Alla scoperta dei progetti virtuosi a Salonicco: in viaggio con Emerging Communities
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Pronti, partenza… via! Zaino in spalla e una buona dose di adrenalina sono gli ingredienti migliori per iniziare un viaggio con il piede, o meglio, lo scarponcino giusto. Questa volta lo zaino è più leggero del solito, sarà che in Grecia la primavera è già iniziata, con tanto di sole e cielo azzurro. Sì, è proprio questa la nostra meta, dove ci attendono cinque giorni, dal 24 al 28 marzo, a Thessalonìki – che in Italia conosciamo come Salonicco –, città di porto, di mare e di magnifici tramonti.
Partiamo da due diverse città: Elisa da Catania e la sottoscritta, Lorena, da Torino. E anche se arriviamo da due parti completamente opposte dell’Italia, condividiamo la stessa curiosità e voglia di scoprire questa vivace città: seconda metropoli della Grecia dopo Atene, Salonicco è uno dei porti più importanti della Grecia e luogo di incontro tra cultura greca, romana, bizantina e ottomana.
A portarci tra le mille anime di Salonicco è il progetto Erasmus Emerging Communities, grazie al quale in questi tre anni abbiamo conosciuto nuovi compagni e compagne di viaggio che oggi sono diventati amici e amiche: sono Inwole di Potsdam, Open Cultural Centre di Barcellona, Conceptual Politics di Novi Sad, ImWandel di Berlino, Communitism di Atene, Ethos di Copenhagen e Pervolarides di Salonicco. Un progetto finanziato con i fondi europei Erasmus+ che unisce realtà che, proprio come noi, condividono la medesima visione di sostenibilità, integrazione e cambiamento nelle comunità in cui vivono e operano.
PERVOLARIDES, UNA COMUNITÀ DI AIUTO RECIPROCO
A condurci in questo viaggio è Pervolarides, comunità il cui cuore è un gruppo di volontari che a Salonicco ha creato una rete locale di cooperazione sociale: nel quartiere di Toumpa hanno fondato la loro sede, uno spazio collettivo dove cucinano e trasformano tonnellate di cibo raccolto nei mercati e supermercati cittadini per distribuirli alle persone bisognose come famiglie in stato di fragilità o senzatetto.
Il progetto nasce come risposta a un’emergenza diffusa: quella della povertà, della disoccupazione e dell’insicurezza alimentare di migliaia di persone, causate dalla profonda crisi che la Grecia ha attraversato in questi anni. Quello di Pevolarides e dei suoi volontari nasce per essere un aiuto concreto alla comunità: non solo alle persone già in stato di povertà, ma anche ai rifugiati che negli anni successivi sono giunti qui, in fuga dalla guerra in Siria. Così, quando i servizi di aiuto e assistenza pubblica non hanno retto, sono state le persone ad attivarsi. Oggi il cuore del progetto è un gruppo nutrito di giovani e adulti che per questi cinque giorni ci hanno mostrato cosa significa fare attivismo nella propria città.
SALVARE IL CIBO DAI MERCATI
La prima sera incontriamo i nostri amici che abbiamo salutato appena qualche mese prima, al termine del viaggio che a novembre ci ha portati a Barcellona. Sono loro: Petar, Roberta, Stefanos, Luca, Branka, Slobodan, Clara, Andrea, Mikalis, Evgenia, Tarek, Giorgos, Antonis, Ali, Natassa, Stelios e Angel. Ci troviamo a Epomeni Stasi, nel centro della città, dove si trova una cooperativa sociale e ristorante in cui la maggior parte dei dipendenti è composta da persone sorde e non udenti. Festeggiamo il nostro ritrovo in una tavola dai mille gusti e colori della cucina greca, che sa sempre accogliere nel modo migliore.
A proposito di cibo, sabato è il nostro primo giorno di attività e così ci troviamo nel centro di Salonicco per iniziare la nostra attività di distribuzione del cibo alle persone senzatetto della città. Ci dividiamo in due gruppi e passiamo in rassegna le vie del centro: tra un corteo che ogni 25 marzo sfila in occasione dell’indipendenza greca dal dominio ottomano e gruppi di turisti in visita alla città, incontriamo loro, uomini e donne senzatetto, anime di questa città con cui ci fermiamo con piacere a parlare per fare due chiacchiere e per ascoltare piccoli pezzi delle storie delle loro vite.
Al termine della distribuzione ci uniamo al gruppo autogestito O Allos Anthropos che ogni settimana vicino a piazza Aristotelous si ritrova per cucinare cibo e condividerlo con chi ne ha bisogno. Ci fa piacere dare una mano: così, intorno a un lungo tavolo, iniziamo a tagliare patate, cipolle e carote insieme a giovani ragazzi e ragazze.
Nel frattempo parliamo e ci conosciamo e in un attimo ci sembra di star passando del tempo con persone familiari nella nostra cucina di casa. Così preparare delle verdure in mezzo a una piazza diventa un momento speciale che unisce, accoglie e crea vicinanza. La giornata si conclude al pomeriggio quando facciamo visita alla sede di Pervolarides e scopriamo la storia di questo importante progetto ad alto impatto sociale.
ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ E DEL PARKO TSEPIS CON EMERGING COMMUNITIES
Domenica mattina è la giornata dedicata alla scoperta di Ano Polis, ovvero la città vecchia dove un tempo si ergevano torri fortificate lungo le mura. Ci lasciamo guidare da Mikalis che abbiamo decretato essere la “guida ufficiale” del gruppo: con la sua energia contagiosa sarebbe capace portarci pure sulla cima del Monte Olimpo, senza neanche troppa fatica. Percorriamo le ripide e caratteristiche stradine, visitiamo la fortezza bizantina di Eptapyrgion, le antiche prigioni e la cinta muraria fortificata, passiamo in rassegna le affascinanti chiese e la celebre Torre bianca, simbolo della città.
Dopo quattro o cinque ore i nostri piedi chiedono pietà e così recuperiamo le forze con un pranzo a base di insalata, pita o gyros. Ma presto, ad attenderci, è il progetto di Parko Tsepis: è un esempio di “poket park”, ovvero uno spazio urbano di piccole dimensioni che grazie a un gruppo di cittadini è stato trasformato in luogo per la socialità. In questi anni la piccola area che sorge in mezzo a palazzi residenziali è stata salvata dal degrado e ha ospitato feste di quartiere, cene condivise ed esperienze di “fai da te”. Ci sediamo in cerchio e ci facciamo raccontare il progetto esplorando punti di forza e difficoltà incontrate durante il percorso.
NAOMI, UN PROGETTO SOCIALE CHE FA INCLUSIONE ATTRAVERSO LA MODA
Eccoci giunti all’ultimo giorno di viaggio. Lo iniziamo con una visita al progetto Naomi, una sartoria sociale che impiega giovani rifugiati e rifugiate nella creazione di abiti e accessori artigianali. Il suo obiettivo è uno, contribuire alla pace tra i popoli e accogliere i rifugiati per quello che sono: esseri umani. Così mette a disposizione i suoi locali e oltre alla formazione sulle abilità di cucito fornisce consulenze per la carriera, un corso di lingua e di competenze trasversali.
In questo modo consente anche alle persone più fragili di partecipare alla vita sociale ed economica, facendo in modo che non vengano lasciate indietro. Attraverso il progetto tessile, i partecipanti vengono formati e preparati per un nuovo mercato del lavoro che favorisce l’industria tessile greca ed è bisognosa di lavoratori qualificati.
Siamo ora giunte all’ultima attività prevista dal progetto. Così partecipiamo alla settimanale raccolta di cibo in un mercato della città. In questa ennesima preziosa esperienza siamo accompagnate da Antonis, Tarek e Fedra di Pervolarides, con i quali raccogliamo una decina di cassette di frutta e verdura invenduta – che vi assicuriamo essere davvero gustosissima – che i commercianti hanno messo da parte per noi. Ci dicono che oggi è un giorno fortunato: abbiamo ricevuto tre casse di sardine che altrimenti sarebbero state buttate nell’immondizia e pare che non succeda tutti i giorni. Dopo la raccolta, questo cibo verrà cucinato e donato a chi ne ha bisogno e diventerà parte di quel ciclo virtuoso di raccolta-preparazione-distribuzione di cui da anni Pervolarides si occupa.
Salutiamo Salonicco con entusiasmo e tanta gioia nel cuore e mentre torniamo a casa ci sentiamo felici di aver potuto contribuire – seppur in minima parte – a supportare chi tutti i giorni sceglie di dedicarsi al prossimo. Ripensiamo a quei giovani e giovanissimi volontari che hanno realmente a cuore la loro comunità e che rispondono ai problemi sociali del loro paese aiutando chi nella vita ha avuto meno fortuna di loro. Dai nostri amici greci abbiamo imparato tanto: ancora una volta il progetto Emerging Communities ci ha mostrato quanta inarrestabile e incontrollabile voglia di cambiamento ci sia intorno a noi.
Concentrati come siamo nelle nostre vite non ci accorgiamo dei privilegi di cui godiamo, delle difficoltà che molte persone intorno a noi vivono quotidianamente con dignità e in silenzio. Opportunità di scambio e confronto come quelle proposte da Emerging Communities sono utili per spogliarci di quell’egoismo che spesso ci attanaglia e per sentirci parte di un unico grande mondo in cui non dovrebbe esistere alcuna disparità e che, a qualsiasi latitudine, chiede maggiore rispetto e maggiore attenzione verso tutti gli essere umani.
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