si trattava tuttavia di una domanda non accolta dal mercato, mancava quest’ultimo miglio etico».
I CICLOFATTORINI DI SO.DE
Ricorderete nei primi lockdown come il tema dei “rider” fu al centro di numerosissimi dibattiti, grandi rivendicazioni e lotte sindacali per il riconoscimento di una professione che si è rivelata essere sempre più presente nella logistica delle città. I fatti di cronaca ci raccontano come i rider abbiano lavorato senza essere dotati di dispositivi di sicurezza – gel, mascherine, disinfettanti –, costretti a provvedere a loro spese alla propria incolumità.
So.De ha deciso di battersi innanzitutto per dare le giuste tutele, contratti subordinati a tutti gli effetti e corsi e aggiornamenti qualificanti, con ben chiaro lo scopo di dare nuovo valore a questa professione. I ciclofattorini di So.De ricevono infatti una formazione a tutto tondo che tocca sicurezza, codice della strada, manutenzione della bicicletta, ma anche gestione di rapporti interpersonali e comunicazione efficace, nell’ottica di farne operatori e operatrici di comunità, delle vere e proprie antenne sul territorio.
E per quanto riguarda la parte salariale? «Stiamo attivando i primi contratti a tempo indeterminato – rispondono Teresa e Naima – con contratto subordinato, tredicesima e quattordicesima. Ci atteniamo alle soglie stabilite dagli accordi sindacali nazionali, che sono in continua evoluzione».
Questo sogno vuole guardare ancora più in grande e immaginare degli spazi dove i ciclofattorini possano caricare il telefono, gonfiare le gomme, avere un punto di appoggio che si configuri anche come un hub territoriale: uno spazio di riferimento e accoglienza per chi lavora e allo stesso tempo un polo di quartiere che faciliti l’aggregazione delle persone.
Questa iniziativa di social delivery è un’impresa resa possibile grazie allo spirito collaborativo e alla fitta rete di partnership che So.De ha tessuto negli ultimi due anni: dai partner “tecnici” – come Rossignol Biciclette, Bragoon e Fatto da Yo! per divise e magliette, Banale Design per l’equipaggiamento – ad alleati strategici nelle reti che fanno recupero di cibo con la creazione di una filiera solidale come Too Good To Go e l’Associazione IBVA.
LE NUOVE FRONTIERE DEL DELIVERY
Il lavoro di So.De è davvero innovazione sociale. Il progetto So.De, oggi portato avanti da magma srl impresa sociale, si scontra con vuoti normativi, assenza di regole e tante rigidità in materia. Essendo un ibrido tra Terzo Settore e logistica e avendo deciso di coinvolgere i propri ciclofattorini come operatori di comunità, le sfide da fronteggiare sono molte. Il lavoro portato avanti a Milano è assolutamente pionieristico, ma in tutta Italia e Europa stanno nascendo realtà simili con cui fare rete.
Anche le grandi aziende – un esempio è Ikea Italia – stanno guardando alla micro-logistica sostenibile insieme a So.De per rendere le città più vivibili e davvero smart : una sfida per continuare a migliorare ulteriormente il mondo delle consegne a domicilio e una via per aprire la strada ad altre aziende che vogliono promuovere un futuro più sostenibile. Oggi So.De – con sette ciclofattorini assunti, una flotta di coloratissime cargo bike e tre hub in città, due in apertura nelle prossime settimane – dimostra con questa crescita come le città, gli abitanti e le aziende chiedano a gran voce un nuovo modello di social delivery.
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