PerGnént, il progetto di comunità che promuove relazioni e scambi senza denaro
Seguici su:
Trento, Trentino Alto Adige - L’intero pianeta è stato ed è condiviso da miliardi di persone. Il riuso ha potenzialità nascoste: perché le cose che scartiamo ogni giorno sono tantissime e perché il recupero conviene sia a chi cede che a chi acquisisce, riduce il prelievo di materie prime e la produzione di rifiuti, promuove la condivisione e commistione di gusti e stili di vita. Promuovere il riuso si può fare in breve tempo e con poche risorse.
Guido Viale, La civiltà del riuso
Camilla cerca delle trapunte, Lucia regala un mobile, Monica dei vestiti, Rebecca un dizionario. Ilaria chiede se qualcuno ha tempo e voglia di aiutarla a imbiancare casa. Pamela invece propone di scambiare tre paia di scarpe col tacco con un cartone di latte di riso, uno di latte d’avena e una confezione di riso basmati.
Fra tutti questi annunci pubblicati sul gruppo telegram di PerGnént – che conta più di 1300 iscritti – c’è una grande assente: il denaro. Già, perché questa iniziativa lanciata da un gruppo di mamme trentine si fonda esclusivamente sull’economia dello scambio e del dono. L’intento è duplice: costruire e consolidare un modello economico non mediato dal denaro e rafforzare le relazioni e il tessuto sociale sul territorio. Ce n’è anche un terzo, ovvero diffondere attraverso eventi e iniziative i principi dell’economia circolare.
PerGnént infatti è un centro – la sua sede fisica è presso la Parrocchia di Vigolo Vattaro sull’Altopiano della Vigolana, in Trentino – che promuove la cultura del riuso, in senso economico ed ecologico. Dal prestito al favore, dal dono allo scambio, sono diverse le modalità utilizzate per scambiarsi beni e servizi. “Al PerGnént – scrivono i promotori del progetto – ci si iscrive per rispettare l’ambiente, per provare cose diverse dal solito, per risparmiare, ma anche solo per fare due chiacchiere, o per mettere a disposizione degli altri una propria abilità. Sono infatti attivi dei piccoli laboratori, nei quali vengono messi a disposizione della comunità non solo oggetti, ma anche saperi e conoscenze”.
Una decina di semplici regole serve a evitare che la bacheca di PerGnént diventi una pattumiera dove scaricare le cose da buttare recuperate in cantina o in fondo a qualche armadio: i materiali e gli oggetti regalati o prestati devono essere in buono stato e di proprietà di chi li mette a disposizione; le richieste di prestito devono essere limitate a ciò che è effettivamente necessario; tutte le transazioni sono regolate e supervisionate dai volontari.
Per accedere ai servizi di PerGnént è necessaria una tessera, che viene rilasciata solo ai residenti in Trentino Alto Adige. Questa scelta va nella direzione di mantenere il progetto all’interno di una dimensione locale per poter garantire quel contatto diretto e quel rapporto umano senza i quali lo spirito stesso di PerGnént verrebbe meno. “Il nostro è prima di tutto un progetto di comunità – sottolineano i promotori – quindi il criterio della residenza è fondamentale”.
Questo radicamento inoltre si esprime anche attraverso una serie di collaborazioni con realtà del territorio al fine di diffondere la cultura del riuso, dello scambio e della riduzione dell’impatto ambientale. Qualche esempio? Swap party per scambiare vestiti e approfittarne per conoscersi e socializzare; l’iniziativa “Uncinetto Solidale”, con cui PerGnént sostiene l’associazione Medici per l’Africa; mercatini del riuso e mostre scambio; laboratori di riciclo creativo per grandi e piccoli in collaborazione con scuole, case di riposo e cooperative del territorio.
PerGnént è gestito totalmente su base volontaria da un gruppo di persone che crede nel valore delle relazioni e in un modello economico capace di andare oltre il denaro. Questo naturalmente comporta qualche carenza dal punto di vista logistico – il centro ha orari di apertura che non sempre sono garantiti e in alcun modo può né vuole sostituirsi ai servizi dedicati al sostegno delle persone in difficoltà –, ma questi piccoli inconvenienti sono ampiamente compensati dal calore umano che viene scambiato insieme agli oggetti. D’altra parte, come scrivono i promotori rispondendo a una domanda che spesso viene loro rivolta, “cos’hanno gli utenti da guadagnarci? Finanziariamente nulla, emotivamente tutto”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento