3 Mar 2023

Semi in Mente: un antico casale rinasce in un progetto di cambio vita e valorizzazione del territorio

Scritto da: Benedetta Torsello

Sulle colline lucchesi, lungo la via Francigena, un uliveto a balze abbandonato da anni e il desiderio di lasciare la città segnano un nuovo inizio nella vita di Margherita e Pierfrancesco, rientrati in Italia dall’estero appena un anno e mezzo fa. Il loro progetto, Semi in Mente, unisce la custodia del paesaggio in una visione agro-ecologica alla cura della psiche, attraverso percorsi alla scoperta del territorio e sedute (o camminate) di mental coaching all’aria aperta.

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Lucca, Toscana - Andare, mollare tutto, partire, restare: molte storie hanno inizio da un ritorno. Quel momento per Margherita Galante e Pierfrancesco Pardini è arrivato un anno e mezzo fa, quando insieme si sono trasferiti sulle colline poco fuori Lucca, per tornare ad abitare un antico podere situato sulla via Francigena e abbandonato da decenni.

Di come siano giunti in Toscana, dopo tantissimi anni trascorsi all’estero, me lo racconta Margherita, architetto paesaggista, educatrice ambientale e permacultrice, rientrata da Barcellona dove era impegnata in numerosi progetti di urbanismo partecipativo e riqualificazione delle aree verdi. Pierfrancesco, invece, specializzato in psicopatologia, psicologia della salute e green mindfulness, viveva in Francia, a Lille.

«A un certo punto – mi racconta Margherita – ci siamo ritrovati sullo stesso sentiero pur venendo da percorsi diversi. Desideravamo una vita lontano dalla città e così abbiamo cercato un posto che facesse al caso nostro». Il loro progetto, Semi in Mente, nasce dall’incrocio dei loro rispettivi interessi, che vanno dalla custodia del paesaggio alla cura della psiche, proprio sulle colline lucchesi, dove hanno scelto di vivere.

Semi in mente 1
PAESAGGI IN OBLIO

L’idea di Semi in Mente viene fuori dal paesaggio stesso: un podere terrazzato coltivato anticamente a vigna e olivo e circondato da giovani boschi di querce, acacie e castagni. Oggi Margherita e Pierfrancesco sono diventati custodi di circa cento alberi di ulivo. «Volevamo installarci ai limiti del bosco per recuperare un terreno agricolo in abbandono, non distanti da un corso d’acqua e da sentieri come la Francigena e il percorso jacopeo che conduce a Roma», mi spiega Margherita.

Originario di Viareggio, Pierfrancesco aveva questo paesaggio nel cuore sin dall’infanzia, mentre per Margherita le colline lucchesi, non distanti dalle alpi apuane, sono state amore a prima vista. «Non avevamo mai pensato di acquistare nulla, men che meno una casa – mi racconta –, ma quando si parla di paesaggio, per vederne le trasformazioni bisogna considerare una scala temporale molto più ampia. E così ci siamo decisi a comprare questo podere in abbandono».

semi in mente 3

Quello che loro definiscono il “Borghetto”, dove vivono e si svolgono tutte le attività di Semi in Mente, è un complesso rurale in pietra molto antico, risalente al 1300. Nacque probabilmente come ostello per i pellegrini della via Francigena annesso all’oratorio della Madonna delle Grazie. Con il tempo divenne una casa colonica, mentre attorno si coltivavano la vigna e l’ulivo.

Nella seconda metà del ‘900, il musicista e compositore italiano Rinaldo Cozzoli ristrutturò il complesso a uso residenziale, piantò molti ulivi e cipressi e creò una piccola taverna per amici e musicisti. Di questa storia sono sopravvissuti pochissimi frammenti, soprattutto testimonianze orali degli ultimi mezzadri che ancora vivono in paese e che un tempo avevano abitato il podere. Al centro vi era un forno in comune, un fienile oggi trasformato in un studio e tutto ciò rendesse la piccola comunità autosufficiente.

Semi in Mente nasce dall’incrocio dei loro rispettivi interessi, che vanno dalla custodia del paesaggio alla cura della psiche

CUSTODIA DEL PAESAGGIO, ECOTURISMO, MENTAL COACHING ALL’ARIA APERTA

Semi in Mente nasce innanzitutto per custodire un paesaggio rurale antico, colonizzato da boschi e specie invasive a causa dell’abbandono, degli elevati costi di gestione e dell’impossibilità di meccanizzare certi processi. «È importante integrarsi in un sistema agricolo e boschivo senza rompere gli equilibri naturali – chiarisce Margherita –, promuovendo un’agricoltura non di profitto, ma di sostentamento e di scambio».

Anche perché questi terreni agricoli così vicini al bosco sono importantissimi avamposti di tutela del bosco stesso e di corretta gestione forestale. L’ecosistema boschivo infatti di per sé non è un problema: è regolato da equilibri che si ricreano di continuo, ma se abbandonato, può diventarlo per l’essere umano, soprattutto in caso di incendi in prossimità dei centri abitati.

semi in mente 2

Al centro di Semi in Mente vi è tra tutti il tema dell’educazione ambientale, sviluppato attraverso percorsi immersivi alla scoperta del paesaggio locale, delle piante silvestri commestibili e soggiorni ecoterapeutici, in cui ritrovare un’interazione profonda e autentica con gli elementi naturali. Al momento vi sono sei posti letto in cui alloggiare e il giardino condiviso dove ritrovarsi e svolgere le attività. Mentre ogni tanto, soprattutto in estate e primavera, qualche pellegrino di passaggio si ferma per ristorarsi, fare due chiacchiere e bere un caffè prima di riprendere i propri passi.  

Nell’ottica di aumentare il benessere psicofisico e creare un legame emotivo più forte con il paesaggio che ci circonda, con Semi in Mente Pierfrancesco e Margherita organizzano delle sedute – o camminate – di mental coaching all’aria aperta, individuali o di gruppo, pensate per accrescere e ritrovare l’interconnessione con la natura e il proprio equilibrio interiore.

ADOTTARE UN ULIVO

Tutte le iniziative di Semi in Mente ruotano attorno all’uliveto. Attualmente sono stati liberati quaranta alberi di ulivo, inizialmente sommersi dai rovi, dall’edera e dalle acacie. Nelle terrazze più inaccessibili vi sono ancora sessanta alberi da recuperare, attraverso una potatura che migliori la fruttificazione e la salute delle piante con poca circolazione d’aria o attaccate dai parassiti.

È possibile contribuire attivamente al progetto di Semi in Mente adottando un ulivo, partecipando così alla campagna di crowdfunding che si chiuderà il 21 marzo con una grande festa di primavera. L’adozione di una pianta dura un anno solare e la si può rinnovare, anche tenuto conto del fatto che per il corretto recupero di un albero di ulivo ci vogliono tra i due e i quattro anni.

Semi in mente cover

«Vorremmo che questo spazio fosse condiviso, non solo nostro», aggiunge Margherita. «Certo ci vogliono moltissimo lavoro e attrezzature anche solo per recuperare e rendere accessibili i percorsi di benessere ed educazione ambientale». E nonostante sia trascorso appena un anno e mezzo di impegno e dedizione, Margherita e Pierfrancesco ne hanno fatta di strada fino ad ora.

Poco prima di salutarci, Margherita mi racconta con entusiasmo della prima volta che ha impugnato una falce per liberare dalle infestanti il loro uliveto. Era stato un anziano del paese a insegnarle a come usarla. L’uomo fino a poco tempo fa passava a trovarli tutti i giorni, incredulo mentre li osservava intenti a lavorare. «Non potrò mai dimenticare la sua emozione nel vedere che qualcuno fosse tornato dopo decenni ad abitare questi luoghi. Per me questo vuol dire ritrovare il legame con il passato e gettare, per un domani, i semi del futuro».

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